Ella te quiere

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Sposto in avanti il mio cavallo e lascio a lui la prossima mossa. Zabdiel intreccia le dita e ci appoggia il mento, la sua classica posa da pensatore. Due minuti e poi muove. Stiamo giocando a scacchi da un pó, senza una motivazione o voglia di giocare. Semplicemente mi annoiavo e lo chiamato per passare il tempo e abbiamo iniziato a giocare. Lui é nervoso, lo si capisce perfettamente, non é mai d'accordo sul dare inizio a una guerra, lui preferisce trovare, se é possibile, un compromesso per risolvere il problema, se non si trova allora si passa all'attacco, ma non ne é comunque felice. Non é una persona violenta, questo é il meglio di lui.

-Che ti prende?-gli chiedo, perché sento che non é solo per questa guerra che va avanti da quattro giorni, che tra parentesi sto vincendo io.-Ti conosco, ho capito che c'è qualcosa che non va, ma non si tratta di questa guerra. Parla.

Sospira abbassando la testa.

-Dinah é sparita.-dice come se fosse un segreto.

-Lo so.-dico semplicemente. Se i miei calcoli sono giusti, se ne deve essere andata di notte. Qualche ora dopo aver confessato di amarmi.

-Sai dove é andata? Che cosa é successo?

-Credo che non tornerà.

Lui sussulta e vedo la tristezza passare nei suoi occhi.

-Perché? L'hai cacciata?

-No, se ne é andata di sua volontà. -e a queste parole lo vedo sbiancare.

-Non capisco...

-In anzitutto, non si trovava d'accordo come te, ma non se ne é andato per questo.- prendo un respiro e concludo la frase -Lei mi ha confessato una cosa. Una cosa che non mi é piaciuto per niente.

-E posso chiederti che cosa?

-Ha detto che mi ama.

Per la prima volta vedo Zabdiel distrutto. Ma non in senso metaforico, ma distrutto nel vero senso della parola. Lo guardo con le sopracciglia sollevate in attesa di una spiegazione della sua reazione.

-Ti ha confessato di...essere innamorata di te?

-Si.

Ingoglia come un grosso magone. Che cavolo gli prende?

-E tu che cosa le hai detto?

-Che per me é una sorella. E nulla può cambiare ciò che vedo in lei. Certo, non mi aspettavo che se ne andasse.

Zabdiel abbassa di nuovo la testa e stringe forte le mani in due pugni. Perché reagisce in questo modo? Che gli prende?

-Mi spieghi perché sembri così...arrabbiato e...sconvolto?-gli chiedo, giusto per togliermi ogni dubbio.

-Niente.

-Que mentiroso. Dimmi la verità.

Sposta lo sguardo in giro per la stanza, non ne vuole sapere di guardarmi in faccia e credo di poter confermare ciò che penso. Ma non ho il tempo di aprire bocca. Yoandri e Johann entra nella stanza e attendono che gli dia il permesso di parlare.

-Che succede?-chiedo

-Tomlinson vuole parlare. Dal tono di voce, credo che si voglia arrendere.

Sorrido fiero di me. In questi giorni i miei uomini hanno attaccato ogni sua strada e traffico di vendita, rovinando così molti affari. E abbiamo fatto fuori alcuni suoi uomini e lui ha ferito alcuni dei miei, ma non  può vincere contro di me. La vendetta é ciò che rende l'uomo letale quanto una donna incazzata.

-Sentiamo che proposte ha per me.

Mi alzo dalla poltrona e seguo i miei due uomini fino al mio ufficio dove trovo tutti in attesa. Ana tiene la cornetta del telefono in mano. Mi avvicino e lei mi porge la cornetta e io lo porto all'orecchio.

-Pronto?

-Veléz, felice di sentirti.-dice Tomlinson dall'altra parte

-Lo stesso vale per me. Andiamo al punto, che hai da propormi?

-Mi stai distruggendo.

-Lo so.

-Harry ha sbagliato, perché non ha solo parlato di te, ma anche di me. Loro sono amici...Si conoscono da molto tempo e lui tende a proteggerla come se fosse sua sorella....addirittura sua figlia. Ha avuto paura per lei...Non ha capito fino in fondo il tuo sguardo. Io conosco quello sguardo.

-Davvero? E che sguardo é?

-Lo stesso che io ho tutte le volte che vedo Harry. Tu sei innamorato. E nei suoi occhi vedo lo stesso.

-Negli occhi di chi?

-Tu vuoi lei e lei vuole te. E ora ti vuole parlare.

Il mio cuore va a mille e il mio respiro si ferma di colpo. La mia Diosa mi vuole...La mia Diosa vuole parlare con me.

-Ciao Christopher.

Il mondo smette di esistere.

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