La ventana

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Che ore sono?

Le 15:30. Dovrei alzarmi, ma mi sento sfinito. Maledetto jet leg. Ancora non sono riuscito a liberarmene e inizia ha darmi fastidio, ma i miei amici sembrano non sentirlo e infatti loro sono già in piedi ma non mi hanno svegliato perché sanno che rischiano grosso.

Mi alzo e mi dirigo in bagno per darmi una lavata al viso, mi cambio indossando qualcosa di comodo e mi dirigo in cucina per fare colazione. Riscaldo il latte nel microonde, cerco i cereali e li zucchero, che ogni mattina si trovano in un posto diverso. Oggi si trovano sul frigo e chi lo sa come ci sono arrivati fino a lí. Il microonde suona, tiro fuori la tazza, metti lo zucchero e poi cereali e giro per un pó e poi mi butto sul divano e mi gusti la mia colazione facendo zapping in TV.  Dopo dieci minuti in cui non trovo niente di interessante e la mia tazza di cereali é finita, decido di spegnere la televisione e lavare la tazza.

Che cosa ho da fare oggi? Juan Luis ha detto di vederci la sera in un locale per non  attirare troppo l'attenzione e Dinah arriva tra due giorni. Devo ancora chiamare mia madre. Cerco il cellulare in tasca, inserisco il prefisso e poi scrivo il numero. Mi risponde dopo tre squilli.

-Mamà, soy yo. 

-Cariño, como estas? Y los chicos?

-Todo bien, mamà.

Amo questa donna, é la sola persona per cui darei tutto quello che ho è farei ancora di più per lei. É la donna che mi ha messo al mondo e mi ha dato il meglio di sé e io la amo con tutto il mio cuore. É la mia vita e sentirla così lontana mi fa male.

Quando interrompo la chiamata mi rendo conto che é passata praticamente quaranta minuti. Lancio un'occhiata all'orologio 16:25. Forse é il caso di uscire e far prendere al mio cervello un pó di aria, dato che mi sono appena accorto che nessuno dei ragazzi é in casa. Mi avvicino alla finestra per vedere come é messo il tempo. É soleggiato, solitamente non é così, e infatti sto cominciando ad odiare Londra, ma c'è del lavoro da sbrigare.

Osservo per un pó ciò che avviene fuori, la strada é calma, ci sono giusto cinque passanti che camminano con aria annoiata. Vedo un bambino che corre dietro ad un pallone e la madre dietro che lo richiama dolcemente. Un uomo sui quarant'anni entra nel bar di fronte. Lascio il mio sguardo vagare per la strada. Mi piace guardare fuori dalla finestra, mi rilassa e vedo molte cose che alla gente normalmente sfugge...Come vedere Venere camminare su una strada calpestata da noi comuni mortali.

Lunghi e mossi capelli castani, la pelle leggermente ambrata che brilla sotto i raggi del sole.

Estoy viendo a Venus

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