Non passò più di qualche giorno che il piano, spiegato esaurientemente da Ran nella sala da pranzo di casa Kudo, venne messo in atto: il numeroso gruppo era al Tropical Land, pronto, ben presto ognuno sarebbe entrato in azione.
«Sapete tutti cosa fare, ognuno ai propri posti.» diede il via Shinichi e il gruppo si divise, sparpagliandosi.
Solo Ran rimase un attimo vicina a suo marito, con aria preoccupata:
«Sei sicuro di farcela da solo?» gli sussurrò, come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno.
«Più che sicuro... Ti amo!» dopodiché la baciò e corse via.
Ran guardò per qualche secondo l'amore della sua vita allontanarsi per l'ennesima volta, domandandosi quante altre volte avrebbe dovuto sopportare quella tremenda agonia? Sospirò, dopodiché raggiunse il suo piccolo gruppo di missione.
Shinichi percorse velocemente i corridoi, era deciso a salvare Ai da solo e ci sarebbe riuscito. Glielo doveva, dopo tutto quello che era successo era il minimo che poteva fare. Non gli importava se era pericoloso o rischioso, lui doveva salvarla e spiegarle quello che finalmente aveva capito leggendo quella breve lettera a casa sua, doveva chiarire i suoi sentimenti e per farlo doveva salvarla da solo.
Arrivò all'ufficio di Gin ed aprì cautamente la porta, entrando con la pistola stretta in mano: il sentire quell'aggeggio di metallo sotto i polpastrelli lo faceva sentire davvero poco al sicuro, ma era la sua unica arma e il suo unico modo per difendersi. Non sapeva se sarebbe riuscito a sparare per uccidere, ma sicuramente avrebbe ferito gravemente il suo nemico, in modo da poter fuggire.
Eppure Gin là dentro non c'era e, per un attimo, Shinichi tirò un sospiro di sollievo, per poi tornare subito dopo vigile e attento, non appena sentì un rumore provenire dall'angolo buio della stanza.
Non fece più di due passi che la luce della luna, proveniente dalla finestra, illuminò anche quell'angolo mostrando Ai: era a terra, in ginocchio, con mani e piedi legati e imbavagliata. Alla sua vista Shinichi si precipitò nella sua direzione e le tolse il bavero dalla bocca.
«Non dovresti essere qui...» mormorò preoccupata la ragazza.
«Non potevo lasciarti, sei troppo importante per me!» rispose lui con un sorriso, mentre le slegava i polsi.
Ai sentì le lacrime salirle agli occhi: non poteva credere a quello che aveva sentito, le sembrava quasi un sogno e per un attimo avrebbe voluto buttarsi fra le braccia di quell'uomo e piangere a dirotto per la gioia, ma si trattenne.
Poi...
Si sentì la carica del grilletto di una pistola e Shinichi avvertì l'estremità fredda della canna sulla nuca, mentre il terrore si dipingeva sui volti di entrambi: Shinichi per la terribile sensazione che aveva in corpo, mentre Ai per aver visto chi puntava la pistola all'uomo.
«Ben arrivato Kudo - disse Gin - sapevo che saresti venuto, ma non immaginavo fossi da solo... beh meglio così, sarà più facile.»
Ran, Kazuha, Aoko e Sharon, dopo essersi infiltrate nel covo da una finestra laterale, si diressero verso un lungo corridoio.
«Sharon, qual'è?» chiese Ran, ormai stavano girando da più di venti minuti e l'agitazione si faceva sentire.
La donna rimase un attimo a pensare, poi si avviò decisa nel corridoio seguita dalle altre e attraversò una porta. La stanza era piccola e al centro vi era un tavolino con un computer, mentre in un angolo sulla destra un'enorme marchingegno.
«È quello?» chiese Aoko, indicandolo con aria quasi stupita.
«Proprio lui... - rispose Sharon - il laser che fa perdere la memoria.»
«Bene ora non ci resta che disattivarlo.» e così dicendo Ran, insieme alle altre, si mise a lavoro.
I bambini erano nel corridoio principale con molti sacchi vuoti.
«Allora Len, qual è la stanza?»
«Quella là in fondo!» fece deciso il bambino, puntando il dito verso una porta.
Si diressero tutti verso il luogo indicato e, quando furono arrivati, Len aprì cautamente la porta sbirciando dentro l'ufficio, prima di spalancarla completamente.
«Via libera, sbrighiamoci.» disse poi entrando.
Tutti quanti lo seguirono a ruota ed entrarono nella stanza, per un attimo rimasero stupiti da quante meravigliose e luccicanti pietre verdi erano state stipate là dentro, dopodiché si misero a lavorare: iniziarono a riempire i sacchi di opali verdi tranne Len che riempì il suo con gli altri gioielli.
«Ok - disse Conan quando ebbero tutti finito - ora andiamo nell'ufficio di Vermouth a prendere i documenti.» disse con tono autoritario.
Kid ed Heiji erano dentro la caverna del treno dei misteri, appostati proprio vicino all'ingresso aperto.
«Sai... mi viene voglia di ammanettarti.» disse Heiji guardando Kaito vestito da ladro bianco, facendolo sorridere.
«Ma non puoi... - lo canzonò, dopodiché fece qualche minuto di pausa, prima di parlare di nuovo - Shuichi l'hai visto passare?» chiese.
«Sì, credo sia già nella postazione. E Kudo?»
«Non lo so... Sembra che ancora non sia tornato dall'ufficio di Gin.»
In quel momento un urlo di dolore riecheggiò per tutto il covo, un urlo talmente straziante da mettere i brividi.
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Giovani Detective Crescono
FanfictionAVVISO: Questa fan fiction è il seguito di "Ricordi di ghiaccio rosso" Sono passati precisamente dodici anni da quando Shinichi ha chiesto a Ran di sposarlo. Tutti i nostri giovani ventenni sono diventati adulti e hanno messo su famiglia. Ma una min...