II. Seconda Verità

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Erano in auto già da un quarto d'ora: Scott, Lydia, Malia, Theo e Liam. Mason e Corey cercavano di tenere sotto controllo gli spostamenti di Aaron, anche se gli era stato ordinato di non inoltrarsi nelle gallerie e di mantenersi sempre a una distanza di sicurezza. Loro non avevano obiettato.

Malia sbuffò. Era seduta davanti, un braccio sul bordo del finestrino e l'altro abbandonato in grembo, il viso rivolto verso la strada che scorreva all'esterno.

Scott le lanciò un'occhiata obliqua dal sedile del guidatore. «Che c'è?»

«Non lo so. Ho una brutta sensazione».

Lydia si aggiustò meglio sul sedile. Si trovava accanto a Liam, e Theo si sporse in avanti per osservarla in viso: aveva le labbra serrate e i grandi occhi velati di preoccupazione.

«Anch'io», disse in un soffio. «Deve essere successo qualcosa a quel branco, lo sento».

«Credo abbiate ragione», disse Scott. Ruotò il volante per inserirsi in una stradina che spariva in mezzo ai boschi. I fari dell'auto fendevano l'oscurità tramutando ogni oggetto in una sua versione pallida e spettrale. «Potrebbe essere già tardi».

Scott parcheggiò l'auto in uno spiazzo ghiaioso insediato dalle erbacce. In lontananza sorgeva un vecchio capannone fatiscente, il tetto di lamiera rosso di ruggine, i muri screziati. Non c'era nessuno in vista.

«Non mi piace», disse Scott aprendo lo sportello. Gli altri lo imitarono e scesero all'esterno.

Furono accolti da un odore terribile: il sentore dolciastro della decadenza, quello ferroso del sangue, tracce olfattive che si mescolavano a quelle dell'umidità e del bosco tutt'intorno.

«Cadaveri», disse Lydia, le labbra dischiuse e gli occhi spalancati. La sua natura di banshee era acuta quanto il loro olfatto.

Malia si portò una mano al naso e arricciò la bocca in una smorfia di disgusto. «Saranno morti tutti?»

«Credo di sì». Theo tese le orecchie, ma non avvertì nulla che non fosse il battito dei loro cuori. «Non sento nessun rumore».

«Dobbiamo controllare», disse Scott.

Lydia abbassò lo sguardo. «Sperando che la seconda metà dell'Anuk-Ite non abbia trovato ciò che stava cercando».

«Potrebbero essere stati i cacciatori», disse Liam con una nota di speranza, guardandosi attorno. «No?»

Scott sollevò le spalle, l'espressione greve. Ce l'aveva scritto in faccia, che non ci credeva, ma disse solo: «Non lo so», prima di indicare con un cenno il capannone alle sue spalle. «Adesso andiamo. Io e Malia cerchiamo lì dentro». Si voltò verso Liam. «Tu e Theo date un'occhiata nei paraggi, e se c'è qualcosa di strano ci chiamate. Lydia, tu che fai?»

Lydia sorrise sarcastica, inclinando la testa da un lato. «Finirò a fare la candela in entrambi i casi, che scelta ho?»

Theo e Liam le lanciarono un'occhiataccia. «Eh?»

«Ho detto che mi servirebbe proprio una candela». E senza aggiungere altro si mosse verso il sottobosco, borbottando a bassa voce qualcosa sull'assenza di Stiles.

Liam incespicò e per poco non cadde. Theo lo sostenne tenendolo per un braccio, le sopracciglia aggrottate come per chiedergli che diavolo stesse combinando con quei piedi.

«Queste radici sono dappertutto», si giustificò il ragazzo. Fece una smorfia e si portò la mano al viso. «E questo posto puzza di morte».

«Che strano, eppure siamo in un bosco disseminato di cadaveri».

Le tre verità di Theo Raeken (Thiam)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora