Chiamami col tuo nome

Elio...

Eppure tu non lo fermasti. Eri lì, lo vedesti con i tuoi occhi castani.
Lo avevi visto andare via nel buio della notte. Come vanno via i ladri.
Ma l'unica cosa che aveva rubato lui era il tuo cuore e non te lo avrebbe mai più ridato. Ma perché tu non lo avevi fermato? Sarebbe bastata una tua parola e lui sarebbe tornato. Ma tu no, zitto e muto nel silenzio della notte lo guardavi.  Lo guardavi andare verso un nuovo amore. Un amore che non era tale ma era semplice affetto. Perché ci si innamora in quel modo, in quel modo pazzo e assurdo, solo una volta nella vita.
E adesso come allora non lo hai fermato. Non gli sei corso dietro per dirgli che forse non avevi mai smesso di amarlo come aveva fatto lui.
Eppure lui te lo aveva dimostrato che ti amava ancora nonostante i mesi, gli anni che avevate passato separati. Quel maledetto invito che tu tanto odi ti era stato mandato per un motivo ma tu troppo stupido e ottuso non hai fatto niente.
E lui si era convinto che forse quel grande amore per te non era che una futile storiella estiva.
Ma come potevano essere, quei baci dati di nascosto, quelle mani fatte per stare l'una nella mano dell'altra, una cosa stupida?

Tutti i film ci insegnano sempre che "non si decide di chi innamorarsi" ma tu lo avevi fatto. Lo avevi visto sulla soglia di casa con il suo accento americano e avevi deciso. Avevi deciso che lo avresti amato anche senza essere ricambiato.
E lo avevi fatto fino ad ora, in quel modo assurdo, standogli lontano e ora che lui era tornato per te. Lo avevi fatto andare via.
"Oliver" ti aveva chiamato come quel patto che avevano fatto. E tu? Tu hai semplicemente finto di non ricordare ma dentro di te la tua voce urlava. Urlava con forza "Elio" ma non l'avevi ascoltata.
E ora chiuso in quella stanza su quel letto pieno di ricordi ti disperi piangendo lacrime di dolore. Lacrime che non avevi mai nascosto....
E nel buio di quella stanza lo avevi sussurrato. A basa voce, come se fosse un'errore.
"Elio..." lasciando scivolare quelle ultime lettere nella fredda aria invernale.