Alla fine era andata più o meno in questo modo: le due ragazze erano tornate a casa e Zen aveva allungato un sottile cartoncino a Ego. Era la prenotazione per un tatuaggio da fare insieme, magari il nome del bambino, e la bionda l'aveva abbracciata forte quando l'aveva visto.
<<Meno male che non doveva essere nulla di che.>> le aveva detto prima di baciarla.
<<Infatti è così.>> aveva risposto sorridendole.
Era passato poco più di un mese da quel momento, Ego era entrata nell'ultimo trimestre di gravidanza e gli esami erano solo un ricordo lontano. Aveva fatto di tutto purché la pancia non si vedesse, ma stava diventando quasi impossibile e a volte aveva notato certi sguardi nei corridoi che le avevano messo i brividi. Il giorno dell'ultimo esame lei e Zen erano tornate a casa così euforiche che avevano fatto l'amore tutto il pomeriggio e poi per tutta la notte senza mai stancarsi l'una del corpo dell'altra.
In quei mesi avevano raccolto tanti oggetti per il bambino e le scatole da fargli vedere una volta cresciuto erano diventate due. C'erano il primo test, la foto scattata la sera del ballo, alcune ecografie, piccoli vestitini, ciucci e un medaglione vuoto in attesa di essere riempito. Dato che sapevano che fosse un maschio avevano riguardato di nuovo tutti i vestiti di Zen e ne avevano scartati alcuni perché troppo femminili, poi il signor Foster era arrivato con un altro scatolone pieno di oggetti.
<<Erano di tuo fratello>> aveva detto alla figlia appoggiando tutto sul letto. <<Credo che ora potranno essere utili.>>
<<Grazie>> aveva risposto stringendogli la mano. <<Per tutto quanto.>>
Con i genitori di Ego andava meglio e ogni tanto la chiamavano per sapere come stesse. Era soprattutto sua madre a parlare, ma la ragazza sapeva che ci fosse lì anche suo padre ad ascoltarla. Venetia era una presenza fondamentale ed era spesso a casa di Zen per stare in compagnia delle due. Forse quell'esperienza stava cambiando anche lei che ora sembrava più matura e consapevole del mondo che le stava attorno.
Erano gli inizi di agosto, le due ragazze erano sedute in giardino a prendere un po' di sole, Zen mostrava il suo corpo tatuato e Ego il profilo del suo ventre, mentre aspettavano sua sorella cercando di trovare il nome per il piccolo.
<<Che ne dici di Eli?>>
<<Troppo da Bibbia.>> ribatté Ego.
<<Amore, di nomi con tre lettere ce ne sono pochi, non fare la difficile.>>
<<Non sto facendo la difficile. Semplicemente non voglio accontentarmi di un nome qualunque.>>
Poco dopo videro arrivare Venetia, ma dietro di lei c'era un chiacchiericcio che fece alzare in piedi le ragazze. Infatti il signor Foster stava parlando con i signori Tegeirian mentre li accompagnava fuori.
<<Che cosa ci fanno loro qui?>> bisbigliò Ego alla sorella.
<<Ti volevano vedere>> rispose. <<È stato papà ad insistere.>>
La ragazza ne fu sorpresa, ma poi andò loro in contro per salutarli. Sua madre la strinse forte a sé, mentre suo padre la abbracciò rigidamente, ma era più di quanto lei si sarebbe aspettata.
<<Speriamo di non avervi disturbate.>> disse la donna.
<<No, stavamo pensando a qualche nome per il piccolo.>>
Il signor Tegeirian fece un passo verso la figlia e le accarezzò la pancia. Rimasero tutti col fiato sospeso dalla spontaneità di quel gesto da restare incantati a guardarlo.
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Three
Teen Fiction> le disse. > > a Zen tremò il labbro dall'emozione. > rispose. > entrambe risero e desiderarono baciarsi ancora. >