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20 febbraio

Liam raggiunse l'amico nel corridoio del pronto soccorso.
-Ti devo parlare-
-Ciao, Payne. Anche tu hai ricevuto il 911? Sai cos'è successo?-
-No, ma il fatto che tu sia stato convocato non è mai un bel segno- commentò il cardiochirurgo, riferendosi al fatto che, quando Louis veniva chiamato in urgenza, c'entrava sempre qualche persona che dava di matto.
Stevenson, il primario di Psichiatria, fece inaspettatamente la sua comparsa in pronto soccorso.
-Ciao capo, anche tu convocato? Che è successo?- Gli chiese Louis, stupito. Non era mai successo prima d'ora. Doveva essere qualcosa di grave, forse un attentato, o un pluriomicidio in cui il responsabile era stato catturato vivo. La tensione tra i medici si fece palpabile.
-Tomlinson, Payne, venite con me- ordinò il medico, ed i due lo seguirono in una sala vuota.

-È stata liberata Grace King-
Istantaneamente, Liam si voltò verso Louis.

Da due settimane i media ed i social erano inondati di servizi sulla piccola Grace King, 10 anni, scomparsa da casa sua in pieno giorno e poi diventata vittima di un ricatto ai danni della famiglia. Le forze dell'ordine avevano dispiegato ogni mezzo a disposizione per risolvere velocemente il caso, ma i rapitori parevano dissolti nel nulla, e con loro la bambina. Il caso aveva scosso l'intera nazione.
-Questa mattina hanno rintracciato il luogo dove era tenuta in ostaggio, e con un blitz l'hanno liberata. Uno dei rapitori è morto, l'altro sta arrivando in condizioni critiche- continuò Stevenson.
-Quali sono le sue condizioni?- Chiese Louis, con tono assente.
- È disidratata e sotto shock. Tomlinson, tu te la senti di prenderti carico del caso?-
-Perché proprio lui?- Si intromise Liam.
-Perché so cosa si prova. Certo, me la sento. Con supervisione- rispose Louis ad entrambi.
-Ovviamente. Può essere che ci sia bisogno di rilasciare qualche dichiarazione alla stampa, ma se ne farà carico la direzione. Payne, tu dovrai occuparti dell'altro rapitore e dei due agenti che sono stati feriti durante lo scontro- lo avvisò Stevenson, uscendo. Liam guardò Louis, preoccupato.
-Stai tranquillo-

Il caos organizzato del pronto soccorso era la cosa che, ogni volta, colpiva maggiormente Louis. I giornalisti erano stati accompagnati nella sala conferenze, dove il capo della polizia ed il direttore sanitario stavano fornendo le prime dichiarazioni.
Una volta visitata e stabilizzata, la bambina venne ricoverata in pediatria, mentre i genitori sopraggiungevano dalla saletta privata in cui avevano avuto un primo colloquio con la polizia. Louis li vide correre lungo il corridoio e precipitarsi dentro alla stanza, in lacrime.
Li raggiunse assieme al pediatra, il dottor Morris.
-Signori King, Grace è sotto psicofarmaci, sta dormendo. È stata reidratata e le sono state fornite tutte le cure di cui aveva bisogno. Ora sta bene- li rassicurò il medico, mentre la madre  piangeva contro la mano della bambina, baciandola.
-Qui c'è il dottor Tomlinson, che affiancherà voi e Grace nei prossimi giorni per fornirvi un sostegno psicologico. Soprattutto Grace, una volta sveglia, avrà bisogno di un supporto emotivo per superare l'accaduto- spiegò il pediatra. I genitori si voltarono verso Louis, e lui poté chiaramente leggere sui loro volti l'inferno che avevano passato nell'ultimo mese.
-Scusi, dottor Morris. Il dottor Tomlinson, senza offesa, pare molto giovane. Forse per nostra figlia servirebbe qualcuno di maggior esperienza, date le circostanze straordinarie... Come possiamo sapere che lui è la migliore risorsa per nostra figlia? Senza offesa- ribadì il padre.
-Non si preoccupi, signor King. Capisco le sue perplessità, ma mi permetta di dirle che sono specializzato in psicoterapia e neuropsichiatria infantile, ed ho condotto uno studio su casi di sindrome post-traumatica in vittime di attentati e di sequestri di persona, ottenendo il riconoscimento accreditato- mise in chiaro Louis.

Dopo una giornata del genere, Louis non desiderava altro che andare a casa a dormire. Era mentalmente e fisicamente esausto. Entrò nel suo appartamento mentre riattaccava dopo l'ennesima telefonata di Liam, gettando le chiavi sul mobile e cogliendo con un solo sguardo tutto l'open space della zona giorno.
L'appartamento era un loft mansardato, con una parete fatta di vetrata e la cucina a vista. Il padre del suo migliore amico al mondo, Liam, glielo aveva trovato dopo aver battuto al tappeto praticamente l'intera città. Era in una zona poco fuori dal centro, ed era stato ricavato nella mansarda di una palazzina di uffici.
Louis accese le luci, e sobbalzò al suono del campanello.

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