Epilogo

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-Cinque anni dopo-

-Oh, no, di nuovo...- si lamentò Louis, coprendosi la faccia col cuscino.
Harry si voltò a guardare la sveglia: erano le tre del mattino.
-È già la quarta volta che si sveglia...-
-Ti avevo detto di andare a dormire sul divano- rispose Harry, alzandosi per andare a prelevare una neonata dal lettino a sbarre, e spostarla nel centro del letto matrimoniale.
-Cosa c'è, piccola rompiscatole?- La sgrido' affettuosamente Louis, accarezzandole il pancino. Harry si stese al suo posto, allungandole il ciuccio recuperato tra le coperte del lettino. La bimba placò i singhiozzi, iniziando a ciucciare vigorosamente per consolarsi. Harry ridacchio'.
-Lo trovi proprio buffo, eh?-  Mormorò Louis.
-Questo suono mi fa impazzire. Lo adoro- confermò Harry, accoccolandosi accanto alla bimba.

Sei mesi prima, Nancy era entrata a far parte delle loro vite. Era nata da tre mesi, e l'agenzia per le adozioni li aveva contattati per farli correre in una regione rurale della Russia. La bimba era stata collocata in un orfanotrofio a causa dell'indigenza della numerosissima famiglia, che si era resa conto della sua sordità e che non poteva farsi carico delle ingenti spese sanitarie per le cure che richiedeva. L'agenzia aveva subito selezionato Louis per il suo lavoro, sperando così di garantire alla piccola un percorso di cura adeguato.
L'avevano portata a casa dopo un mese lunghissimo, pesante di burocrazia e di nulla osta fatti penare, ma alla fine ce l'avevano fatta.
Ora la bimba aveva nove mesi, era rifiorita e stava facendo un percorso riabilitativo per salvaguardare, durante la crescita, la funzionalità uditiva. Aveva già cambiato tre apparecchi acustici, e tanti altri ne sarebbero serviti per accompagnarla nel suo sviluppo, ma i suoi due papà erano pronti a fare tutto il necessario.
Harry, nel momento in cui avevano deciso di fare domanda di adozione, aveva preso il coraggio a due mani ed era tornato in ospedale per eseguire anche l'altro impianto cocleare. Ora aveva entrambe le neuroprotesi. Si era deciso a fare questa scelta "per poter sentire i bambini di notte". Il destino aveva voluto mettere nel loro cammino Nancy, la quale non sarebbe potuta essere più fortunata di così.

-Ora dormiamo...ti prego, Nancy... domattina devo essere in ospedale per le sette- gemette Louis, girandosi dall'altra parte.
-Nanerottola, il papà Louis è vecchio ed ha bisogno di riposo...- scherzò Harry, scatenando la pronta reazione del compagno, che scavalcò con un balzo agile la bimba e si stese sopra di lui:
-Cos'hai detto?-
-Che sei vecchio...aiuto, no!- Protestò Harry sganasciando, mentre Louis lo bloccava a forza di solletico.
-Occhio, che fai cadere tua figlia- osservò Louis, fermandosi per recuperare Nancy, che era rotolata verso il bordo.
-Louis, ti sei ricordato di passare in gastronomia?- Saltò fuori Harry all'improvviso.
-Porca miseria, me ne sono scordato- esclamò Louis battendosi una mano sulla fronte.
-Ma come? E cosa diamo da mangiare agli ospiti per il Ringraziamento?!-
-Domattina chiamerò mia madre e le mie sorelle e chiederò che portino le salse... tu chiama Anne e chiedile di arrivare prima per aiutarti a cuocere il tacchino...-
-Ok, faremo così. Sei tanto stanco, amore mio. Oppure è un principio di demenza senile- scherzò ancora Harry.
-Spiritoso. È questa ristrutturazione, che mi fa ammattire-
-Sarà ora che questi lavori finiscano- brontolò Harry, e stavolta fu il turno di Louis, di ridere:
-Ah, ma allora pesa anche a te avere la bimba in camera con noi...-
-Nancy ed io dormiremo insieme fino a quando vorrà- lo fulminò Harry -però avere un'altra stanza significa per te riposare meglio, ed anche che possiamo avere la nostra privacy...-
-Ti concedo ancora un mese, poi pretendo che lei vada nella cameretta nuova!- Affermò Louis, riprendendo un discorso che andava avanti già da tempo.
-Uffa, com'è brontolone il papi. Non preoccuparti, piccola- borbottò Harry, mentre Nancy sfarfallava gli occhi, quasi addormentata di nuovo.
-Ora dormiamo, ti prego. A che ora inizi domani?-
-Ho la prima ora alle nove, la porto io al nido. Dormi, amore- gli rispose Harry, scrutando con affetto il viso stanco del compagno. Rimase a guardare i suoi occhi che si chiudevano, stremati. Per Louis, pressato dai ritmi ospedalieri, erano molto faticosi i continui risvegli di Nancy. Lui era più fortunato: aveva ottenuto la supplenza annuale in una scuola superiore, dove insegnava Letteratura, ed i suoi orari erano decisamente più confortevoli di quelli del medico.

Rimase a guardare la piccola Nancy e Louis, entrambi tra le braccia di Morfeo, per alcuni lunghi minuti. La sua vita aveva subito un tale stravolgimento, negli ultimi anni, che pareva impossibile.

Guardo mia figlia, e mi spiace ancora una volta per il tuo gesto, perché sarebbe potuta essere una tua piccola paziente, l'avresti curata nel migliore dei modi. Però non fa niente, i suoi medici sono bravissimi, per cui non ti devi preoccupare di questo.
Spero che tu abbia trovato la pace, perché te la sei guadagnata. Sei stato un medico meraviglioso, generoso, coraggioso, e sono fortunato ad averti conosciuto. La tua vita è stata produttiva e ricca di altruismo. Sono fiero di essere stato un tuo paziente. Tra qualche mese, quando sarà tutto a posto e daranno il nulla osta, verrà inaugurato il nuovo padiglione del reparto Otorinolaringoiatria. Porterà il tuo nome, e sto organizzando un rimpatrio di tutti i pazienti che riesco a contattare, pazienti tuoi, come me.
Tutti ti ricordano con affetto, Adrien. Grazie per tutto. Sei stato una persona straordinaria. Riposa in pace_

      Harry, 12 giugno 2018.

               -Fine-

A Riccardo, uno dei migliori medici che io abbia mai conosciuto. R.I.P.

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