Cap. 2- L'eroe del silenzio!

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Era passato più di un anno da quel giorno.
La principessa si trovava reclusa laggiù, nel Rift.
Nessun principe era riuscito a raggiungerla e non vi erano notizie su nessuno di loro.
Il re e la regina di Tsalej erano preoccupati, temevano che di questo passo la loro povera figlia sarebbe rimasta lì per sempre. Dovevano fare qualcosa.

"Entrate pure."

Il gigantesco portone del palazzo si spalancò, lasciando intravedere una figura umana avvolta nella nebbia, che si apprestó ad entrare.
Si trattava di un giovane straniero, venuto da molto lontano.
Era alto e distinto quanto sporco e sudato: ne aveva probabilmente già passate di cotte e di crude quella mattina.
Il suo volto, dai tratti delineati, presentava delle leggere abrasioni. Questo era in parte coperto da alcuni ciuffi dei neri capelli che ricadevano disordinatamente lungo il suo sguardo vuoto e freddo.
Fece per inginocchiarsi.
"No, non importa, alzatevi vi prego." Intimó il re all'atteso ospite.
"Ho sentito molte storie su di te: alcuni ti chiamano eroe!" Proseguì la regina.
Il ragazzo la guardò per un po' e poi alzò le spalle, non troppo convinto della sua nomina.
"Suvvia non fare il modesto! Ti chiediamo di riportare nostra figlia qui sana e salva in cambio di denaro. Quanto vorresti?" Chiese.

Silenzio.

Non ricevendo alcuna risposta, continuò: "Capisco che è un compito arduo. Ti doneró 5 sacchi d'oro!"

Non un fiato.

"Ti piace farti pagare bene, eh? Per un lavoro ben fatto posso donarti un intero forziere di gemme preziose!"

Il giovane scosse il capo.

La regina era sconvolta.
Il re disse dunque a gran voce "ti doneró una carica nobiliare e gioielli aldilà di ogni tua immaginazione, ma ti prego!"
Il ragazzo non chiedeva tutte queste ricchezze, semplicemente era muto.
Così, fu costretto ad accettare la generosa offerta e decise di partire per la nuova avventura.

Munito di una lunga spada si inoltró in direzione nord a bordo del suo destriero: un ragno alto 32 metri.
(Sì, hai letto bene, i cavalli sono mainstream.)

"Ah! Incredibile!"
Udí da dietro di lui la voce del vecchio Giosch, una grossa lucertola rossa dalla coda di drago.
Il giovane eroe annuì consenziente contemplando il magnifico paesaggio mattutino.
"No. Tu sei incredibile. INCREDIBILMENTE IDIOTA!" Sbottó.
"I salvataggi si pagano in contanti, non in cariche nobiliari! Quante volte devo ripeterlo?! Se tu mi stessi ad ascoltare almeno una volta, a quest'ora..."
Il ragazzo guardò il cielo cercando di ignorare le solite prediche dell'amico.
"... e hai idea di quanto ti costerà? I danni alla spada, le cure, devi rinnovarti l'assicurazione che è scaduta la settimana scorsa, ricordi?
E tu invece doni sempre tutto ai poveri! E indovina?! SEI povero!"

Dopo infinite lamentele circa i conti da saldare e le rate dell'affitto, il lucertolone fece finalmente silenzio e si appollaió sulle sue spalle. Il giovane scrutó l'orizzonte. Attendeva con impazienza di raggiungere la meta, così da scoprire cosa si celasse dietro quel luogo leggendario, di cui aveva spesso sentito parlare.

Chinò poi lo sguardo e si soffermó ad osservare un ritratto che teneva stretto nella mano, raffigurante la principessa.
Gli era stato affidato dal re e dalla regina in modo da ritrovarla più facilmente, conoscendo il suo aspetto.
Rimase un istante affascinato dalla bellezza della fanciulla, poi, guardando l'espressione annoiata e imbronciata della stessa, finì per sorridere.

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