Drops of Jupiter

1.2K 31 39
                                    

Non avevo mai capito realmente cosa significasse perdere qualcuno. Non mi sarei aspettata che potesse essere così devastante l'assenza, così rumorosa e con un peso tale da farsi sentire più di una presenza. Non pensavo che potesse implicare tante cose, a partire dal rimuginare su ciò che poteva essere fatto, su ciò che è stato fatto e su ciò che forse prima non aveva un peso, e che dopo invece ne ha acquistato uno enorme. Non avrei mai pensato che potesse essere così difficile, non avrei mai pensato di ritrovarmi improvvisamente a chiedermi cosa avrebbe detto se fosse stata ancora qui, e cercare una risposta, darmela da sola e sperare che fosse proprio quella che lei mi avrebbe dato.

È passato un mese, e se inizialmente non l'ho accettato, se razionalmente avevo capito cosa significasse che fosse morta, in realtà non l'ho fatto. Ho creduto che fosse normale non vederla per un po', che fosse passeggero, che quella poltrona, la sua, si sarebbe riempita di nuovo prima o poi. Ma non con chiunque. Con lei.
Della sua presenza, che ormai la casa trattiene a fatica.
Non c'è più il calore che ti avvolgeva appena entravi, non c'è più il suo viso attento che ti scrutava appena varcavi la soglia e non c'è più la sua voce, la tv a tutto volume. Non c'è più lei.
E appena lo realizzo accadono due cose: il cuore diventa pesante e cerca di proteggersi con uno scudo di apatia e non sento niente. È così che ho vissuto in questo mese, in autodifesa dal dolore. Dolore che a momenti riusciva a fare breccia e filtrare fino a dilagare e sfociare nelle mie lacrime. Lacrime che Louis asciuga paziente, che cerca di arrestare distraendomi in tutti i modi possibili. Ma alcune volte è impossibile e il dolore dilaga insieme al ricordo e non riesco a smettere. Non riesco a pensare razionalmente e so che è da egoisti, ma io vorrei che fosse ancora qui. Almeno un po', un altro pochino. Forse per dirle di più, per stringerla ancora, per farla ridere di più, per prendermi cura di lei ancora una volta e dimostrarle quanto bene le voglio.
Poi lo scudo si ripristina ed io non sento più niente. Non sento l'amore per l'uomo meraviglioso che anche adesso aspetta paziente che io torni su questo pianeta; non sento la gioia che in altri momenti proverei, non sento entusiasmo e non sento più dolore. Sono in un limbo in cui niente mi scalfisce, a parte la tristezza quando la sua mancanza si fa più forte. E sorrido, sorrido a chiunque voglia che lo faccia. Ma non accade per davvero.

"A che pensi?"

Mi volto per osservarlo mentre apparecchia la tavola e mi accorgo che se lascio il forno acceso altri due minuti, rischio che la nostra cena si bruci.

"Cavolo!"

Mi affretto ad afferrare la teglia, ma senza guantone e mi brucio.
Eccolo lì il dolore, in una forma diversa, più gestibile, preferibile.
Perché se provassi solo questo, lei sarebbe qui.

"Eloise"

So che non è giusto, so che lui ha perso sua madre in giovane età e lei invece aveva già abbastanza anni, ma a differenza di ciò che dicono tutti, fa male. Mi manca e fa male.
Che significa che ormai aveva fatto la sua vita? Per questo dovrei soffrire meno? Per questo dovrei accettare la sua morte come se niente fosse? Non capiscono, non possono capire.

"Eloise"

Gli occhi mi si riempiono di lacrime per l'ennesima volta e prima che possa scappare in bagno e nascondermi, mi afferra saldamente costringendomi a guardarlo negli occhi.

"Eloise."

Non rispondo, cerco di ricacciare le lacrime che invece si affacciano e scorrono senza vergogna davanti a lui.

"Non vorrebbe vederti piangere. Lo sai"

Ha ragione, ma cosa dovrei fare? Devo solo aspettare che il dolore passi, smetta di infiltrarsi tra le fessure dello scudo e tutto torni come prima: apatico.
In questi momenti, però, posso per un attimo lasciarmi andare, chiudere gli occhi, sentire la sua voce, le sue braccia che mi circondano e si reggono su di me, perché di me si fidava tanto da reggersi per non cadere.
Le lacrime scorrono copiose, i singulti incontrollati e Louis mi stringe a se e mi culla.

It is what it isDove le storie prendono vita. Scoprilo ora