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Quel pomeriggio era successo qualcosa di straordinario. Louis era stupefatto di quanti progressi avesse fatto Harry; di fatto, non pareva nemmeno lo stesso paziente. Louis era certo che, in altre situazioni, soprattutto in mezzo alla gente, Harry avrebbe sofferto ancora, ma era talmente stupito del fatto che fosse sceso dall'auto di sua spontanea volontà, e che ci rimanesse, che non sapeva bene come procedere.
-Tu sai che, arrivati a questo punto, ti potrei dimettere?- Gli disse, spezzando un lunghissimo silenzio toccandogli un braccio. Harry si voltò, gli occhi resi ancora più verdi dal verde della pineta, anche se un po' pesti.
-Lo immagino. Però non me la sento di usare la coccinella-
-Nessuno ti obbliga, Harry. Puoi benissimo vivere anche senza. Quella è una tua scelta, è la tua qualità di vita. Il non uscire di casa, invece, è qualcosa di più ampio, lo capisci?-
-Sì. Ma posso tollerare di stare qui, perché nessuno mi vede tranne te e perché tu sei un medico, e la cosa mi tranquillizza-
-Lo so, ma è comunque un passo avanti. Poco alla volta riuscirai-
Harry si stese all'indietro, appoggiandosi ai gomiti. Il verde dell'ambiente circostante conferiva una tonalità di smeraldo ai suoi occhi, Louis se ne rese conto osservandolo.
-Hai dei bellissimi occhi- gli disse, toccandolo su una spalla.
-Grazie. Anche tu sei molto bello, dottore- lo sorprese Harry, prima di tornare a guardare davanti a sé.
-Tra poco dovremo tornare indietro, la strada è lunga- osservò Louis, guardando l'orologio.

Harry fu dimesso due giorni dopo, ma prese accordi con Louis per continuare ad essere seguito in day-hospital.
-Il percorso che hai fatto è straordinario. Hai una grande forza interiore, Harry. Puoi superare qualsiasi cosa- gli disse Louis, congedandolo.
-Ci vediamo lunedì. Sono contento di non cenare più in ospedale- fu il saluto di Harry, che lo fece ridere.

Iniziò così un lungo periodo riabilitativo. Il medico lo volle vedere tutti i giorni, inizialmente, poi passarono a due volte alla settimana, ed era trascorsa l'intera estate quando Harry chiese ai suoi di poter riprendere in mano l'auto per recarsi agli appuntamenti.
Poco a poco, con l'iniziare dell'inverno, il giovane riprese in mano la sua vita. Soltanto una cosa rimase immutata: il suo rifiuto di usare l'impianto cocleare.
La cosa, di per sé, non rappresentava un problema insormontabile, però era di certo una gran scocciatura. Ora di Natale, un intero anno accademico perso, si era interessato per poter seguire le lezioni via Skype. I docenti della facoltà di Lettere, che lui aveva frequentato fino agli eventi dello scorso gennaio, si erano dimostrati favorevoli. Avevano compilato tutte le carte del caso, il rettore aveva dato il nulla osta e così aveva anche ripreso a seguire le lezioni, leggendo il labiale dei professori tramite videocamera posizionata sulla cattedra.

La vita andava avanti, una vita di silenzio.

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