Ricordo la volta che ci siamo conosciuti.
Ci eravamo già intravisti, ma non ci eravamo mai rivolti la parola.
Eri stato estremamente professionale. Eri un luminare nel tuo campo, il meglio del meglio nelle tecnologie d'avanguardia. Mi parlavi, sicuro di te, con quella sottile arroganza di chi sa di essere il migliore, ed io lasciavo che le parole mi sfuggissero mentre guardavo un po' i tuoi occhi, un po' la linea squadrata della mascella, un po' i capelli sale e pepe che non ti invecchiavano, anzi, ti rendevano soltanto più attraente.
Eri un bellissimo uomo.
Mi hai guardato negli occhi e mi hai fatto cenno di guardarti la bocca, mentre scandivi "mi stai ascoltando?"
"Scusa" ti ho detto, sentendo il fuoco alzarsi dal colletto della camicia fino alle tempie, perché mi ero distratto per davvero, non ti avevo ascoltato, eri così bello che sembrava impossibile tu fossi un medico vero.
Tu non mi hai sorriso, ma severamente hai ricominciato a parlare della mia situazione clinica, ed io, ancora rosso in volto, ho ascoltato diligentemente, annuendo, perché doveva interessarmi, era di me che parlavi.
La prima volta che mi hai sorriso è stata quando ti ho sentito per la prima volta. Hai attivato l'impianto cocleare, ed io all'improvviso avevo la testa piena di suoni. Improvvisamente ero sopraffatto dai suoni: il fruscio del climatizzatore, la tua cicalina che trillava, facendomi sobbalzare, e poi il tuo sorriso mentre versavi un bicchiere d'acqua, ed io non solo lo vedevo, ma potevo sentirne il suono, un dolce gorgoglio che mi aveva incantato. Le lacrime mi hanno annebbiato la vista, ed io mi sono coperto gli occhi, piangendo, così non ti ho visto alzare, ma ho sentito le tue braccia attorno alle mie spalle, e la tua voce, che mi diceva che tu vivevi per questi momenti.
Mi hai consolato mentre mi sentivo sopraffatto, calmandomi, dedicandomi qualche minuto del tuo tempo così prezioso, ignorando per qualche minuto la cicalina per starmi vicino.
Quel momento ci ha legati come niente altro poteva legarci: tu, il mio medico, il mio salvatore, colui che mi aveva estratto dalla solitudine di una vita fatta di silenzio. L'acqua è stato il suono più bello del mondo, fino a quando non ho sentito il fruscio del vento tra gli alberi del parco. Quel suono mi ha incantato, ed è stato a lungo tra i miei preferiti, fino a quando tu non mi hai fatto conoscere lo sciabordio delle onde.
Il mare, ed il battito del tuo cuore sotto al mio orecchio, mentre mi stringevi a te per proteggermi dal vento, che mi disorientava.
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Il silenzio
FanfictionLa tristezza è un'emozione invalidante. Lo sa bene Harry, che ha deciso di rifugiarsi in un mondo di silenzio da quando Adrien, il medico che gli ha fatto riacquistare l'udito, si è inaspettatamente tolto la vita. Lo sa bene Louis, a contatto quotid...