Cap. 10- Il cavaliere delle nubi

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Giunsero dalle leggere fessure aperte lungo la superficie del rifiugio della strega, i primi raggi di sole dell'alba.

Shosek aveva gli occhi stanchi, la mente assente, come se sognasse in piedi.
Il viso di Ilean era più rilassato e la sua maledizione aveva momentaneamente arrestato il suo peggioramento.
Ora non tremava più.
Aprí gli occhi lentamente, sbattendo le palpebre. Guardó il soffitto roccioso sopra di lei, poi tutt'intorno e infine il ragazzo, semidormiente giusto lì accanto.
"Ehi, lurido pezzente.." La principessa lo salutò sottovoce, ancora un po' debole, cercando di mettersi seduta.
Lui riprese lucidità strofinando gli occhi.
Appena la vide sveglia si illuminò in viso, sollevato.
"Dov'è che siamo?" Continuò lei facendo per alzarsi.
"Shh.." lui la zittí, tenendola ferma a letto così che riposasse.
Gli occhi della principessa si tinsero di sorpresa.
"Allora qualcosa la sai dire!" Ilean sorrise, soddisfatta.
"Dunque ti chiamerò così, Sh! Ti si addice dopotutto!"
Al ragazzo venne da ridere.
Il nomignolo non gli dispiaceva, in fondo, erano proprio le iniziali del suo vero nome.
La fanciulla notó il rospo che dormiva sopra di lei e non esitò a schiaffeggiarlo via.
Questo vaneggiava nel sonno, ripetendo frasi sconnesse come "Vi salveró!" o "Gradite la panna sulla torta nuziale mia diletta?"
Il più delle volte urlava soltanto, probabilmente immaginandosi spiaccicato dalla propria amata a colpi di sedia o mattarello.

Sbattuto via da Ilean finí per cadere proprio sul muso di Giosch e fu proprio in quel momento che emise una delle sue urla più potenti.

La povera lucertola balzò in aria urtando la testa contro qualche ammasso di libri che era intento a sfogliare fino alla sera prima.
"Argh! Che succede! Ci attaccano! " Strilló svegliatosi di botto.
Si voltò e vide Shosek ridere silenziosamente per la scena.

La lucertola sbuffó.
"Vedo che state meglio, principessa!" Aggiunse rivolgendosi poi a Ilean.
"Oh, si, mio caro... rettile. Ma il fatto di avere la mano di ghiaccio non mi rende tranquilla, mi spiego? Quelle fatine pagheranno caro questo affronto!" Esclamó decisa lei, mentre la lucertola annuiva consenziente.
Il ragazzo aveva ancora dei dubbi riguardo la verità su questa situazione, ma tacque. Dopotutto non poteva fare altrimenti.

Una grassa e sonora risata interruppe i loro discorsi.
Era la strega che si era appena svegliata, naturalmente.
"Vorrei alzarmi anch'io la mattina con il vostro ottimismo, madame.." le disse Giosch, dapprima rabbrividito nell'udirla.
"Ma no, sciocco! Rido perché l'ho finalmente trovato! Il libro giusto!"
Rispose alzandosi in tono trionfante, sbaciucciando un grosso libro polveroso.
"Libro?" Chiese Ilean.
", principessa!" Le rispose Ketlin. "Questo è il manuale delle contro-maledizioni!"
Lo sfoglió rapidamente, come se non vedesse l'ora.
"Eccolo qui..." affermò poi, gioente.
"Con questo incantesimo, mia cara, tornerai libera come un uccellino!"
E così dicendo si concentró, agitó le mani e recitó a gran voce una serie di versi, in una lingua morta che solo le streghe capivano, forse neanche loro.

"Nicotinammideadenindinucleotidefosfato!" Pronunciò in conclusione.

La principessa chiuse gli occhi, preparandosi a ricevere l'incantesimo.
La magia colpì l'anello di Ilean, che ancora una volta la riflesse contro la strega, la quale finí per trasformarsi in un grosso e brutto volatile dal becco a banana.

"Bello, quest'uccellino." Commentò Giosch, schiarendosi la voce.
Ketlin era ora sconvolta.
"Ne morirò! Lo so!" Si disperó nuovamente la strega, gettandosi per terra e gracchiando come una cornacchia, in lacrime.

Il ragazzo sospiró, mentre Ilean incrociava le braccia nervosamente.
"Sei certa di essere tu la 'potente strega che fa tremare i cieli'? O la mia fata di corte aveva preso un abbaglio?" Si chiese la principessa spazientita.
"Ma certo che sono potente!" Affermò con sicurezza la strega. "Saró un po' arrugginita, ecco tutto. Colpa del mal di schiena."

"Mi sa che prima di procedere occorrerebbe cercare un contro-maldischiena allora.." propose Giosch, in tono annoiato.
Cosí i due ripresero ancora una volta le ricerche.
La principessa intanto sbuffava continuamente. Non era una ragazza paziente e non aveva neanche tutti i torti.

Fuori di lí si era alzato un forte vento. Soffió tanto da pervadere da ogni spiffero le pareti rocciose dell'intero rifugio, ululando al passaggio d'aria, com'è solito sentire.
Poi cessò.
Tutti sembrarono ignorarlo,
Meno Shosek.
Il ragazzo si affacciò distrattamente dall'apertura del masso, osservando il tempo, sperando non vi fosse una tempesta in avvicinamento.
Fu così che notó un'enorme nuvola scura. Essa avrebbe avuto l'aspetto di un comune cumulonembo, se non fosse stato per due possenti ali, che sbattendo le davano velocità e probabilmente erano anche la causa di tutto quel vento.
Il guerriero a quella vista ricordò che un tempo esistevano creature chiamate Omniajnog, le quali nascevano dal ciclo dell'acqua e ne facevano parte integrante, talvolta tormentando qualche sciagurato in particolare.
(A mo' di nuvola di Fantozzi, per intenderci!)

A cavallo di questa intravide poi qualcuno, interamente vestito di bianco.
Un evento del genere aveva dell'impossibile.
Un solo uomo, divenuto leggendario nella storia di Yhtium, era stato grande in terra al punto da riuscire a cavalcare il cielo.
Egli, tuttavia, era morto almeno 5 migliaia di anni prima.

Il fatto che la strana visione si stesse dirigendo proprio verso Tsalej, non prospettava a Shosek nulla di buono.

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