Capitolo 18: Una nuova vita

268 16 0
                                    

Le tre lettere in corsivo tatuate sul polso di Zen brillarono sotto la luce dei lampioni e pensò al contenuto del borsone nel bagagliaio dell'auto.
C'erano i primi vestitini per il bambino, i documenti di Ego e il necessario per lei e questo le fece realizzare che tutto stava diventando vero.

Tirò un sospiro quando si ricordò del passeggino montato nella cameretta di Ars, della culla che dondolava mossa dal vento accanto al loro letto e del seggiolino per auto che a breve avrebbe accolto il piccolo. Avevano preso tutto pochi giorni prima e le due ragazze erano andate a farsi tatuare il nome del loro bambino appena in tempo, come se avessero sentito il suo arrivo imminente.

La stretta di Ego si fece più serrata e questo servì per riportarla alla realtà. Erano nell'auto di suo padre e stavano andando il più velocemente possibile in ospedale.
La bionda aveva i capelli raccolti e il viso pallido illuminato dalle luci fioche della sera. Cercava di controllare il respiro, teneva una mano sulla pancia dura e una in quella di Zen e aveva il cuore che accelerava i suoi battiti ogni minuto che passava.
Si girò per guardarla e la ragazza tatuata le infuse un po' di tranquillità con gli occhi.

I primi dolori erano arrivati qualche giorno prima e le contrazioni erano cominciate nel primo pomeriggio e se all'inizio erano state lievi, poi erano diventate più intense. Zen le era rimasta vicino a ogni scarica di dolore, sdraiate sul letto con Ars che molto presto sarebbe stato tra le loro braccia. Era in anticipo di più di una settimana sulla data presunta del parto fissata alla prima ecografia, ma era quasi un sollievo che nascesse prima.

Ego aveva resistito fino all'ultimo momento, ma le si erano rotte le acque all'improvviso e non aveva più potuto rimandare, così erano corse in macchina con il signor Foster più agitato di loro ed erano partiti per l'ospedale.

La bionda strinse gli occhi ad ogni contrazione ma non si lamentò mai del male. Tenne gli occhi fissi sulla strada e pregò di arrivare presto perché voleva che finisse tutto. Erano stati nove mesi complicati ed estremamente stupendi: l'evoluzione del rapporto con Zen, le loro notti a fare l'amore o solo a parlare, la morte di Mad, il riavvicinamento con la sua famiglia. La prima ecografia, la paura di perdere Ars e la scelta del nome. I vestiti, i ciucci, i piccoli giocattoli.
Ego ripercorse in poco tempo quei giorni infiniti in cui il suo corpo era cambiato e piano piano aveva preso la consapevolezza del fatto che sarebbe diventata madre.

Arrivarono al pronto soccorso ostetrico e i tre furono accompagnati un paio di piani più in alto per gli esami preliminari prima del ricovero.
Ego fu aiutata da Zen a stendersi sul lettino, mentre il signor Foster rimase fuori dalla stanzetta per chiamare i genitori della bionda.

<<Stai bene?>> le chiese la ragazza tatuata accarezzandole la testa.

<<Ho paura.>> rispose. Un'altra contrazione la colpì facendo indurire il suo viso.

<<Del dolore?>>

<<No>> replicò a bassa voce. <<Ho paura di non essere una brava mamma.>>

Zen si lasciò scappare un sorriso e prese Ego per mano. La strinse piano e poi se la portò alle labbra stampandoci sopra un bacio.

<<Non ti devi preoccupare>> le disse. <<Ars starà bene.>>

La sua ragazza annuì e poi lasciò che le infermiere le facessero gli esami. Le misurarono la pressione, sentirono il battito del bambino, monitorarono la frequenza delle contrazioni e dopo la trasferirono in una camera.
Ego prese dal borsone una camicia da notte e, dopo essersi spogliata completamente sotto lo sguardo di Zen, se la fece scivolare sulla pelle punteggiata di brividi. Si sdraiò dolorante sul letto e una delle infermiere che l'avevano visitata prima venne a farle la flebo e ad avvisarla che la dottoressa Ginger e l'ostetrica sarebbero venute presto a controllarla. Le due ragazze la ringraziarono e poi rimasero sole.

ThreeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora