L'altra faccia

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aveva puntata da tempo, tenuta sotto controllo, osservata, studiato i suoi movimenti, ora sapeva tutto di lei ed era pronto.
Elisabeth uscì della facoltà di legge accompagnata da diversi colleghi.
Jonny scese dall'auto, aveva il cellulare all'orecchio e faceva finta di parlare.
Con la coda dell'occhio vide la ragazza che salutava e si augurò che non si portasse dietro nessuno. A volte lo faceva.
Elisabeth arrivò davanti alla macchina, sbloccò la chiusura centralizzata ed entrò.
Jonny si trovava davanti allo sportello del passeggero, infilò il cellulare in tasca impugnando la pistola e, come se niente fosse, s'infilò in macchina.
"Una parola e t'ammazzo". Disse estraendo la pistola.
La ragazza, con le lacrime agli occhi, eseguì tutti gli ordini che l'uomo le impartiva man mano che procedevano fuori dalla città fin dentro un boschetto isolato.
Jonny prese le chiavi della macchina e disse "spogliati."
Elisabeth girò la testa verso il finestrino e piangendo disse "per favore..."
L'uomo le diede un colpo con il calcio della pistola sulla spalla. "Spogliati".
"Non voglio... la prego... non voglio farle del male..."
L'uomo scoppiò in una risata.
"Su, fammi male..." Disse afferrando e strappandole il bavero della camicia.
Elisabeth si voltò di scatto e nel vederla il cuore di Jonny perse diversi colpi.
La testa della ragazza si era schiacciata e ricoperta di scaglie, gli occhi erano diventati verdi, l'iride triangolare, il collo e la spalla si ricoprivano di squame verdastre mentre nell'aria si sentiva un sibilo ovattato.
Elisabeth schiuse le labbra, srotolò la lunga lingua biforcuta e andò ad assaggiare le goccioline di paura sul viso dell'uomo.
Jonny cominciò a sparare ma le pallottole rimbalzavano su quella pelle dura.
Lei sorrise e mentre chiudeva con il gomito lo sportello afferrò il collo dell'uomo urlante, lo avvicinò e gli disse "baciami".

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