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SMUT

LO SFIANCANTE DESIDERIO DI TE

"La voglia di baciarti in qualsiasi situazione, in qualsiasi posto, in mezzo a qualsiasi folla, a metà di qualsiasi discorso davanti a qualsiasi persona, a qualsiasi ora.
È estenuante. Sfiancante. Mi divora.
Ti prego, fa' che non mi passi mai."
Sofocle, Antigone

Non bisogna parlare.
Quando ci si guarda negli occhi, bisogna tacere, lasciare spazio a quanto di più astratto è concedibile.
«Non dire nient'altro» mi sussurrò Yoongi, le dita che percorrevano l'orlo delle mie labbra gonfie di baci, baci che continuavano a cercarsi in qualsiasi istante. In caffetteria, al mattino, durante la colazione. Per strada, sotto la pensilina di una fermata dell'autobus.
In un museo, come quello che stavamo visitando in uno dei pomeriggi a noi liberi da altre preoccupazioni, dove le mie mani stringevano soltanto le sue.
Nascosti per i corridoi, nelle zone buie, isolate, ci baciavamo, sotto gli occhi di mille ritratti e quadri, creando colori che quelle pennellate non possedevano, creando gelosia negli occhi dell'artista, vivo in quelle firme lasciate sulla cornice. Uniche.
Le dita viaggiavano curiose sui nostri corpi, sulle ferrovie tessute sulla stoffa dei nostri vestiti, sfiorando i lineamenti tanto fantasticati per alimentare ancora di più la fiamma di un desiderio tanto ardente. C'eravamo noi, l'istante successivo non più.
Perché dentro quel fuoco ci annientavamo, vittime di una sintonia tanto intensa da essere tossica.
Stringevo allora i suoi polsi con le mie mani, con il timore che, in quelle litanie sussurrate tra un respiro ed un altro, Yoongi potesse scivolarmi via, scappare, abbandonarmi in quel rogo incessante, eterno.
Il suo tocco era gentile, ma lasciava sulla mia pelle l'odore di bruciato.
«Baciami di più, Namjoon» sorrideva, fiatava, gli occhi socchiusi e il tono supplichevole. «Desiderami di più, adesso»
Sapeva come tenermi legato a se', alla curva dolce del suo collo, e lasciava vibrare nelle sue costole il bisogno di sentirsi guardato, voluto, amato come nessuno aveva mai fatto.
Desiderava essere l'unico, in tutta quell'arte desiderava essere l'opera più bella. Con il fiato corto, le gote rosse, ai miei occhi Yoongi lo era, ma la consapevolezza in lui diventava fame.
«Joonie, Joonie, così mi stai facendo male» Si liberò dalla mia presa, strinse tra le dita ciocche dei miei capelli. «Mi fai male» continuava ad ansimare, mentre ora le mie mani erano ferree sui suoi fianchi.
Il piacere lo feriva, con quel suo germinare così in fretta nello stomaco, e si lamentava mentre continuavo a toccare con le labbra la sua pelle arrossata, dove depositavo dei fugaci segni della nostra attrazione.
Sentivo la sua erezione pulsare sul tessuto dei miei pantaloni, il suo cuore battere all'impazzata mentre cercava il mio.
«Lascia che sia io a fartene» Mi illusi di cogliere una sottile linea di romanticismo nella sua frase, delineata da sottili figure retoriche e gemiti.
Ci trascinammo nel bagno vuoto del secondo piano, ci avvinghiammo intrecciati come lacci dei suoi anfibi mentre le sue mani ricercavano la mia cintura.
La slacciò, tra baci e tremori, e sbottonò i miei pantaloni, che toccarono il suolo ben presto.
«Ti insegnerò ad amare come si amano i giovani oggi» mi dipinse quelle parole sulle labbra con la punta della lingua, la successiva frase sfiorò il calore del mio corpo, così debole di forza di volontà al suo cospetto. «Con furia, lussuria, ed un pizzico di cannella»
Le sue ginocchia toccarono le mattonelle fredde del pavimento insieme all'ultimo indumento rimasto, i suoi occhi incontrarono i miei prima che le mie dita facessero dei suoi capelli un intreccio e le sue labbra della mia pelle la sua opera d'arte.
Perché ero suo, suo, e lui era mio, mio.
Lo ribadiva con i suoi continui movimenti di lingua ed i suoi continui baci, ed ero troppo annebbiato dalle emozioni per vederlo. Per scorgere quanto lui mi desiderasse, molto più di quanto lo facevo io.

Yoongi era una combustione esplosiva, rapida. La fretta delle prime vere esperienze tuonava nelle sue vene come i primi temporali estivi. Troppo intensi, fragorosi, squarciavano il caldo di Luglio per inaugurare freddi e brevi giorni, umidi da penetrarti nelle ossa.
Ero il primo. Anche Yoongi lo era per me. Ma fu credere che fossi l'unico il primo errore.

Toxic
Yaël Naïm
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note

Mi ha rattristato la mia inattività di questa settimana, ma ho il mese pieno di impegni.

Spero che la prossima vada meglio, nel frattempo vi lascio con questo capitolo, caldo quanto le guance di Yun che ora dorme al mio fianco.

Spero che vi sia piaciuto.

—Stefania

Pesca Vaniglia [k.nj, m.y]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora