Venus

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-Noche en estilo-dice Richard appena entriamo.

La musica, come in ogni disco che si rispetti, é a palla e si sente per la strada, così é un modo come un altro per attirare la gente dentro e funziona sempre come ho potuto constatare. Ma non ho mai voluto aprirne uno perché avrei troppi occhi addosso e non posso permettermelo. Louis Tomlinson di sicuro non si fa problemi dato che ne ha tre in tre diverse città. Molti Jefe vogliono farsi vedere, io preferisco rimanere ancora per un pò nell'anonimo. Una donna, o meglio una ragazzina, si avvicina a noi.

-Bajo descendientes del Inca.-dice con voce pacata e ben calcolata. Si aspetta una risposta. La risposta.

-Todavía somos el color que posee el Terra promessa*-rispondo a tono. Lei alza il mento, raddrizzando la sua postura.

-Seguitemi, mio fratello vi aspetta da ore.-dice

-Esagerato, non credi? Siamo in ritardo di soli...21 minuti.-dico osservando il mio orologio da polso. Lei non risponde e continua camminare e noi la seguiamo in silenzio, fino ad avvicinarci ad una tipica zona Vip al piano di sopra. Salgo i primi gradini, i ragazzi sempre dietro di me, riesco già a vedere degli uomini-due seduti e  tre in piedi-. Uno dei tre ragazzi, slanciato ma non tanto, pelle caramello, braccia pieni di muscoli e tatuaggi. Ha un'aria molto minaccioso e mette anche un pò di soggezione, a me non fa paura, ma a Erick...Mi fermo a metà e gli altri fanno lo stesso, la ragazza non sentendo i nostri passi si gira e mi guarda con fare interrogativo, ma io mi volto verso Erick, il quale mi guarda leggermente allarmato. Ha solo 16 anni.

-Vai al bar.-dico in inglese, in modo che possa capire anche la ragazza così sa per certo che non ho brutte intenzioni. Tiro fuori una banconota da 20£ e glielo porgo, lui prende la banconota un pò esitante e quasi corre via. 

Mi giro di nuovo verso la ragazza che mi guarda con sospetto, ma non dice niente e continua a guidarci. I cinque uomini si girano verso di noi, uno dei due seduti si mette in piedi e si avvicina con un grosso sorriso. Due occhi azzurri che quasi incutono terrore.

-Stavo iniziando a preoccuparmi, ma vedo che siete qui.-dice porgendomi la mano.-Louis Tomlison.

-Christopher Veléz Muñoz.-gli stringo la mano-Loro sono i miei uomini.

-Solo tre?

-Anche voi non siete molti.

-In realtà sono in cinque, fratello, solo che ne ha lasciato uno al bar.-dice la piccola spia.

-Come mai?-mi chiede con la più totale curiosità.

-Non voglio che senta alcune cose e uno dei tuoi uomini potrebbero metterlo in ansia. E' piccolo e ha ancora molto da imparare.

-Capisco. Accomodiamoci.

Io mi metto a sedere di fronte a lui e al riccio con gli occhi verdi. I ragazzi si mettono dietro di me e guardano i tre uomini dietro, che a loro volta li studiano. Quello biondo sembra solamente curioso e infatti guarda intensamente Zabdiel, il quale ricambia impassibile.

-Da dove cominciamo?-chiede Louis

-Che ne dici delle vendite?

-Perfetto. Ho provato un pò della tua roba e devo dire che é un vero sballo! E' completamente vero quello che dicono di voi latini.

-Che cosa si dice?

-Che sapete come uccidere la gente.- ammicca e i tre dietro di me scoppiano a ridere, io mi limito semplicemente a sorridere. Abbiamo una reputazione non male.

-Fai tu l'offerta.-dico

-Vorrei, se non ti dispiace, tre casse al mese per 35.456.900£.-dice aspettando la mia risposta. Io mi giro verso Zabdiel.

-Equivalgono a 1. 158.000 sucre.*

Mi volto verso Louis sorridendo con un pò di sorpresa e incredulità. Ma molto probabilmente lui si é già informato dal valore della nostra moneta e se non lo ha fatto sarebbe una cosa sbagliata da parte mia approfittarne.

-Credo che sia un pò troppo per tre casse.-dico e faccio cenno a Zabdiel

-Che ne dice di 30M 456 mila? Non é esagerato ed é perfetto per tre casse al mese.-dice il nostro genio. Louis guarda il ricciolino accanto a sé, lui gli appoggia una mano sul ginocchio e gli dice qualcosa all'orecchio.

-Va benissimo. Sai, credevo che mi avreste fregato, sinceramente.-dice, ed é proprio come pensavo.

-Mia madre mi dice sempre che non bisogna imbrogliare gli stranieri, perché da loro possiamo sempre imparare qualche lezione.

-Donna molto saggia. E ora..

-Christopher ...-lo interrompe Joel. Mi volto verso di lui, sta alla ringhiera e guarda di sotto. Si gira lentamente verso di me con gli occhi fuori dalle orbite.

-¿Qué es?-[Che cosa c'è?]gli chiedo secco, perché non bisogna mai interrompere una contrattazione in corso.

-Erick ... él está hablando.-dice e io congelo sul posto

-No bromees-[Non scherzare.]dice Richard

-Hablo en serio ... Está hablando con algunas chicas.-[Dico sul serio...Sta parlando con delle ragazze.]

Mi alzo subito e mi avvicino e cerco subito con lo sguardo Erick. Lo individuo quasi subito. Seduto al banco con un bicchiere in davanti a sé, e come ha detto Joel, ci sono sei ragazze attorno a lui, ma non sono minacciose e nessuna di loro sembra provarci. Erick é completamente a suo agio e sorride addirittura alle ragazze. Una di loro gli strizza le guance, e solo ora la riconosco.

La mia Venere.

*L'Amazzonia ecuadoriana non fu conquistata da Tupac e gli Inca perché ritenuta sacra da tutti i popoli andini, che entravano in quella zona solo per medicinali naturali introvabili al di fuori di essa, oppure, come sostengono alcuni studiosi, perché essi pensavano che all'interno dell'Amazzonia esistesse la Terra promessa, per cui l'accesso ingiustificato non era consentito.(Se vi interessa, ovvio)

*Ho usato il cambio valuta online e quindi non sono molto sicuro che sia giusto.

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