11.Baratro

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Lentamente, Erin cominciava a convincersi del fatto che Rein era sparita da Alexandria, ma ancora non aveva idea di cosa fare.
Seguiva Freija e Vivi per quei corridoi immensi e regali, che ripercorreva per la seconda volta.
Arrivati nella stanza del consiglio, subito sentirono urla e disguidi.
- Non possiamo Gidan! - esclamò Daga.
- Non capisco proprio - disse Gidan - Un esercito non potranno certo fermarlo, sono solo in due -
Erin rimase in disparte, mentre Freija e Vivi entrarono nella sala.
- Cosa succede? - domandò Freija.
- Gidan pensa che sia giusto scagliare un esercito contro Ardyn e Mikoto... - disse Kuja - Daga però non pensa sia la cosa giusta -
- Sarebbe scorretto - replicò la regina - Sono solo in due, e il popolo ora ha bisogno di aiuto -
Gidan sembrava esasperato, al limite, e ancora più furioso disse - Sei stata tu a non fidarti di lei da subito, e ora dici che non è corretto? -
Daga non riusciva più a stare calma, anche lei esplose - Se solo tu ti fossi fidato di noi, non sarebbe successo! - urlò.
Gidan rimase in silenzio, e quasi fece per andarsene, ma un soldato di Alexandria entrò nella sala sbattendo per sbaglio contro Erin.
- Maestà, la signorina Eiko sta male - disse.
Daga corse subito fuori insieme alla guardia, Erin rimase immobile mentre Freija seguì la regina.
- Lei chi è? - domandò Gidan.
- È la nuova custode del Keyblade, Erin giusto? - disse Kuja.
Erin annuì facendo un passo dentro la sala, Vivi si avvicinò a Gidan.
- N-Non trova su-sua sorella! - disse il maghetto - Però p-penso pos-ssa aiutarci a lo-lottare! -
Erin voleva sicuramente aiutare, ma il suo pensiero fisso era Rein.
- Temo che mia sorella non sia più ad Alexandria, con il caos che si è creato... non so più dove sia finita - disse Erin abbassando lo sguardo - Posso aiutarvi, ma sappiate che il mio pensiero principale sarà sempre mia sorella -
Gidan rimase in silenzio, sedendosi su una lussuosa poltrona.
Kuja sospirò - Lo capiamo, sei la benvenuta comunque, una custode ci sarà molto utile -
Freija tornò nella sala, aveva le gambe tremanti e sudava quasi spaventata.
- Dovete... venire tutti... Eiko... -
Gidan senza aspettare uscì, seguito dal resto del gruppo.

- Eiko, cara... non può essere - disse Daga con gli occhi lucidi.
La piccola sciamana si agitava nel letto, tremava, emetteva gemiti di dolore... ma la cosa più spaventosa era l'aspetto: era ricoperta di chiazze nere.
Erin rimase lontana, mentre Gidan e Kuja restarono sconvolti nel vedere Eiko ridotta così.
- Non è possibile - disse Gidan.
- È come è successo in città - disse Kuja - Si sta diffondendo... -
Daga si allontanò nel corridoio piangendo, senza saper più come reagire.
Non poteva più vedere altra gente morire, dopo i suoi fidati cavalieri Steiner e Beatrix... ora pure la sua cara amica e compagna di avventure Eiko?
Erin rimase scioccata vedendo anche quella persona in quelle condizioni.
Cosa stava succedendo?
- Contattiamo Radiant Garden - disse Gidan - Dobbiamo capire se sta succedendo anche in altri mondi -
•••
Cloud, Tifa e Barret camminavano rapidamente per i vicoli abbandonati, restando sempre vicini.
Cloud quasi aveva dimenticato Midgar e i suoi luoghi sperduti, ma era sicuro che prima la città era più abitata.
Non c'era nessuno, nemmeno un'anima viva passava lì vicino.
- La cosa diventa inquietante - disse Tifa, restando vicina a Cloud.
- Troppo - intervenne Barret guardandosi alle spalle per assicurarsi di non essere seguiti da strane presenze.
Cloud non aveva fiatato da quando erano usciti in ricognizione, era assorto nei suoi pensieri e ricordi lì.
Ricordava Tifa, Barret, gli Avalanche, la chiesa di Aerith, i Turks... Sephiroth.
Era meglio dimenticare, che ricordare.
- Cloud, ti senti bene? - domandò Tifa preoccupata.
Cloud tornò con la mente tra i due amici, e li rassicurò - Sì, sto bene -
- Bene, perché abbiamo compagnia - disse Barret indicando una figura lontana che camminava trascinandosi dietro la gamba probabilmente rotta.
- È uno solo - disse Cloud.
- Sarà uno di quelli... malati? - domandò Tifa impaurita da quella figura.
Il gruppo si avvicinò, ma l'infetto aveva compagnia: accanto a lui uscirono altre tre figure come lui, e alle loro spalle ne apparvero altre quattro.
Sembravano veloci e agili a differenza della prima.
- Dobbiamo seminarli - disse Cloud restando calmo.
- Siamo in un vicolo - rispose Barret - Come facciamo? -
Gli infetti si avvicinavano rapidamente, così Tifa indicò un tombino esclamando - Lì! Andiamo nelle fogne! -
I tre iniziarono a correre, ma dopo qualche metro Tifa inciampò prendendo una storta.
La ragazza urlò di dolore, ma Cloud senza indugiare la prese, Tifa avvolse il braccio attorno alle sue spalle e seguendo Barret entrarono nelle buie e oscure fogne, seminando gli infetti.

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