Capitolo 1: Il gatto

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Una lieve pioggerella cadeva fine sulla città e sul casco che Zen portava al braccio. Stava aspettando l'arrivo di Ego, la sua migliore amica, fuori da scuola e rabbrividiva di più ogni minuto che passava. La ragazza era in ritardo, non era da lei, e questo fece preoccupare Zen. Suonò la campanella e lei decise di entrare dato che l'intensità della pioggia stava aumentando, ma non era tranquilla.

Conosceva Ego da tutta la vita e la puntualità era sempre stata il suo forte. In realtà qualsiasi cosa facesse risultava perfetta e Zen spesso l'aveva ammirata per questo. Erano diventate amiche da bambine e non si erano più separate. Avevano fatto insieme il primo piercing, lei al naso e Ego sul capezzolo, si erano sostenute a vicenda ed erano andare in vacanza al mare tutte le estati. Zen l'aveva portata sulla sua moto parecchie volte quando aveva avuto bisogno di staccare un po' e Ego aveva realizzato per lei i disegni che poi sarebbero diventati i suoi tatuaggi: un pezzo di filo spinato sulla tempia, un piccolo tribale sul collo e la parola nuit appena sopra al ginocchio sinistro. Era brava nel disegno anche se non voleva ammetterlo, ma ciò che amava di più erano le fotografie. I suoi genitori le avevano regalato una macchina professionale e per Ego ogni occasione era buona per scattare qualche foto.

Zen percorse il corridoio gremito di ragazzi immersi nel loro chiacchiericcio e camminò, facendo risuonare gli anfibi, verso una figura che sbucava al di sopra della folla. Mad, il ragazzo di Ego, era girato di spalle e rideva con la sua compagnia di amici. Era il più alto di tutti, spiccava per la sua pelle mulatta e si girò non appena Zen gli toccò la spalla. Il suo sorriso si spense all'istante e gli occhi, leggermente arrossati, si incupirono. Lei lo sopportava a malapena, ma stava con la sua amica da quasi due anni e con il tempo aveva imparato a fingere di farselo andare bene anche se quel ragazzo non si meritava Ego neanche lontanamente.

<< Che cosa vuoi Zen?>> domandò brusco.

<<Buongiorno anche a te>> rispose sardonica. <<Sai dov'è Ego?>>

<<Perché dovrei saperlo?>>

<<Forse perché è la tua ragazza?>>

<<Non so dove sia.>> ribatté duramente e si voltò.

Zen se ne andò esasperata ed entrò in classe sentendosi poi sola tutta la giornata. Era seduta nell'ultimo banco vicino alla finestra e non riusciva a staccare lo sguardo dal cielo grigio e carico di pioggia. Un po' lo stesso colore degli occhi di Ego.

Aspettò un suo messaggio durante le ore di lezione e la pensò così intensamente che le venne il mal di testa, però lei non si fece sentire. Zen cominciava a essere davvero preoccupata e il comportamento di Mad di certo non la tranquillizzava. Lui e Ego litigavano spesso nell'ultimo periodo e doveva esserci stata una discussione tremenda se la sua amica aveva deciso di non presentarsi a scuola quel giorno.

Quando uscì da scuola Zen chiamò Ego al cellulare un paio di volte, ma squillò sempre a vuoto. Mentre andava alla moto intravide Mad in un angolo del giardino che fumava con alcuni compagni e scosse la testa in segno di disapprovazione.

<<Perché quella faccia?>>

Zen spostò gli occhi dal gruppetto a quelli di Ade, il suo ragazzo. Erano così scuri da sembrare neri in quei giorni uggiosi e la mettevano in soggezione.

<<Ehi, che ci fai qui?>> gli chiese andandogli in contro.

<<Ho finito prima di lavorare e sono passato a prenderti, ma vedo che sei già a posto con il passaggio.>>

Indicò con la testa la moto blu scuro e poi le diede un bacio. Le passò una mano tra i lunghi capelli mossi color oro fuso districandoli piano e se la tirò ancora più vicina. Ade aveva un profumo intenso simile a quello degli agrumi e a Zen piaceva spruzzarselo addosso prima di venire via da casa sua per portarsi dietro un po' di lui. Stavano insieme da qualche mese e lui era travolgente e passionale, mentre lei era più prudente e non correva troppo. Teneva davvero a quel ragazzo, ma sapeva di non esserne innamorata completamente.

<<Vuoi guidare tu?>> gli chiese quando si separarono.

<<Sì>> rispose. <<Ti porto a casa?>>

Zen annuì e si mise il casco, poi salì dietro a Ade e i due sfrecciarono via. Non impiegarono molto tempo ad arrivare, ma la ragazza aveva notato qualcosa di strano fin dall'inizio della via che conduceva a casa sua. C'era qualcuno seduto sui gradini, qualcuno che si teneva la testa tra le mani e che la alzò di scatto quando sentì il rumore del motore. Zen riconobbe subito chi fosse e non aspettò nemmeno che Ade spegnesse la moto prima di scendere e togliersi il casco. Si precipitò ad aprire il cancelletto in ferro e abbracciò forte Ego che nel frattempo si era alzata.

<<Dove sei stata? Ti ho chiamato mille volte.>>

<<Avevo bisogno di stare sola, mi dispiace.>> rispose mesta e abbassò lo sguardo.

<<È successo qualcosa?>>

<<Mi faresti la cioccolata calda?>>

Quello era il suo modo per dirle che aveva qualcosa di importante da raccontare e lei non poteva mai tirarsi indietro davanti a quella domanda.

<<Sì, andiamo dentro.>>

<<E io che faccio?>> esclamò Ade.

<<Scusa amore, ma è davvero urgente. Ti chiamo più tardi>> disse Zen. <<Potresti mettere la moto in garage per favore?>>

Gli mandò un bacio con la mano e poi entrò in casa insieme a Ego. All'interno c'era un tepore piacevole e le due andarono direttamente in cucina. La ragazza tatuata appoggiò il casco sul tavolo e abbandonò la giacca su una delle sedie, imitata dall'amica. Zen la guardò sedersi distrattamente e si accorse di quanto soffrisse. Aveva i bei capelli biondi legati in una coda alta che faceva risaltare il suo viso magro e molto pallido, due mezzelune scure le infossavano lo sguardo e le mani tremavano lievemente.

Si mise a preparare la cioccolata come Ego le aveva chiesto e mentre era di schiena la sentì piangere. All'inizio Zen andò avanti a fare ciò che stava facendo per non mettere a disagio l'amica, ma poi questa non riuscì più a trattenere i singhiozzi e lei le si avvicinò, le mise davanti la tazza con la cioccolata e le appoggiò una mano sulla spalla. Ego frugò nelle tasche della giacca e tirò fuori le sigarette, ne accese una e ne offrì una anche a Zen.

La cucina si riempì presto di fumo e di silenzio. La bionda non parlava e fissava la tazza con occhi vacui facendo sentire la sua amica impotente.

<<Mi dispiace di averti rovinato il pomeriggio con Ade.>> disse all'improvviso.

<<Non ti preoccupare. Sei la mia migliore amica e vieni assolutamente prima tu di lui>> ribatté l'altra. La ragazza fece un piccolo sorriso e poi tornò seria. <<Che succede Ego? Tu e Mad avete litigato?>>

<<Sai quando ti dissi che in futuro sarei diventata madre solo di un gatto perché odio i bambini?>> Zen annuì. <<Ecco... avrò un gatto.>>

<<Ma è fantastico, perché dovresti piangere?>>

<<No, non hai capito.>> disse brusca Ego.

<<Spiegati meglio allora.>>

La bionda si accese un'altra sigaretta e guardò negli occhi l'amica.

<<Sono incinta, Zen>> pausa. <<Sono fottutamente incinta.>>

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20-04-18

Ciao a tutti!
Sono tornata con una nuova storia e ne sono davvero orgogliosa.
Ho voluto raccontare uno spaccato di vita che vivono tantissimi ragazzi, ma con una nota diversa che spero possiate apprezzare man mano che andrete avanti a leggere.
Vi chiedo di continuare a far crescere le visualizzazioni delle altre storie e se questa vi piace fatemelo sapere con i commenti e le stelline.
Alla prossima,
V.

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