"When you hurt under the surface
Like troubled water running cold
Well, time can heal but this won't"Il tempo può guarire ma questo non guarirà.
Avevo bisogno di sentirlo vicino, avevo bisogno di un suo abbraccio, di una carezza o anche solo di un suo sorriso. Avevo bisogno di lui e la sua assenza pesava, anzi bruciava; sì, mi logorava lentamente il cuore.
Erano passati un paio di giorni dall'ultima volta in cui avevo parlato con Ryan, a scuola lo avevo evitato e lui sembrava averlo capito, visto lo sguardo di comprensione che mi aveva rivolto il giorno seguente.
"È sempre con te", tipico.
Quando qualcuno sapeva della morte di mio padre, mi rivolgeva sempre quel dannato sguardo di compassione, seguito dalle solite frasi di circostanza: "È sempre con te", "Ti guarda dall'alto", "Ti ha amata molto".Sempre. Sempre le solite frasi. Mai nessuno che mi dica realmente ciò che pensa o che non provi a convincermi che questo dolore passerà prima o poi.
Perché no, non passerà. Anzi aumenterà smisuratamente ad ogni mio traguardo in cui lui non sarà presente: ad un ottimo voto a scuola, al ballo di fine anno, al mio diploma. Niente non vedrà mai più niente.
Prenderò la patente, troverò un lavoro, mi sposerò. Ma lui non ci sarà.Ero crollata, in una manciata di secondi, il muro che avevo eretto era stato abbattuto e da quel momento il ricordo di mio padre bruciava più che mai. Mi sentivo tremendamente sola e lui non era lì con me.
Ricacciai le lacrime indietro, ricordando di non essere fisicamente sola in quel momento: era l'ora di pranzo, il giardino della scuola pullulava di gente ed io mi trovavo sotto il "mio" albero. Non potevo piangere, non qui.
"Ellie!" una voce mi risvegliò dal mio monologo interiore.
"Emma" la salutai con un sorriso forzato.
"Indovina chi organizzerà la prima festa dell'anno? Anzi la migliore festa di sempre?" chiese su di giri sedendosi accanto a me.
"Di certo non io" risposi sarcastica.
"La tua negatività mi ferisce" disse in modo teatrale. "Domani sera. 20:30. Casa mia.""Punto 1: le feste non iniziano alle 20:30. Punto 2: il mio programma per quest'anno è "niente feste". Punto 3: non ci pensare nemmeno. Vuoi che continui con gli altri punti?"
"Ho bisogno di aiuto, non puoi abbandonarmi" disse facendo la faccia da cucciolo.
"Mmh fammi pensare... no."
Ci rimase realmente male visto il suo sguardo deluso. Si alzò per andarsene "E va bene" mi arresi "Però non ci fare l'abitudine" dissi facendola saltellare di gioia.
Avevo deciso di chiudere con le feste, però avrei potuto fare una piccola eccezione, mi sarei comportata bene e tutto sarebbe andato liscio."Ovviamente ci prepariamo insieme, quindi porta tutto l'occorrente a casa mia" disse schioccandomi un bacio sulla guancia per poi andarsene.
Una volta amavo le feste, la musica, l'alcol o semplicemente solo la scusa per mettermi in mostra e per stare al centro dell'attenzione. Tutto girava intorno a me. Mi resi conto troppo tardi che quella non era una vera felicità e che nella vita erano altre le cose che contavano... la vecchia Ellie in questo momento sarebbe andata in iperventilazione solo perché non sapeva che vestito mettere.
"Bel viso, bel fisico e veste anche bene! Sei nella squadra!" mi fece alzare lo sguardo una rossa naturale in tenuta da cheerleader che sembrava la rincarnazione di Hitler, visto il suo atteggiamento autoritario.
"Come scusa?" chiesi confusa dalla vista di Hitler e di altre due ancelle una mora e l'altra bionda, che l'accompagnavano.
"Sei nella squadra delle cheerleader!" dissero le due ancelle con l'entusiasmo di un bambino che ha appena comprato un gelato.
"Cioè, mi hai appena vista, non mi conosci, non sai se so andare a tempo oppure se so fare ruote o salti, e tu mi dici che sono entrata nella squadra delle cheerleader senza nemmeno aver fatto una selezione?"
"Mmh si, esattamente" rispose ancora sorridente.
"Devo dire che siete proprio strani in questa scuola... comunque non mi interessa entrare nelle cheerleader, scusa tanto ma non sono molto brava ad andare a tempo" mentii e se ne accorse anche lei visto il suo sguardo indagatore.
Mi alzai scotolandomi i jeans e feci per andarmene quando l'ancella mora mi prese per un polso "Queen non si sbaglia mai, se sceglie una ragazza, vuol dire che vede qualcosa in lei che le altre non hanno" disse lasciandomi il polso."Non dare una risposta affrettata, pensaci e poi alle selezioni che ci saranno tra una settimana, ci farai sapere" intervenne l'ancella bionda.
"Va bene, ci penserò su e vi farò sapere" mentii di nuovo. Non volevo entrare nelle cheerleader, nonostante nella vecchia scuola ne fossi il capitano.
"Ne ero certa!" squittì la rossa che da come avevo capito si chiamava Queen
"Non sbaglio mai io! E sono sicura che diventeremo anche ottime amiche!" disse facendomi l'occhiolino prima di girare i tacchi e andarsene seguita dalle due ancelle.Un brivido mi percosse la schiena, mi sentivo osservata. Voltai lo sguardo in diverse direzioni ma niente, doveva essere stata solo una sensazione.
Mi diressi verso la porta di entrata quando delle voci attirarono la mia curiosità: Emma e Ryan stavano discutendo animatamente poco distanti da me.
"Cerca di interferire di meno. Tu ne devi stare fuori"
"Ma io volevo solo aiutarti..."
"Ne riparliamo dopo" la interruppe il biondo accorgendosi della mia presenza.
Emma si voltò nella mia direzione ed io le sorrisi flebilmente per poi dirigermi all'interno dell'edificio.
Non pensavo che quei due si conoscessero. Anzi non solo si conoscevano, ma sembravano avere anche una certa confidenza.Le lezioni passarono in fretta, mi diressi velocemente a casa per non incontrare nessun altro, vista la mia voglia matta di socializzare.
Entrai nella mia camera da letto e mi buttai sul letto a peso morto per pensare a tutto quello che era successo nelle ore precedenti: dovevo andare alla mia prima festa della mia nuova scuola e mi avevano chiesto, anzi imposto, di entrare nelle cheerleader. Ok, andiamo per gradi. Alla festa non dovevo fare sciocchezze: quindi niente ragazzi, solo alcol tanto quello lo reggevo bene.
Per le cheerleader: una parte di me voleva entrare nella squadra e tornare a fare quello che amavo... ma un'altra parte di me mi imponeva di non farlo, sarei potuta ritornare ad essere la vecchia frivola Ellie."La scelta sta per essere compiuta" disse una voce imponente.
Mi trovavo nel bosco, di nuovo. Mi nascosi dietro un albero per cercare di non essere vista.
C'erano due ragazzi di spalle, tutti e due rivolti verso il laghetto.
"Entro il diciottesimo anno di età, la ragazza dovrà decidere" continuò la stessa voce. Guardai in ogni direzione, ma niente, non capivo chi fosse a parlare.
"Fate del vostro meglio" aggiunse facendo annuire i due ragazzi che ascoltavano in silenzio la voce che proveniva dal lago. Cazzo."Grazie mille George!" mi svegliò la voce di mia madre che probabilmente proveniva da fuori.
Era stato solo un sogno. Un altro dannato sogno.
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Eccoci qui
Cosa ne pensate di tutti questi strani sogni?
Instagram: Noema_D
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Tra bianco e paure
FantasySola in mezzo ad una folla. Sola dentro ad una gabbia costruita da me stessa. Sola a lottare contro me. Eleanor una ragazza poco espansiva, molto sarcastica, ma interiormente sola, in seguito alla recente morte del padre è costretta dalla madre a tr...