Hold me while you wait

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Due mesi dopo

Eloise

Sono passati dieci giorni da quando è partito. La prima volta dopo la sua quasi fuga. Ho cercato di nasconderlo, ma il suo allontanamento non l'ho vissuto nel migliore dei modi. Non dopo ciò che è successo.
Oggi dovrebbe tornare.
Ho paura che decida di rimanere lì?

Sì.

Andrei a riprenderlo stavolta?

No.

Adesso sa cosa rischia, sa cosa succederebbe se rifacesse lo stesso errore.

"Is, tra quanto arrivi?"

Forse dovrei aspettare Louis. Ma se non venisse, mi ritroverei a disertare la festa di fidanzamento di mio fratello. E non è concepibile.

"Vengo con voi, Gregg. Louis tarderà quindi.."

Annuisce scrutandomi con occhio vigile, mentre Victoria culla Bella.

"Allora saltate in macchina, ragazze. O gli invitati dovranno aspettare troppo a lungo"

"Papà saprà intrattenerli per bene"

"Anche troppo"

Ridiamo complici e per un attimo sembra tutto semplice, tutto perfetto. O quasi. Se lui fosse qui lo sarebbe.
Scaccio subito questo pensiero. Da quando posso essere felice solo in funzione di Louis?
Mi sono ripromessa che non accadesse e non accadrà.
È per questo che dispenso sorrisi a chiunque incontri nella sala; è per questo che chiacchiero con tutti, compresa la moglie di Daniel che devo aver visto una sola volta. Non che avessimo molto di cui discutere, le ho solo fatto gli auguri per la gravidanza.
È per questo che quando Gregg mi porta via Bella, mi sento sola e scoperta davanti alle continue domande su mio marito e sulla mia vita.

"Vic, sappi che sei ancora in tempo se vuoi scappare. Ti copro"

Lei ride, divertita, con quella luce negli occhi che conosco bene.

"In effetti, ci sto pensando. I vostri parenti sono abbastanza..."

"Variopinti. Definiamoli così"

Non è il termine esatto, ma se qualcuno di loro dovesse sentirci potrebbe risentirne. Ci spostiamo sull'atrio , quasi in automatico, per aver un po' di riservatezza, proprio davanti all'ascensore. Questa villa è strana, non capisco il perché di un ascensore per collegare i due piani oltre alle scale.

"Is?"

Mi chiama così anche lei e a me non dispiace affatto.

"Si?"

"Anche tu ti sei sentita così? Come se tutto fosse giusto; come se potessi spaccare il mondo; come se.."

"Non ci sarebbe potuto essere nessun altro al suo posto? Nonostante tutto quello che hai immaginato prima."

Annuisce, grata di aver trovato qualcuno con cui condividere emozioni e sensazioni. E lo sono anche io. È entrata silenziosamente nella mia vita e si è rivelata una complice preziosa in molti momenti.

It is what it isDove le storie prendono vita. Scoprilo ora