Era tardi, forse troppo tardi. Ma nonostante tutto, voleva tentare. La rincorse fino al grande ascensore in stile Liberty che portava da Piazza Portello (a Genova) alla veduta panoramica di Castelletto. Vide la sua treccia in lontananza mentre lei entrava nell'antica galleria, in cui si erano conservate le piastrelle originali dell'800. Era quasi arrivato da lei quando all'ultimo si ricordò che...il biglietto! Doveva ancora fare il biglietto! 0,90 euro per un cavolo di ascensore...
Si fiondò verso la macchinetta, vi rifilò tutti gli spiccioli che aveva, 10, 20, 5 centesimi, facendone cadere molti a terra, ma finalmente sentì un sacrosanto click e la macchinetta emise il biglietto.
Lo obliterò di corsa, accartocciandolo mezzo, e si tuffò verso l'ascensore, che però chiuse all'istante le porte, come fosse una persona che ti sbatte la porta in faccia. Niente. Era andato ormai, portandosi lei dentro.
Fu costretto ad aspettare che il marchingegno riscendesse giù. Sentiva il roboante rumore di ingranaggi ma la discesa richiedeva molto tempo, perché era un ascensore antico.
Finalmente riuscì a salire e cercò col pensiero di far muovere più veloce l'ascensore:
<<Muoviti, fott**o ascensore, vaiii!>>
Dopo qualche minuto - leggi un'eternità - arrivò finalmente su. Guardò di sfuggita la veduta di Genova offerta da quell'altura, in cui il grigio e il giallo dei palazzi si mischiavano con l'azzurro ambrato di un cielo al tramonto, ma decise di rimandarne la visione a dopo, possibilmente quando fosse stato con lei.
Si gettò nella piazza di fronte a sé, urtando quasi i tavolini della Gelateria Guarini, ma per fortuna era nel tardo pomeriggio, vicino al tramonto primaverile, e non c'era nessuno seduto. E anche se ci fosse stato, pazienza, c'erano cose ben più urgenti!Corse con tutte le forze che aveva, e anche con quelle che non aveva. Sapeva che il suo intuito aveva ragione, che una volta che l'avesse trovata, lei sarebbe stata felice di rivederlo, e avrebbero camminato mano nella mano per il quartiere, guardando il panorama di Castelletto senza dire una parola. Avrebbe infatti goduto anche solo della reciproca compagnia. D'altronde, quella sera al pub lei glielo aveva fatto capire chiaro e tondo di volere qualcosa da lui: gli aveva mandato un sacco di occhiatine maliziose, gli aveva appoggiato una mano sulla coscia, rideva alle sue battute anche se probabilmente non la facevano davvero ridere. E lui si sentiva figo, si sentiva desiderato, sentiva di aver azzeccato, per una volta, la camicia giusta e l'acconciatura giusta! Aveva fatto bene a dire di si quando i suoi amici gli avevano chiesto di scendere al pub per una bevuta. Vincendo la sua pigrizia, aveva avuto la fortuna di conoscere questa bellissima e stuzzicante ragazza, vestita di un succinto vestito leopardato, con un trucco intrigante sugli occhi.
A causa della corsa trafelata aveva esaurito tutte le energie, e si fermò un attimo, giusto per riprendere fiato, sennò non sarebbe riuscito ad andare avanti.
Si mise le mani sulle ginocchia e si abbassò leggermente verso terra. Si stava rialzando quando si sentì all'improvviso colpire da qualcosa di rigido e di pesante. Una borsa, un piccolo bauletto nero, a quanto pare bello pieno di oggetti.
<<La devi SMETTERE di SEGUIRMI! Ti ho già fatto capire che non mi interessi. Ti ho risposto a monosillabi ai messaggi e quando mi hai chiesto di uscire ti ho inventato mille scuse. Vorrà dire che non mi interessi, no?!?! Ma cosa vuoi da me??Vattene!>> Era lei, era Giulia. L'aveva trovata. O meglio, lei aveva trovato lui. Ma non stava andando tutto come previsto. Perché? Cosa aveva sbagliato?!
<<Ma... ma... quella sera al pub, mi hai fatto capire che...>>
<<Cosa? Cosa ti ho fatto capire? Niente, che mi risulti.>>
<<Ma mi... guardavi... cioè mi sorridevi... mi hai sfiorato...>>
<<Embè? Capirai! Io parlo così con i ragazzi, sei te, tesoro, che ti sei immaginato chissacché. Ora se permetti me ne vado. Non cercarmi più. Ho fatto male a darti il mio numero, pensavo fossi uno normale, uno che si accontenta solo di essere amico di una bella ragazza, e invece no, siete tutti dei provoloni! Addio.>> Se ne andò stizzita senza neanche girarsi.
>Continua...<
P.s. Fotografia in alto non mia, ma presa da https://www.google.it/search?q=genova+castelletto&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwj2hI-ByJ7ZAhUIr6QKHW-XDGAQ_AUICygC&biw=1366&bih=637#imgrc=QJ9pqD2xaf98eM:
Fotografia della copertina non mia, presa da https://www.google.it/search?hl=it&q=petal&tbm=isch&tbs=simg:CAQSlwEJylWWZ1UMuRwaiwELEKjU2AQaBAgVCAQMCxCwjKcIGmIKYAgDEijLFtwW5gvKFtgW2AvNFtsW6QvaFtMhxijFKMQowyjQIdch0iHfN78oGjBMbYQLd-gLANvPKDZfmm_1aPlpTVoQBjK3_1YcSfzk-RUZd3EHOKXC1udrkQM2cAgV8gBAwLEI6u_1ggaCgoICAESBDRz568M&sa=X&ved=0ahUKEwjJqMbT0KDZAhWD2KQKHTHJAEAQwg4IJCgA&biw=1366&bih=637#imgrc=ylWWZ1UMuRyxIM:
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Fiori celesti tra i sassi
RomanceGianluca, ragazzo dal cuore dolce e sensibile, è determinato a rincontrare Giulia, un'attraente ed espansiva ragazza, nonché donna dei suoi sogni. La rincorre su per la collina di Castelletto, nella bellissima città di Genova. Niente riuscirà a fer...