Cap 8- Uno strano avvenimento

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Il ragazzo si risveglió accovacciato per terra, per la stanchezza aveva finito per addormentarsi.
Sognava spesso il suo passato.

Sgranati gli occhi si rese conto che la situazione non era cambiata dalla sera prima: la strega urlava di qua e di là, il rospo saltellava lungo il tavolo evitando i colpi della principessa, mentre il fidato Giosch si trovava appisolato sul letto a farsi i fatti suoi.

"Mia adorata, perché mi odiate a tal punto?" Supplicava il principe Sesar.

"Ti odierei di meno se stessi fermo!" Incitava lei per poi spiaccicarlo sul legno del tavolo con un vecchio mattarello.

Giosch e Shosek, il guerriero, guardavano la scena con gli occhi sonnacchiosi.
"A furia di gridare hanno svegliato anche te, eh amico?" Fece il lucertolone al ragazzo.
Lui annuì.
"Bene, così ora possiamo finalmente andare a ritirare il MIO denaro! ALZA IL DIDIETRO RAZZA DI PIGRONE BALORDO IDIOTA!" Concluse strillandogli a gran voce nell'orecchio.
Il giovane si rialzó in fretta, stanco morto e chinò il capo di fronte alla principessa, come a chiedere se fossero pronti a partire.
"Ah ben sveglio, ebbene partiamo! Aspettavamo solo i vostri porci comodi." Sbuffó lei.
Erano tutti particolarmente gentili quella mattina.

"Io non sono assolutamente pronta a lasciare questo posto! Non con quest'orrido aspetto!" Piagnucoló invece Ketlin, con le mani fra i capelli.
"Suvvia mia cara, siete bella come i vostri piatti!" La rassicuró Giosch, ridendo.

La strega si calmó e sembrò arrossire al complimento, non capendo fosse ironico.
Finalmente, fatte le valigie, la strana combriccola si preparò a partire.
Il giovane avventuriero diede un ultimo sguardo al freddo e buio territorio del rift, intenzionato a non farvi più ritorno.
L'intero luogo emanava tristezza, sconforto, solitudine. Sentimenti che aveva scelto di dimenticare.

Grazie ai poteri della strega fu semplice tenere lontani i principi maledetti lungo l'irta foresta innevata. La barriera di luce emanata intorno a loro fungeva da scudo inviolabile.
Il ragazzo si chiese perché Ketlin non fosse uscita prima. In fondo però, forse lo sapeva.
Le streghe non sono mai state viste di buon occhio, buone o cattive che siano, sono costrette a nascondersi dalla gente comune, perché ritenute da tutti una minaccia.

Infine giunsero dal ragno di Shosek, rimasto laggiù ad aspettare pazientemente. In tutto quel tempo aveva fatto le ragnatele. Letteralmente.
"Heylà!" Lo salutò Giosch. "Ti siamo mancati bellezza?"
Il guerriero sorrise vedendolo e ne accarezzó una zampa pelosa.
Il grosso destriero faceva le feste come un cagnolino.
"Iew! Che cos'è questa mostruosità!" Esclamò Ilean terrificata.
"Non temete mia dolce principessa, il vostro impavido cavaliere sarà pronto a salv... salva..." farfuglió il rospo.
"Ra-ragno! È- è enorme! Oh cielo!" Detto questo svenne proprio ai piedi della principessa, che lo spiaccicó passando.
"L'inutilità.." sussurrava fra sé lei alzando gli occhi al cielo.

Saliti a bordo, il viaggio proseguì tranquillo.
I movimenti del grosso ragno sembravano volteggianti, come una danza.
Tuttavia ogni volta che il principe rospo riprendeva conoscenza e realizzava dove si trovasse, sveniva di nuovo.
Ketlin e Giosch intanto giocavano ai tarocchi, mentre la principessa e il suo salvatore si trovavano sdraiati, nella silenziosa attesa di raggiungere Tsalej.

"Allora.. da dove vieni?" Chiese Ilean al ragazzo.
Ovviamente non ottenne reazione.
"Non mi aspetto certo una risposta, ma potresti parlare a gesti, o scrivere.." continuò lei.
Lui si voltò. Non appena i loro sguardi si furono incontrati, il cuore della principessa acceleró di un battito o due.
I suoi occhi le sembrarono del blu delle più belle notti stellate.
Ilean abbassò lo sguardo. "Insomma, se.. se vuoi..." la principessa stava balbettando.
Sembrava imbarazzata e la cosa divertiva Shosek.

Tutto d'un tratto, peró, cominciò a tremare.
Non riuscì a continuare la frase, sembrava paralizzata.
Il ragazzo non capiva cosa le stesse accadendo, cosí le prese la mano, era gelida più del ghiaccio. Dunque si tolse la giacca, posandola sulle spalle della fanciulla.
Ella peró non smise di tremare, come fosse percorsa da un freddo che le veniva da dentro.
"I-io.. f-freddo.." riuscì a dire con voce fioca.
Persino lei non sapeva cos'avesse e ne sembrava impaurita.
Il guerriero inizió a preoccuparsi.
La strinse con forza fra le braccia, riscaldandola con il calore del suo corpo.
Lei appoggiò la fronte sulla sua spalla chiudendo i pugni sul suo petto, col respiro pesante.
Si tranquillizzó a poco a poco, ma la situazione non migliorava.

Dopo l'ultima giocata anche la lucertola si accorse del malore della principessa.
"Che fu? Certo che non posso distrarmi un attimo con voi!"

The Princess Of The RiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora