Mi hermanos

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Mi preparo velocemente, sotto le pressioni di Richard e Joel che ogni tre secondi entrano per ricordarmi che l'ora si avvicina e quindi che mi devo dare una mossa che non si tratta di far colpo su qualche ragazza. Ma comunque devo incontrare un Jefe e quindi mi devo preparare, devo far capire che sono messo meglio di lui. Bisogna sempre farsi vedere quando si é nel territorio di altri. Una volta pronto esco e mi dirigo alla porta senza dire niente, tanto so che sono dietro di me, che mi seguono perché loro sono sempre alle mie spalle. Loro sono i miei fratelli. Ci conosciamo da molto tempo e abbiamo legato subito, instaurando tra di noi un rapporto di amicizia, fiducia e fratellanza. 

Sono entrato in questo mondo dopo la morte di mio padre, mi servivano degli alleati e uomini di fiducia. Di quelli di mio padre non mi sono mai fidato e quindi li ho mandati tutti via appena preso il potere. Sono rimasto solo per un pò di tempo, senza fare alcuna mossa e senza espormi troppo. Mi sono goduto un attimo i miei 15 anni e ho incontrato, con mia grande fortuna, i miei compagni: Richard, Zabdiel e Joel. Con Zabdiel é nato tutto da un'amicizia, mentre ero in vacanza negli Estado Libre Asociado de Puerto Rico* e poi lui mi ha seguito, senza mai ribattere una mia parola o un mio ordine. Sempre fedele ed é per questo che é il mio segundo en comando. Richard mi é sembrato una persona matura, che sa bene come funzionano certe cose, ed é una cosa stupefacente per un ragazzo cresciuto nei sobborghi della Santo Domenicana. Joel per me é stata una scoperta. Mi trovavo negli Estados Unidos Mexicanos* per incontrare Felippe Colombo un Jefe messicano. Mentre mi dirigevo a casa sua per chiedergli di diventare un mio alleato, fui attirato da questo ragazzo che giocava felice con i suoi fratelli e i suoi cani, lo fissai insistentemente, non so spiegare il perché. Lui sentendosi osservato si voltò verso di me e mi fece un soluto con la mano.Quando parlammo, lui ascoltò incantato la mia vita e mi chiede di colpo se si poteva unire. Io non capii e ancora adesso non capisco il perché abbia voluto unirsi, quando dall'altra parte aveva una vita fantastica senza rischi.

Ma colui che subito mi rubò l'anima e mi portò ad avvicinarmi é stato Erick. Tre anni dopo, il mio giro é stato costruito e sono molto più conosciuto di mio padre tra parentesi, e decisi di andare nella Repubblica di Cuba per incontrare personalmente Isabella Castillo e scambiare due parole con lei, e anche il letto perché mi é stato parlato molto bene di lei, ma non arrivai mai a casa sua. Insieme ai ragazzi camminavamo per il mercato, molto rumoroso e a prima vista sembravano tutti allegri e quindi ci siamo intrattenuti. Stavo guardando una bancarella di frutta ben colorata, il mercante era occupato con una donna e fu allora che una piccola mano si allungò verso il cesto di fragole e furtivamente lo prese e sparì. Ma non fu molto veloce e il mercante lo inseguì, e non so perché, lo feci anche io. 

-¡Maldito matón! ¿Pensaste que lo volvería a hacer esta vez?-lo sentivo sbraitare ¡Ahora te daré una lección que no olvidarás!

Mi allungai e vidi una piccola figura chiusa su se stesso, a terra e tremante. I suoi occhi...furono i suoi occhi a spingermi ad intervenire. Bloccai il signore, il quale si girò verso d me con gli occhi pieni di rabbia.

-Que quieres?- mi chiese

Io mi limitai a tirare fuori una banconota e passarglielo.

-Mantene el resto

Lui prese i soldi e se ne andò, io non avevo staccato gli occhi dal ragazzo, o meglio bambino. Mi avvicinai di più e lui tentò di farsi ancora più piccolo. Vidi quanto era magro, sporco e spaventato. Era uno dei mille orfani cubani, abbandonati a loro stessi. Allungai la mano, lui lo guardò e sembrò studiarla...e credo che la sentenza fu positiva, perché prese la mano.


*Estado Libre Asociado de Puerto Rico, Estados Unidos Mexicanos, Repubblica de Cuba sono i nomi ufficiali di Puerto Rico, Messico e Cuba. A me piacciono di più così e mi dispiace che a volte la gente li abbrevi, oppure semplicemente se li sono dimenticati.

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