Il patto

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Pochi isolati lo separano dall’abitazione di Michelle, da quella via dove, in passato, ha potuto osservare gli alberi crescere e le case nuove e moderne spuntare come funghi, affollandola.

Passa di fronte ad un piccolo parco, situato davanti ad un alto condominio tarrazzato e per qualche istante, nonostante la tensione e la fretta di raggiungerla, decide di fermarsi e fissare quell’altalena, dove tutto è iniziato, dove lui che in un giorno qualunque passava per caso di là aveva incontrato una Michelle sola, bruttina e tanto triste, per la battaglia contro il cancro persa da parte di sua madre.

Le aveva chiesto perchè stesse piangendo e lei si era confidata; da lì lui l’aveva presa sotto la propria ala, inserendola nella compagnia ed essendole amico, l’unico, vero.

Se solo avesse saputo….

Andrea riprende a camminare, ringhiando come un cane. Sente la testa scoppiargli e la gola gli brucia mentre continua ad ingoiare saliva; è convinto di poter sputare fuoco come un drago per la rabbia che ha dentro in questo momento.

Eppure…è strano. Dopo tanto tempo, quasi due anni, senza avere alcuna notizia di Michelle, senza vederla, nè sentire la sua voce, quasi gli è mancata. E, nonostante il momento, sente una strana sensazione di felicità all’idea di rivederla.

Scuote la testa.

“Devo essere matto” pensa “Non ho alcun motivo per essere contento di vederla, non dopo quello che ha fatto…perchè è stata lei, sono sicuro che è stata lei!”

Finalmente è arrivato. Sale le scale di pietra bianca e sgretolata della vecchia palazzina dove Michelle è nata, raggiunge il terzo piano, la terrazza con tutte le porte dei diversi appartamentini e si ferma davanti alla sua, di porta.

Respira a fondo prima di bussare, una volta, due volte, dieci.

Saltella su una gamba, poi sull’altra perchè la rabbia è troppa e non sa come scaricarla, non fino a che non avrà preso per i capelli quella stronza, sbattuta a terra e picchiata di santa ragione, fino a quando lei non avrà confessato il suo crimine e lui potrà consegnarla alla polizia, sperando di fermare la sua follia una volta per tutte.

Sta per bussare un’altra volta quando la porta finalmente si apre e Andrea rimane con il pugno sospeso.

Gli occhi gli si spalancano alla vista di ciò che ha di fronte.

La nuova Michelle non ha niente a che fare con la vecchia Michelle.

Lei, che non ha più un caschetto di capelli piatti in testa, ma una criniera lucida e apparentemente morbidissima le sorride. Lei che non ha più gli occhi piccoli e spenti, ma due enormi pietre nere che luccicano sotto a delle lunghe ciglia da cerbiatto alza una mano per salutarlo. Lei che non sembra più essere la piccola innocente Michelle, ma qualcuno che ha fatto un patto con il diavolo per arrivare ad essere ciò che è ora, dice:

“Andrea…è così bello vederti…”

Andrea respira profondamente, rabbuiandosi. Le si butta addosso ed entra in casa sua, sbattendola contro il muro. La preme forte contro esso, con un braccio sulla gola, mentre con l’altra mano le tira i capelli all’indietro.

Michelle è immobilizzata. E sghignazza.

“Che cosa le hai fatto?!” sbraita Andrea. Intanto all’interno delle sue narici si insinua un forte profumo di… non lo sa, qualcosa di buono, qualcosa che gli piace. “Io so che tu… le hai fatto…qualcosa.”

Andrea si stacca; non riesce a concentrarsi.

Sente la rabbia che lo sta abbandonando e non vuole. Sa che è sotto incantesimo e non può permetterglielo.

“Non sei cambiato per niente, Andrea.” sorride Michelle, accarezzandosi la gola. “Sei sempre il solito impulsivo senza razionalità.”

Lui scuote la testa.

“La mia fidanzata è morta.” dice lui, con tono grave. “E io so…sono sicuro, che sei stata tu.”

Una sonora risata da parte della ragazza sembra risvegliarlo dai suoi pensieri. Si sente improvvisamente uno stupido.

“Cosa ti fa pensare che io abbia ucciso la tua ragazza? Quando? Come?”

Andrea indietreggia ancora.

La sua sicurezza, la sua rabbia… stanno sparendo.

“Io…non lo so.” si porta una mano sulla testa. “Io… cazzo,ero così sicuro…”

Michelle incrocia le braccia.

“E perchè non lo sei più?” sorride, maliziosa. “Qualcuno ti ha fatto cambiare idea, a quanto pare.”

Andrea la lancia un’occhiataccia.

“No, non qualcuno. Qualcosa.” indietreggiando esce dalla porta, tornando a respirare l’afosa aria estiva della sera. “Non riuscirai a farmi uno dei tuoi incantesimi. Strega.”

Michelle diviene seria.

“E’ inutile che ci provi, mio caro…” sibila lei, tra i denti. “Non puoi scappare…non riuscirai a salvarti.”

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