"Hai capito adesso?" mi ripeté per la milionesima volta il biondo.
"Bastaa" mi arresi sulla scrivania
"Non ci capisco niente! Facciamo una pausa o finiamola qui." dissi cercando di fare la faccia da cucciolo bastonato, che vista la sua espressione arresa, doveva aver proprio funzionato. Vittoria, la mia dea interiore stava esultando."Dai per oggi finiamola qui"
"Per oggi?" domandai interdetta.
"Certo, ogni martedì verrò a casa tua a darti ripetizioni"Ma quanta confidenza si stava prendendo! Nessuno lo aveva invitato. Però pensandoci bene a me servivano proprio quelle ripetizioni... non potevo permettermi un'insufficienza già al primo semestre.
"Di male in peggio" borbottai per poi guardarmi intorno alla ricerca di Pantera che per tutto il pomeriggio non si era ancora fatta vedere
"Come scusa?" alzò un sopracciglio con espressione divertita.
"Non ho parlato... mmh...mi stavo solo schiarendo la voce" risposi sarcastica
"Comunque probabilmente Pantera ti starà per fare qualche agguato..." dissi tranquillamente aspettando le solite domande: Chi è Pantera? Che razza di nome hai dato al tuo gatto? Un gatto nero! Porta sfortuna, lo sai?. Beata ignoranza.
"Mmh, si probabilmente" strabuzzai gli occhi a quella risposta, dato che a lui non avevo ancora presentato la mia gatta.
"L'ho detto io che sei uno stalker, come fai a sapere che ho un gatto?" risposi scioccata.
"Era palese si trattasse di un gatto, non credo che una persona si possa chiamare Pantera, ma soprattutto non credo si metta a fare agguati" rispose scoppiando in una fragorosa risata senza fare commenti sul suo nome. Strano, ogni volta che qualcuno sentiva il nome della mia gatta, rimaneva scioccato, come se ne dovesse fare un affare di stato. Un punto in più per il biondo, poteva diventare mio amico probabilmente."Parli del diavolo e spuntano le corna" dissi vedendo Panty entrare nella mia stanza cercando di fare una delle sue entrate maestose. La solita vanitosa, voleva stare sempre al centro dell'attenzione, beh più o meno come me una volta...prima di rendermi conto che le false attenzioni non mi avrebbero resa felice o meno sola. Un velo di tristezza mi pervase e doveva essersene accorto anche Ryan che mi fissava insistentemente.
"Sai, era solo una piccola palla di pelo nero tremante quando la trovai per strada, era sola e impaurita. Così me ne presi cura e la chiamai Pantera, perché infondo sapevo che non era per niente debole, era forte...Comunque le piaci" dissi notando che Panty gli era saltata addosso accoccolandosi su lui."È l'effetto che faccio alle donne" rispose pavoneggiandosi prima di scoppiare a ridere contagiandomi.
"Vado a prenderti qualcosa da mangiare" mi alzai senza dargli il tempo di ribattere. Scesi in fretta a prendere il ciambellone di mia madre, che stamattina prima di andare a lavoro aveva sfornato. Entrai nella mia stanza per poi bloccarmi di colpo.
"Che cosa stai facendo?" sbottai innervosita, facendo sussultare il biondo che teneva tra le mani due statuette, le mie statuette.
"N-niente, scusa, stavo solo curiosando" rispose riposando le due statuette sul mio comodino.
"Non le toccare mai più" mi irrigidii.
"Credi agli angeli?" mi stupii di quella domanda. Credevo agli angeli? Ovviamente si... ma non glielo avrei detto.
"Certo che no" mentii. "Sono solo un regalo di poca importanza che..."
"Non ti credo" mi interruppe. "Non avresti reagito in quel modo se fosse stato solo un regalo di poca importanza".
Aveva ragione, quelle due statuette erano molto importanti per me. Un angelo con delle grandi ali bianche e uno con due grandi ali nere."Sono un regalo di mio padre, me li regalò quando ero solo una bambina, per farmi scacciare le ombre che di notte venivano a farmi visita. Così si inventò che erano i miei due angeli custodi e mi disse che quando avevo paura li dovevo stringere a me così loro mi potevano proteggere...Era solo una storia per bambini..."
"E tu non ci credi più adesso? " chiese titubante.
"Ovviamente no..."mentii. Sin da bambina ho sempre pensato che ci fosse qualcuno accanto a me a proteggermi. Oltretutto ormai anche mio padre era diventato uno dei miei angeli custodi, quindi non potevo non credere in lui"Perché hanno le ali di colore differente?" Mi chiese risvegliandomi dai miei pensieri.
"Uno è un angelo bianco quello che tutti riconoscono come angelo custode, l'altro invece è un angelo nero, ovvero un angelo che si è schierato dalla parte di Lucifero"
"Quindi un angelo del male in poche parole"
"No, io credo sia solo un angelo che ha preso la scelta sbagliata, un angelo incompreso forse e probabilmente solo" dissi quelle parole di getto, senza averle pensate. "Oltretutto secondo mio padre tutti noi abbiamo due angeli custodi, uno bianco e uno nero che intervengono durante la nostra vita in base alle nostre scelte. Ma ovviamente come ti ho già detto è solo una storia per bambini inventata da mio padre, non ci fare caso"Improvvisamente la mia solita nuvoletta grigia era tornata a trovarmi e non aveva intenzione di allontanarsi.
"Sono l'unico ricordo che mi lega a lui da quando non c'è più..."
"Ti amava molto e ti ama tutt'ora" disse di getto. "Esoprattutto è sempre con te"
"Sempre con me?" bofonchiai mentre una lacrima si faceva spazio sul mio viso
"Si, è sempre qui" avvicinò una mano al mio petto. "Nel tuo cuore"Mi voltai di scatto, asciugando velocemente la lacrima per non farmi vedere piangere. Ero forte e nessuno poteva e doveva vedermi cedere. Due braccia forti mi strinsero in un abbraccio, mi irrigidii a quel contatto, scostandomi subito da Ryan.
"Ora forse è meglio che tu vada" dissi senza guardarlo negli occhi.
"Forse hai ragione...Buona serata Ellie..." si avvicinò forse a schioccarmi un bacio sulla guancia, ma poi si pentì e si diresse fuori dalla mia stanza facendomi un cenno con la testa. Sentii il portone di casa chiudersi e mi lasciai andare ad un pianto disperato. Mi mancava terribilmente e quel vuoto che aveva lasciato nel mio cuore, ormai si faceva sempre più grande e nessuno poteva più riempirlo.**********
Holaaa
Comunque cosa ne pensate di Ryan e di tutte le domande che ha fatto sulle statuette?
Instagram: Noema_D
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Tra bianco e paure
FantasySola in mezzo ad una folla. Sola dentro ad una gabbia costruita da me stessa. Sola a lottare contro me. Eleanor una ragazza poco espansiva, molto sarcastica, ma interiormente sola, in seguito alla recente morte del padre è costretta dalla madre a tr...