Capitolo 2.

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Capitolo 2.

Pochi minuti dopo Harry raggiunse la torre dei Grifondoro e varcato il ritratto fu assalito da Hermione: «Harry, che fine avevi fatto?» Hermione lo guardò preoccupata, ma quando lo vide con gli occhi gonfi e rossi capì al volo cosa stava passando e si limitò ad abbracciarlo: «Scusami se ti ho aggredito, ma ero preoccupata...»

«Non preoccuparti...» sorrise incerto per un attimo, ma il suo sguardo era spento come lo era da un po' di tempo a quella parte solo quando vedeva o parlava con Draco i suoi occhi si illuminavano, il problema, però, non era il ragazzo ma su padre Lucius Malfoy. L'uomo non aveva accettato l'aiuto di Harry, ma se lui non lo avesse fatto avrebbe perso per sempre Draco e sarebbe morto pur di raggiungerlo e stare con lui.

Harry andò a coricarsi Hermione e Ron convinsero i compagni in modo da lasciarlo in pace a riposare per un paio d'ore. Ne aveva assoluto bisogno e così lo lasciarono tranquillo. I signori Malfoy non avevano idea di quanto Harry stesse soffrendo per la loro aperta ostilità, in quel preciso istante Blaise era tornato nella sua stanza nella casa dei Serpeverde, dopo aver recuperato una pergamena e l'inchiostro si mise a scrivere una lettera.

"Egregi signori Malfoy.

Vorrei parlarvi di quello che ha portato il signor Harry James Potter ad aiutare la vostra famiglia. Il ragazzo in questione non voleva farvi un torto ha solo accantonato l'odio nei vostri confronti quando si è accorto di quello che stava per perdere e non voleva che la vostra famiglia venisse uccisa a causa di un udienza fatta da gente con dei pregiudizi. Ormai dopo quello che è successo con lei signor Lucius Malfoy, il ragazzo si sta lasciando andare troppo. L'ho osservato per diversi giorni e non sta molto bene, anzi, sta sempre peggio; volevo aggiungere che nonostante tutto oggi ha salvato vostro figlio evitandogli di farsi molto male cadendo dalla scopa alla fine della partita di Quidditch che si è tenuta pochissime ore fa. Vorrei perciò pregarvi di parlargli e capire così il perché del suo gesto, in questo modo salverete sia la vita sia il cuore di questo ragazzo.

Cordiali saluti B. Z."

Blaise sali fino alla gufiera e mandò la lettera ai signori Malfoy adesso doveva solo aspettare una loro risposta e vedere cosa sarebbe successo. A ora di pranzo tutti i ragazzi delle varie case si radunarono in sala grande, gli unici che mancavano erano Draco e Harry. Il ragazzo biondo era ancora in infermeria, mentre il ragazzo dai capelli corvini era nella sua stanza, sapevano che il ragazzo non aveva fame ma non poteva andare avanti così. Hermione e Ron lo capivano bene, ma Ginny e altri della squadra non riuscivano a capirlo e gli andavano contro, in fin dei conti lui era il capitano. «Adesso sono stanca Harry è il capitano non può comportarsi così perché non pensa alla squadra?» la ragazza era davvero molto arrabbiata. Hermione stanca dell'idiozia della rossa sbottò: «Ginny, smettila subito! Harry è sempre incasinato. Tu credi che con la morte del signore oscuro tutto sia finito, ma non è così... lui fa da qui al ministero tutti i giorni e non può farcela se voi gli andate contro mettendolo in difficoltà» la rossa disse ancora: «Non mi interessa di quello che fa»

Ron per dare man forte all'amica disse: «E se lasciasse la squadra cambierebbe qualcosa?» solo in quel momento la squadra li guardò preoccupati. Ron aveva toccato il tasto più importante: «Che cosa? Harry lasciare la squadra?»

«Sì me lo aveva detto che voleva lasciare tutto anche se a malincuore. Possibile che nessuno di voi si sia accorto che non ha più forza di andare avanti?» i due ragazza si alzarono sbattendo le mani sul tavolo e se ne andarono, ma Blaise, Pansy, Daphne e Theodore li seguirono poco dopo fermandoli.

«Weasley, Granger aspettate un attimo» i due ragazzi si voltarono a guardarli: «Zabini, come mai ci hai fermati?» la domanda della ragazza non lo sorprese per niente: «Come sta Potter? Vorremmo aiutarvi...» non sapeva ancora se avrebbero accettato il loro aiuto, ma già chiedere informazioni era un passo molto grande e importante per loro.

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