Prefazione

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Il solito squallido motel, stanza 804.
Mi hai chiamata tu, questa volta, dopo che ci eravamo ripromesse di non vederci più. Non ti avrei mai detto di no e hai sfruttato questo a tuo favore.
Quando arrivo sei già lì ad aspettarmi seduta sul letto. Sei vestita perché ti piace farti spogliare e non ci metto molto a farlo.
Non ci diciamo nulla, le parole sono inutili quando sono i corpi a parlare. Ti scopo tutta la notte in un letto che di momenti come quelli ne deve aver visti anche troppi. E mi infastidisce perché ti meriti di fare l'amore in un posto migliore, degno della persona che sei.
Ti guardo venire e amo ascoltarti mentre gemi. Non vuoi altro che usi la mia lingua su di te.
È l'alba quando capiamo che non possiamo continuare, non abbiamo più vent'anni.
Ti appoggi con la testa sul mio petto come hai sempre fatto e resti ad ascoltare il mio cuore che batte all'impazzata. Per te.
Ti bacio la fronte e tu allunghi il collo verso di me per unire le tue labbra con le mie.
Sei bellissima stasera.

~*~

Ci sono frasi che hanno acquisito un senso. Ci sono parole che finalmente riesco ad associare a qualcuno. Ci sono storie che mi ricordano la nostra. Ed è per questo che ho ricominciato a scrivere e sopratutto scrivere di noi. È un modo per poterti arrivare senza però esserci fisicamente. Ho ricominciato a scrivere perché tu mi ispiri e mi sproni sempre. Non mi dici che va tutto bene anche quando faccio una cazzata e non sempre vuoi farmi le coccole, ma sono quei momenti in cui mi dici che ti manco che mi fanno capire che tipo di legame abbiamo. Ho ricominciato a scrivere perché ho sentito il tuo sostegno. Ho ricominciato a scrivere per me, perché da quando ho smesso di leggere non ho un altro posto dove rifugiarmi. O forse avrei te, se solo fossi qui. 

Vieni ad abbracciarmi, mi manchi.

Con amore, V.


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