Capitolo 14: Il ballo

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In casa Foster c'era un'atmosfera tesa ed eccitata, con scie di profumo e polvere di trucco che vagavano nell'aria. 

Era il giorno del ballo e Zen e Ego non stavano più nella pelle. Non avrebbero mai immaginato di andarci insieme senza i loro fidanzati, soprattutto Zen che aveva fantasticato con Ade quel momento per tanto tempo, ma mentre si preparavano non smettevano di cercarsi con gli occhi e con i gesti. Il padre di Zen aveva accettato bene l'evoluzione del loro rapporto e ne era contento perché così Ego non avrebbe cresciuto il bambino da sola.
La madre di Mad, al contrario, aveva cercato in tutti i modi di dissuaderle da quella decisione, le aveva chiamate più volte e si era opposta. Non voleva che suo nipote crescesse in quel modo, ma le due ragazze non potevano accettare che si intromettesse.

In camera da letto c'era la finestra spalancata e il vento fresco di fine maggio entrava tranquillo muovendo i fogli sulla scrivania. I vestiti erano appesi nell'armadio e le due ragazze avevano cominciato fin dal mattino a preparare tutto quello che serviva. 

Alla fine Ego aveva comprato l'abito nero quello stesso giorno e sia lei che Zen avevano sentito addosso lo sguardo pesante della commessa dopo che erano uscite dal camerino. Mentre erano alla cassa si erano guardate e si erano scambiate sorrisi di continuo e la bionda aveva chiesto all'altra di guidare velocemente perché voleva tornare presto a casa e riprendere da dove si erano interrotte. La ragazza tatuata non aveva mai provato quei brividi con Ade ed era sempre più convinta dei suoi sentimenti per Ego.

A metà pomeriggio Zen truccò Ego e si mise a sistemarle i capelli mentre lei sceglieva il colore dello smalto da mettersi sulle unghie. 

<<Vuoi le forcine con i brillantini?>> le chiese la ragazza tatuata rovistando in una piccola scatola. 

<<Stiamo per andare al ballo della scuola o al saggio di danza?>> le chiese ironica in risposta. <<Usa quelle normali, per favore.>>

<<Secondo me sono carine.>> mormorò Zen, ma fece come le aveva chiesto Ego.

Fissò l'acconciatura con la lacca e si fermò a guardarla per un momento. I capelli biondi riflettevano la luce che entrava dalla finestra dietro di lei ed era come se la elevasse e la rendesse eterea. 

<<Che c'è?>> le chiese. 

<<Quanto puoi essere bella?>> rispose Zen e le si avvicinò per baciarla, ma Ego la prese per i fianchi tirandosela vicina e facendola sedere sulle sue gambe. 

Sorrisero labbra contro labbra e continuarono a baciarsi. La ragazza tatuata portava solo un leggero top nero che la bionda prima raggiunse con le mani e che poi le tolse, mostrando le peonie sul suo costato.
Il reggiseno rosso scuro che vi era sotto le fece venire i brividi lungo tutto il corpo e il suo occhio cadde sullo sterno di Zen. Lo accarezzò con il pollice, poi con l'altra mano le fece raddrizzare la schiena in modo che la sua bocca e la piccola rientranza fossero alla stessa altezza. 

<<Non dirmi che hai anche le mutandine viola.>> le disse. 

<<Sì, perché?>> Zen si morse il labbro. 

<<Perché mi fai impazzire quando ti metti l'intimo rosso e viola.>> le rispose fissandola negli occhi che stavano diventando sempre più neri. 

<<Sei incredibile.>> sorrise e le diede un bacio sulla fronte.

<<Fermami se ti faccio male.>> sussurrò prima di posare le labbra sullo sterno di Zen. 

Cominciò con dei baci leggeri, quasi impercettibili, poi aumentò l'intensità e la ragazza tatuata sentì il sangue affluirle al viso. Posò una mano sul collo di Ego per sorreggersi e per avvicinarla ancora di più a sé e quando la vide sfiorarle lo sterno con la lingua gemette appena e si inarcò con la schiena verso di lei. 

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