Cap. 5- L'incontro

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"Uccidila." sentì dire.
Voci sussurranti ripetevano tutte la stessa cosa.
Probabilmente si trattava di fate, fate che vivevano nella palude congelata.
Esse tuttavia non si mostrarono.
Il ragazzo le si avvicinó, spavaldo, strascinandosi la spada lungo il terreno.
Ora riusciva a distinguerla meglio. Dietro di lei si formó, come per magia, una vecchia abitazione. Una catapecchia storpia e spettrale, il cui portone presentava strane incisioni, probabilmente antiche di centinaia di anni.
La strega da accovacciata si levò in piedi, con estrema fatica: sembrava non si muovesse da secoli.
Aveva l'aspetto di una ragazza, magra e ricurva, dai crespi capelli rossi legati in due codine ad altezze diverse. Si muoveva con una spalla abbassata, e dondolava le braccia come fossero morte.
I suoi occhi, di un rosso scarlatto, davano un'aria assente e distratta.
Lui le lanciò uno sguardo di sfida, stringendo il manico della spada, pronto all'ennesimo scontro.
"OUH!" D'un tratto la strega emise un verso di dolore.
Il ragazzo alzò un sopracciglio abbassando leggermente la spada.
"Ah, scusa... questo mal di schiena mi sta uccidendo!"
"Colpo della strega?" Rise Giosch.
La ragazza lo guardò male, mettendo le mani alla vita.
", il colpo che ti becchi sul muso."

"UCCIDILA! UCCIDILA SUBITO!"

Udí ancora.
L'avventuriero si voltò, non vedendo nessuno.
"Non farci caso, non sto molto simpatica a quelle bisbetiche fatine." Disse scrioccando tutta per rimettersi dritta.
"Benvenuti nel Rift!" Pronunciò infine ancora dolorante.
"Qualcosa da bere?" Chiese.
Il giovane, rimasto di sasso, la fissava con occhi sgranati. Non credeva di ricevere accoglienza.
"Oh già, non mi sono presentata! Non sono abituata a ricevere tutte queste visite. Mi chiamo Ketlin, piacere."
Lui si massaggió la testa stranito, per poi stringerle la mano.
"Mi piacciono i tipi di poche parole, ascoltano di più." Gli sorrise.

Il ragazzo tolse dalla tasca il ritratto della principessa, mostrandolo alla bizzarra strega che gli si trovava di fronte come a chiedere dove fosse.
"Anche tu cerchi la principessa? È una gara per caso? Magari fossi così desiderata anch'io! Lei è in casa ora, vi faccio entrare."
La streghetta fece strada aprendo il vecchio portone della catapecchia, illuminata all'interno da un incantesimo.
I due la seguirono.
Dentro era tutto l'opposto che fuori, calda, accogliente e anche piuttosto carina. Il pavimento era arredato in soffici tappeti di pelliccia, i mobiletti e il tavolino sembravano antichi come la porta e spolverati con cura, ricchi di vasi di fiori che si innaffiavano da soli. Infine in fondo alla stanza vi era un letto, dove sembrava dormisse qualcuno.

"Sedetevi dove volete, vi preparo qualcosa di caldo."
Così dicendo scese ad un piano sotterraneo, dove probabilmente teneva l'immancabile calderone.
"Io non mi fiderei molto a mangiare ciò che prepara quella là..." sussurrò Giosch.
Il ragazzo annuì, osservando un po' la casetta.
Quando si avvicinó al letto rimase incantato.
Ilean era lì che dormiva, sembrava un angelo.
Sorrise guardandola.
"Svegliala, così finiamo il lavoro al più presto e ce la filiamo ricchi e contenti!" Gli intimó la lucertola.
Lui si chinò sulla principessa, scuotendole delicatamente la spalla.
La ragazza però sorrideva nel sonno e non accennava a svegliarsi.
La scosse più forte.
Nulla.
"Ehi? Principessa?" Provó a chiamarla Giosch.
Prese persino a saltellarle di sopra ma niente, Ilean non si svegliava.
I due compagni si scambiarono uno sguardo rassegnato.
"Forse è sotto un incantesimo della strega." Tentò allora il rettile.
"Quindi bisogna svegliarla con un bacio. E sappiamo entrambi chi dei due è il più indicato a farlo..." Disse guardando l'amico muto.
Quest'ultimo sembrava in imbarazzo per la proposta. Girò lo sguardo per poi posarlo sulle labbra della principessa pensoso.

"..Io ovviamente!" Concluse.
Il ragazzo si sbattè una mano alla fronte con aria disgustata, mentre Giosch si preparava al bacio.

Come si avvicinó alla fanciulla, lei si destò dal sonno di botto, e alla vista del lucertolone cacciò un urlo e finì per gettarlo via a calci.

"Che schifo! Ma che diamine era quello?!"

The Princess Of The RiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora