Capitolo dieci- "che gli prende?"

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Era mezzanotte passata, e la festa stava andando alla grande: Mag, quando era arrivata e aveva scoperto della sorpresa, si era quasi commossa dalla felicità e mi aveva stretta così forte che quasi mi aveva fatto male, mentre adesso stava a chiacchierare con degli amici, senza smettere un attimo di sorridere. Ero così felice a vederla allegra, mi sentivo come realizzata.

Per quanto invece riguarda le cose fra Harry e Peter, diciamo che non era proprio il massimo... siccome stavo passando la sera con il riccio, il cugino di Maggie quasi non osava guardarmi, e prima credo che i due avessero quasi rischiato di avere una discussione, ma per fortuna sono irrotta nella stanza, interrompendoli.

Adesso invece stavo su una sedia a godermi gli altri che si divertivano, con un senso di soddisfazione nel petto.

Sospirai, quando sentii qualcuno avvicinarsi a me e, con mia grande sorpresa, mi ritrovai davanti Peter.

"Ehi Jo, mi chiedevo... ecco... se ti andava di ballare"

Guardai la stanza in cui un sacco di corpi si muovevano come cullati dalla musica, un ballo lento, e poi ritornai a posare gli occhi su quelli di Peter, che mi osservava speranzoso, e, dopo una serata in cui non ci rivolgevamo la parola, non me la sentii di deluderlo.

"Certo". 

Gli sorrisi e afferrai la mano che ora mi porgeva, alzandomi poi e seguendolo fino alla pista da ballo, dove ci unimmo alle altre coppie che ballavano, sentendo però che in ciò che facevo c'era qualcosa di sbagliato, molto sbagliato.

Peter puzzava di alcol e aveva gli occhi lucidi, ma non era ancora ubriaco del tutto, semplicemente un po' sballato

C'era qualcosa nel modo in cui le sue mani mi stringevano a lui per i fianchi, che mi faceva sentire fuori luogo, forse perché, pur essendo la stessa posizione, era così diverso da quando lo faceva Harry... e poi, anche il fatto di essere a ballare con qualcuno che non fosse lui, mi suonava strano, quasi irreale... falso, perché forse anche il fatto che lui mi avesse invitata in pista, era una menzogna.

Non avevo mai ballato con Harry, o almeno, non nella realtà, ma nella mia immaginazione avevamo fatto cose di quel genere almeno un milione di volte, e avevo provato la sensazione come se lui fosse davvero lì, ed era qualcosa di completamente diverso a quello che sentivo con Peter in quel momento.

"Il tuo amico è un po' aggressivo, eh" disse irrompendo il silenzio, e allora capii che non voleva veramente ballare con me, ma più che altro sapere sul conto di Harry

"Abbaia ma non morde" risposi sapendo che non era affatto vero, infastidita dalla sua affermazione. Ciò che aveva detto era la verità, ma sentivo come se non avesse il diritto di parlare così di Harry. Anzi, nessuno poteva farlo, perché in fondo non era una persona cattiva,e io mi trovavo bene con lui. 

"E poi è simpatico, carino e dolce con me" continuai poi, dicendo ciò che dentro di me avevo sempre sentito ma mai trovato il coraggio di pensare, sapendo che però avrebbe dato fastidio a Peter.

"Comunque, se non vuoi farlo arrabbiare, è meglio se smetti di ballare con me". 

Era la realtà, ma soprattutto a me serviva come scusa per allontanarmi da lui, perchè dopo ciò che aveva detto avevo la sensazione di avercela con lui: non poteva parlare così di Harry, punto.

"Anzi, se vuoi che non cominci a mordere veramente"

Allontanò le mani dai miei fianchi, ma nel suo sguardo si poteva capire che non l'avrebbe data per vinta.

"Sai che ti dico? Non ho paura del tuo amico" e quello fu il suo più grande sbaglio. "Andiamo a bere".

Guardai verso il bar, e allora capii: c'era Harry seduto su uno sgabello al banco degli alcolici, che teneva in mano un bicchiere e parlava con il barista

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