Ricordo ancora il nostro ultimo addio, eri tornato per consegnare di persona la tua tesi, un plico di fogli era diventanti un libro dalla copertina color pesca. Non ero riuscito neanche riuscito a prenderlo in mano, troppo preso dai ricordi che mi offuscano la mente. Piccole istantanee che formano un film, il nostro film. Eri rimasto per pochissimi giorni, la camera che una volta era stata mia e in cui non ero mai tornato era diventata di nuovo tua. Con te erano tornati anche i complessi, non parlavamo più dello stretto necessario, non stavamo nella stessa stanza per più di un pranzo o una cena. Non ci guardavamo in faccia, troppo spaventati dai nostri occhi, ma i complessi sul se bussare o meno a quella porta che ci divideva ma ero stato forte, o forse troppo debole, però sapevo che anche tu avevi lo stesso problema, le assi scricchiolavano sotto il tuo peso ma non ti avvicinavi mai da fare in gesto avventato, una quasi totale indifferenza. Conversavi con mia madre sui preparativi delle notte, sembravi così entusiasta da farmi dividere di noi ma la tua mano ti tradiva, un tic nervoso che smentiva le tue affermazioni. Poi tra imbarazzo e sguardi eri dovuto partire. Seduto sull'erba del giardino che mi solleticava i piedi ti guardavo riempire con pacchi di cibo e con la tua unica valigia la macchia dei miei che ti avrebbe portato alla stazione. avevi abbracciato mia madre che ti raccomandava di farti sentire e che ti avvisava ci saremmo rivisti al matrimonio. Mi avevi guardato fingere di leggere lo stesso spartito e ti eri avvicinato cauto, quasi titubante.
"Elio..." non li chiamavi mai con il mio nome.
"Oliver" mi ero alzato, eravamo faccia a faccia, ho dovuto fare in passo indietro ma mi avevi trattenuto. L'odore della tua camicia arrivata con prepotenza al mio naso mentre mi stringevi. Le mie braccia si erano strette sulle tue spalle. "Non verrò" avevo sussurrato.
"Dove?"
"Al tuo matrimonio, non posso"
"Lo capisco" mi avevi guardato negli occhi e il mio corpo aveva cominciato a tremare e i miei occhi a pizzicare. Mi ero stretto nuovamente a te nascondendomi da quello sguardo che avrebbe capito tutto.
"Oliver....non fare così. Non per me. Troverai qualcuno per te ma non sono io" e io avevo capito. Quella sarebbe stata l'ultima volta che ti avrei visto l. È stato il nostro ultimo addio. Un immagino ferma nel tempo, i corpi di due ragazzi abbracciati che si sussurrano addio, un abbraccio che era finito e ti avevo visto salire sulla macchina.
Di te mi resta quell'ultimo sguardo e quell'ultimo contatto.
Così era stato il nostro ultimo addio.
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Chiamami col tuo nome
Short StoryRacconti parzialmente ispirati al film/libro "chiamami col tuo nome" Non seguono la trama alla lettera. Diciamo che uso quasi esclusivamente i nomi dei protagonisti. Non sarà aggiornata spesso perché mi sto dedicando allo studio ma se può interess...