14. Insopportabile

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Clara si è in po' infuriata, ed ha saltato le presentazioni, accompagnandoci di malavoglia da suo padre.

Pensavo di aver imparato a non fidarmi delle persone, ed invece eccomi qua, con Wayne e Kira, che fino a qualche giorno fa erano perfetti sconosciuti. Percorriamo un corridoio con le pareti di pietra, molto illuminato da grosse vetrate. Scorgo, ogni tanto, qualche pianta del giardino interno, sul quale si affacciano le enormi finestre. Ho brividi di freddo, e le palpebre mi si chiudono da sole. Inoltre, credo di aver davvero bisogno di un bagno in questo momento.

Non farlo, Kim. Non provare nemmeno a nominare cose piacevoli.

Più cerco di non pensarci, più la mia vecchia vita riaffiora, e con lei tutte le cose belle di prima. Tutto ciò che adesso non posso avere. In un angolo della mia testa salta fuori l'illusione del mio incontro con Will e, con questo, lo stesso Will. Aylen la vedo subito dopo, con il suo bel sorriso rassicurante ed il viso perfettamente bianco senza un difetto. Ho bisogno di sapere che entrambi stanno bene, ed al più presto.

—Zack! —bisbiglio, perché nessuno sta parlando in questo momento, e non voglio rompere il silenzio. Zack mi si avvicina, ma sembra parecchio scocciato. —Se nessuno ha intenzione di dirmi come rintracciare Aylen e William, io... — esito. Che cosa fare in una situazione del genere? Pensa in fretta, Kim. —Vado a cercarli con l'elicottero di Kira. —non so manco guidarlo un elicottero, a dire il vero, ma Zack non lo può sapere. Ah no, lui sa tutto di tutti.

I suoi angoli della bocca si spostano leggermente in qualcosa di molto simile ad un sorriso divertito. Io lo guardo fingendomi stupefatta. —Potresti stare fuori dalla mia testa? —ringhio, mantenendo un tono di voce contenuto. Lui si limita ad allontanarsi e a scuotere la testa. Stringo la mascella e mi concentro su di lui. I suoi occhi si dilatano leggermente, ma non può girarsi a guardarmi: è immobilizzato dal mio potere, non può muoversi. —Se la metti così, li troverò da me. — ho deciso che sono stata fin troppo paziente con il mondo. Lascio andare la presa, ed inizio a camminare nella direzione opposta. Zack mi viene dietro, e gli altri si fermano confusi, ma non mi volto a guardarli.

Come faccio a trovare Aylen e Will? Sono solo stupida. Anche tu sei stupido, Zack.

Zack mi blocca afferrandomi per un braccio. Io mi volto di scatto e gli tiro un pugno in pieno viso, rischiando di rompermi la mano. Non sembra che gli abbia fatto male, ma sicuramente sono riuscita a farlo arrabbiare. Anche lui mi ha stufata, con il suo carattere terribile e tutte le cose che sa ma non vuole dire. Sono davvero stanca anche io, di lui.

—Cosa? —sto gridando. Sento come se una grande energia stesse spingendo da dentro di me, partendo dallo stomaco, raggiungendo in cuore, fino a scorrermi sottopelle e farmi tremare le dita.

Avevo promesso a me stessa che non sarebbe più successo.

I vetri delle finestre si rompono in mille pezzi con uno scoppio, ed immagino si stia scatenando il caos, intorno a me. Chiudo gli occhi, libero tutta l'energia che si è accumulata dentro di me tutta in una volta. Col tempo ho capito che il mio potere non è solo un'abilità che posso utilizzare a mio piacimento, ma anche un bisogno fisico. Come energia pulsante e latente dentro di me, che si accumula, se non la scarico, e rischia di uccidermi. Ed io, scaricandola, rischio di uccidere quelli intorno a me.

Zack viene scaraventato via per primo, e lo seguono tutti gli altri, dal più vicino al più lontano da me. Inizio a dirigermi verso l'uscita, mentre gli altri sono impegnati a capire che cosa stia succedendo. Mi sento completamente vuota e senza forze, perciò barcollo un po' prima di ritrovare l'equilibrio. Il mio cuore passa da battere ad una velocità supersonica a pompare sangue lentamente, come se fossi in punto di morte. Se in questo momento dovessi usare il mio potere per un qualsiasi motivo, non ci riuscirei.

Non mi volto a vedere come stanno Zack, Kira e Wayne, e di aiutare Carla ed i suoi amici non mi salta neppure in mente. Sono completamente normale in questo momento, e la cosa mi disorienta non poco. Non so che cosa sto facendo, o cosa spero di fare. Raggiungo dopo poco il grande ingresso aperto, e cammino verso l'enorme arco d'ingresso. Subito fuori c'è l'elicottero di Kira. Se solo sapessi come funziona, quel coso. Inspiro ed espiro largamente, forse sperando che la cosa possa in qualche modo aiutarmi.

Mi guardo attorno, e vedo solo erba all'infinito. Nel mezzo, un sentiero di terra battuta, segnato dalle ruote di un'automobile, probabilmente. Di varie automobili, direi. Decido di seguirlo a piedi, perché non ho molte altre opzioni, no? Zack mi seguirà, per quanto lo conosco, ma non m'importa. Può fare quello che gli pare, finché non mi intralcia. Credo che se anche lo facesse potrei solo protestare dimenandomi, dato che sono senza forze alternative, al momento.

Come immaginavo, una mano mi stringe con forza la spalla. Mi volto, ma al posto di Zack trovo Wayne a fissarmi. Non riesco a decifrare la sua espressione: è un misto tra stupito, preoccupato, e arrabbiato, credo. Ha sulla guancia sinistra un taglio superficiale, e qualche altro graffio sulle mani. Devono essere state le schegge di vetro. O meglio, io tramite le schegge di vetro. Un po' mi dispiace per lui. Solo un po'.

—Kim... che ti è preso? —domanda, con il fiatone per avermi inseguita correndo. Gli sto ancora fissando le mani insanguinate. Alzo lentamente lo sguardo sul suo viso e lo fisso negli occhi per qualche istante in silenzio.

—Zack. —rispondo con un sospiro. Potrebbe bastare come risposta, ma non è tutta colpa sua. Un po' sono anche io, in effetti. —E Will, Erika... un po' tutto quanto, Wayne. Non sono brava a tenere tutto dentro troppo a lungo. Sono preoccupata per Aylen e Will. —Wayne mi prende una mano, ma io la sottraggo velocemente dalle sue grinfie. Sembra cerchi troppo spesso il contatto fisico, e non vorrei che si stesse facendo strane idee. Se solo avessi il potere di Zack. —Scusa, per i graffi ed il sangue. Non era con te che ce l'avevo. — appena finisco la frase, vedo la sagoma di Zack spuntare dietro a Wayne.

—No, infatti. —esordisce con un tono lievemente sarcastico. —Con me, tanto per cambiare. — cerco di fulminarlo con lo sguardo, per fargli capire che la situazione non è magicamente cambiata. Chi sto prendendo in giro, sicuramente già lo sa.

Zack è abbastanza malmesso, sicuramente è messo peggio di suo fratello. Mi preoccupo involontariamente per lui. I miei sentimenti nei suoi confronti sono qualcosa che non posso controllare, e la cosa mi fa imbestialire. Si merita ogni ferita, eppure mi avvicino a lui per controllare che nessuna di queste sia grave.

—Sei insopportabile, sai? —domando retoricamente, non appena gli sono di fronte e lo fisso negli occhi. Sono retorica, ma la mia espressione facciale resta seria. Immagino che il silenzio che mi riserva significhi: "Sì, certo che lo so! Mi ci impegno molto, sai?". Non parla, perciò vado avanti. —Può anche essere che non te ne freghi un accidente delle persone che ti stanno attorno, ma a me sì. Will non sarà il ragazzo più sveglio che conosco, ma almeno ha dei sentimenti, e non ha paura di manifestarli. Ora vado a cercarlo, che ti piaccia o meno. — dò un'ultima occhiata alla brutta ferita sul braccio di Zack e mi strappo un pezzo della mia maglietta nera, aiutandomi con i denti. Mi avvicino e glielo stringo attorno alla ferita, il nodo lo stringo più che posso, e vederlo stringere i denti un po' devo ammettere che mi fa piacere.

Una volta finito, gli volto le spalle e mi incammino nuovamente. 

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