Capitolo sei "la gelosia"
"Jo, muoviti!" gridò Peter, il cugino di Mag, dal fondo delle scale, sperando che così facessi più veloce a prepararmi. Maggie non era in casa, e noi avevamo organizzato di uscire per andare a comprare tutto l'occorrente per una festa a sorpresa. Era stato difficile convincerlo ad accompagnarmi; inizialmente avrei voluto chiederlo a Harry, ma lui negli ultimi tre giorni non si era minimamente fatto sentire, così non avevo intenzione di essere io a farmi viva.
Bisogna anche dire che Peter era davvero un bel ragazzo, certo, non quanto Harry, ma sicuramente non si scartava.
Avevo intenzione di organizzare una festa a sorpresa per Mag, dato che fra cinque giorni sarebbe stato il suo compleanno, e inoltre dovevo ancora comprarle un regalo, ma non avevo ancora pensato a cosa, così avevo deciso di farmi aiutare da Peter in questa scelta. Sapevo che Harry non avrebbe approvato quest'uscita, anche perché andavo fuori con un ragazzo niente male che mi trattava come se fossi sua amica da sempre, ma non credo che il riccio fosse in condizione di potermi dire niente, dato che era come sparito nel nulla. Non può permettersi di fare così, non sono un oggetto.
"Arrivo, solo un momento!" risposi affacciandomi dalla porta del bagno, poi misi in ordine tutti i trucchi e scesi di corsa le scale. "Lascio un biglietto a Mag dicendole che sono uscita e che non so a che ora tornerò, un attimo."
Nel caos che c'era sul tavolo di cucina, presi un foglio e cominciai a cercare una penna, ma era come tentare di trovare un ago in un pagliaio, vista la quantità di roba che era sparsa su quel piano.
"Lascia fare Jo, le manderai un messaggio dopo, è già tardissimo!" disse Peter, e io sospirai, rinunciando alla mia caccia al tesoro.
Quando mi voltai, si stava sistemando i mossi capelli castani, scuotendoli con tutte e due le mani, e poi riavviandosi il ciuffo con la destra. I suoi occhi verdi mi stavano fissando in attesa che lo raggiungessi verso l'ingresso, e a quel punto mi riscossi e andai da lui.
Il giro di shopping per comprare l'occorrente passò velocissimo, fra scherzi e batture, l'unica cosa che non mi piaceva molto era quando, da un posto all'altro, ci spostavamo in moto: era una ducati nera, ultimo modello, troppo alta perché per me fosse semplice salirci, infatti, prendendomi in giro, mi aiutava lui.
Non so esattamente quanti negozi girammo e quante vetrine osservammo, parevano non finire mai, ma allo stesso tempo passare in un batter d'occhio: quasi non ci rendemmo conto di quanto fosse faticoso camminare per così tanto, e solo alla fine ce ne accorgemmo, quando le nostre gambe si sentirono pesanti, così mi propose di andare a prendere un caffè.
Conoscevo Peter da quattro anni ormai, ma non eravamo mai usciti solo io e lui, di solito c'erano pure altri amici, ma questo fatto non mi diede fastidio.
Ricordo benissimo quando, per un periodo, ho avuto una cotta pazzesca per lui e ne parlavo con Mag, che mi dava consigli e mi aiutava. Lui però non si era mai sbilanciato troppo, alle volte sembrava che ricambiasse il sentimento, ma qualche giorno dopo presentava al nostro gruppo di amici una nuova ragazza, e ogni mia speranza andava in fumo.
Mi portò, senza saperlo, esattamente allo stesso bar in cui mi aveva portato, o meglio, costretta ad andare, Harry qualche giorno prima, solo che mi pareva come dire... diverso... si, meno luminoso, meno appartato, meno... meno bello, ecco, si, meno bello.
Peter accostò la moto, spense il motore e scese con facilità, per poi guardarmi divertito.
"Allora, scendi o resti lassù?" domandò prendendosi gioco di me che ero in difficoltà, e io gli feci una linguaccia.