Capitolo sette- "sorpresi in camera"

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Capitolo sette "sorpresi in camera"

Stavo dormendo beatamente, quando il cigolio straziante dell'anta arrugginita del mio armadio che si apriva mi richiamò dal mondo dei sogni: ci misi qualche attimo ad abituarmi alla luce che non so chi aveva acceso, e per evitare che mi desse noia mi stropicciai più volte gli occhi, quando, mettendo a fuoco la figura china sul cassetto intenta a rovistare fra i miei vestiti, sobbalzai notevolmente

"Che diavolo stai facendo?!" sbraitai subito conro Harry, il quale neanche si voltò a guardarmi, come se quasi non esistessi per lui

"Ti avevo detto che sarei passato stamani, dovevi svegliarti prima"

Se c'era un motivo per cui non avevo azionato la sveglia, era di sicuo perché speravo che, quando mi aveva detto 'ti passo a prendere domattina', scherzasse. 

L'orologio sul mio mobiletto segnava tre minuti alle nove. Quale persona normale dava un appuntamento così presto?

"E dimmi, chi diavolo ti ha dato il permesso di entrare in camera mia?!".

Scalzai le coperte e mi passai una mano fra i capelli, riavviandoli dietro l'orecchio, mentre con i piedi cercavo alla cieca le infradito, che sicuramente erano finite sotto il letto.

"So che speravi di trovarmi nudo sotto le tue coperte, ma non ti sembra un po' troppo presto?" mi rispose in modo malizioso, continuando a darmi le spalle, e io avvampai. 

Prese dal mucchio una canottiera eccessivamente scollata, e la girò affinché io potessi vederla e notare il sorriso d'apprezzamento sul suo volto.

"Scordatelo. Non la metterò mai"

Mi guardò per qualche attimo, come per capire se dicessi sul serio o meno, poi fece spallucce, tornando a guardare nell'armadio.

"Comunque sei bellissima anche con i capelli spettinati e l'aria ancora addormentata, sappilo".

Non si voltò, non si interruppe, continuò la sua ricerca, e forse fu proprio questo che mi fece capire che lo pensava sul serio.

Mi faceva una strana sensazione il fatto che lui, proprio lui, lo avesse detto, e per una volta mi sembrò sincero... non credo che mi sarebbe ricapitato molto spesso di avere un complimento così vero.

Mi accorsi di avere un sorriso ebete stampato in faccia, per cui mi scossi e andai a sedermi per terra accanto a lui.

"Che ne diresti di questa?"Gli indicai una maglietta azzurra come i miei occhi, e lui la squadrò.

Era così strano essere passati da, il giorno prima, odio e rabbia depressa, a ora, che decidevamo anche insieme i miei vestiti, ma forse era proprio queso particolare che mi piaceva del nostro rapporto

"E' carina".

Non credo che avesse mai fatto una cosa del genere con una ragazza, e per questo mi sentivo onorata, ma soprattutto non avrei mai pensato che mi avesse potuto dare consigli di moda.

Mi spostai all'armadio accanto per scegliere i pantaloni, mentre lui si alzò, continuando a curiosare per la mia stanza. 

'Jeans lunghi, o jeans corti? Questo è il dilemma' pensai. 'O magari leggins?' Ahhhh che indecisione.

"Oh, interessanti. Prima o poi te li vorrò vedere addosso quando siamo soli" disse Harry, e allora io mi voltai di scatto, per ritrovarlo a osservare un mio perizoma di pizzo nero con i bordi rossi che mi era stato regalato a presa di giro per il mio diciottesimo compleanno.

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