Capitolo 9.

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Capitolo 9.

Ciao mamma,

so che forse non aspettavi una mia lettera

in questo momento,

ma ho bisogno di sapere cose ne pensate se quest'anno

invito Harry a passare le vacanze a casa.

Oggi siamo usciti a comprare i regali

e l'ho visto così giù di morale che mi ha fatto male.

Fammi sapere grazie.

Draco.

Il ragazzo spedì il gufo a casa e osservò Harry leggere un suo libro di pozioni.

Quando Harry si accorse del suo sguardo disse: «Draco, vado un attimo in infermeria. Ci vediamo tra pochi minuti va bene?»

«Certo. Ma stai bene?»

«Sì, sto bene piccolo» lo baciò con dolcezza e poi lasciò la stanza.

Pochi minuti dopo Harry raggiunse l'infermeria e andò da Madama Chips.

Notando che la donna era intenta a lavorare disse attirando la sua attenzione: «Madama Chips, ho un favore da chiederle» quando la donna posò gli occhi su di lui arrossì: «Certo dimmi pure...» arrossì imbarazzato e le domandò: «Potrebbe... ecco fare qualcosa perché io possa vedere anche senza occhiali?»

«Certo, però, dovrai tenere gli occhi coperti almeno per tre ore dopo che ho agito su di loro» il ragazzo sorrise e annuì.

La donna con calma curò gli occhi del ragazzo e li bendò, poi le domandò: «Hai un modo per tornare al dormitorio?»

«Sì» strinse la mano attorno la bacchetta e di nuovo delle stelle verde – argento comparvero e richiamarono Salazar che si presentò davanti a lui arrampicandosi sulla sua gamba: «Mi hai chiamato padrone» l'infermiera l'osservò per un attimo.

«Ti mostrerò mentalmente la strada per il dormitorio di Serpeverde mi dovrai guidare tu te la senti?» sentirlo parlare in serpentese era terrorizzante, e le portava alla mente Voldemort.

«Potter, sicuro di stare bene?» lo chiese perché non sapeva cosa il ragazzo stesse dicendo: «Sì, Madama Chips. Gli ho solo chiesto di guidarmi al dormitorio. Lui sarà i miei occhi per un paio di ore» quella risposta la tranquillizzò: «Va bene»

Il ragazzo lasciò l'infermeria con Salazar legato al braccio che lo guidava sibilando: «Fermo padrone ci sono di nuovo quei ragazzi del recinto davanti a noi»

Harry capì a chi si riferiva: «Bene eccoti Potter, non hai niente da dirci?»

«Cosa dovrei dirvi?» sapeva cosa volevano chiedergli, ma doveva sentirlo dalle loro voci: «Spiegaci perché hai fatto tutto questo? Sei andato nella casa dei nemici»

«Sarei dovuto andare a Serpeverde fin dal primo anno, ma dovevo sconfiggere Voldemort prima e adesso che sono libero dalla vostra abissale stupidità posso essere me stesso» la mano andò a posarsi sul petto. Sentiva dolore, ma non voleva darci troppo peso, però, i Grifondoro lo avevano visto perdere colore.

Salazar gli disse: «Padrone deve andare a riposare. È molto stanco»

«Lo so Salazar»

«Vado a riposarmi. Sono stanco» si mosse lentamente, ma un giramento di testa lo fece poggiare con il braccio al muro, respirava a fatica e questo per lui non era un bene. Ginny gli si avvicinò e fece per toccarlo: «Non mi toccare. Non ho bisogno del tuo aiuto...»

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