Cap. 12 - Il rapimento

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Il lungo mantello impellicciato dell'Uomo seguiva sinuosamente l'andamento del vento, mentre i suoi occhi chiarissimi fissarono freddamente il ragazzo di fronte a lui per eterni istanti.
Egli aveva inteso perfettamente che Shosek aveva tutta l'intenzione di entrare in città, sembrava quasi leggergli dentro.
Ma non glielo avrebbe permesso.

L'avanzamento di un paio di gradini da parte del giovane in direzione delle mura di Tsalej, bastó a innescare una reazione negativa da parte del Signore dei Visionanti.
Quest'ultimo sfoderó la spada in direzione sua e senza lasciargli il tempo di indietreggiare lo raggiunse in fondo alle scale in un violento e imprevisto attacco.
Shosek schivó prontamente, appena in tempo per non venir tranciato in due dall'affilatissima lama.
Nell'atto cadde giù dai pochi gradini percorsi e, tolta anche lui la spada dal fodero, si preparò a rispondere a un secondo attacco, fulmineo quanto difficile da respingere.
Il ragazzo indietreggió ancora, temendo che la sua spada cedesse alla forza dell'avversario.
Perché non gli permetteva di entrare a Tsalej? Dopo essere in qualche modo tornato in vita, intendeva ancora occuparla dopo più di 5000 anni?
Il combattimento fu lungo ed estenuante, la forza e la tenacia dei due Guerrieri sembrava bilanciata al punto da non consentir loro in alcun modo di lasciarsi sopraffare l'uno dall'altro.
Nessuno dei due avrebbe ceduto.

D'un tratto Shosek avvertì un potere smisurato.
Poi una luce abbagliante.
Il suo istinto sembrava gridargli a tutta forza di allontanarsi da lì. Ma non lo fece. La paura non bastava a dirlo sconfitto e lui non sarebbe scappato.

La luce proveniva dal candido avversario e si estendeva fino a trapassare il cielo dall'alto e la terra dal basso.
Un vento forte, il cui suono era più simile all'urlo terrificante di una sirena di guerra, si levò come un turbine tutt'intorno a loro, spazzando via tutto ciò che si opponesse al suo corso. Compreso Shosek.

Il ragazzo si risveglió che era ormai buio, sotterrato dalla neve, la quale appariva intinta del rosso del suo sangue.
Non riusciva a muoversi. Le sue labbra tremavano ed era più gelido del ghiaccio. Aveva subíto il Soffio del Guerriero. Impossibile confonderlo, sebbene lo avesse lasciato miracolosamente in vita.

Ora che aveva ormai oltrepassato il confine della morte, era possibile che l'Uomo Bianco fosse in grado di usare questo potere ogni qual volta desiderasse senza, apparentemente, perdere nulla.
Ciò appariva agli occhi del ragazzo come un enorme svantaggio. Ma avrebbe avuto la sua rivincita, pertanto doveva cercare di sopravvivere anche nelle critiche condizioni in cui si trovava.

"IDIOTA!"
Udí da lontano ad un certo punto.

Tra la foschia sembrò intravedere il suo grosso ragno, mentre la voce di Giosch lo chiamava. Per fortuna i suoi amici lo stavano cercando.
Era stato certamente troppo imprudente nel decidere di andare da solo.
Tentó di agitare un braccio per farsi vedere, ma erano troppo distanti.
Intanto, sopra di loro, le minacciose nuvole dovute all'Omniajnog si ostinavano a non andar via.
Si espandevano come nebbia, la visuale si appannó al punto da non permettere più a Shosek di distinguere la posizione dei suoi salvatori.

"Ho paura! Con questa nebbia scura non riusciamo neanche a vederci fra di noi!" Piagnucoló il principe rospo. "Non potevamo andare a cercarlo domani mattina?" Continuó.

"Io, senza che me ne vogliate, sono in realtà ben felice di non riuscire a vedervi, mio principe!
E poi bisognerebbe sempre essere pronti ad andare in soccorso di un amico." Rispose prontamente Giosch, tentando di scrutare un qualsiasi movimento intorno a loro.

"Quale impertinenza! Per come la vedo io, dover andare in soccorso di un eroe, testimonia solo la sua incompetenza!" Sbottó alzando la voce il principe Sesar.
La lucertola non osó rispondergli, o avrebbe finito per assalirlo. E la cosa non si addiceva a un gentilrettile qual era lui.
"State calmi, grazie al mio sesto senso di potente strega riusciremo a trovarlo a breve!" Li rassicuró gracchiando la strega, che in realtà non aveva la minima idea di dove stessero andando.

Ilean non parlava, la maledizione aveva ricominciato a espandersi e risalire congelandole l'intero braccio.
Ella tremava, ma non nascondeva negli occhi una certa preoccupazione per Shosek.
Come la nebbia li avvolse, furono vittima di un violento colpo di vento, che fece vacillare il gigantesco ragno durante la sua camminata.
La ventata non duró molto. Fu giusto il tempo necessario affinchè la principessa sparisse in un lampo dalla vista di tutti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 19, 2019 ⏰

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