Parte 6. Bisogna chiarire

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La mattina dopo Gianluca si svegliò molto presto, molto prima della sveglia. Si sentiva la testa rimbombare e non riusciva a trovare un filo logico nei suoi pensieri. Celeste... Giulia... ex ragazzi... nuovi ragazzi... Avrebbe avuto bisogno di qualcuno di esterno che gli spiegasse punto per punto cosa stava succedendo nella sua vita.

Si alzò per fare colazione, ma era così rintronato che i biscotti gli cadevano nel caffèlatte inzuppandogli tutto il pigiama. "Gianluca, riprenditi" si disse. La sera stessa doveva venire Giulia a casa sua, quindi durante il giorno fece le sue cose, studiò, fece la spesa e pulì casa.

Mentre faceva tutte queste cose, si sentiva come annoiato. Le sue dita erano in fermento, doveva fare qualcosa, qualcosa per spezzare quella sensazione di disagio, di mancanza, di incompiutezza. E così, in un attimo di sventatezza, inviò un sms:

<<Ciao, Celeste, sono Gianluca. Ti ricordi di me?>> - questa voleva essere una frecciatina, dato che lei non gli aveva più scritto, neanche come amica e basta - <<Come stai?>>. Quando si rese conto di aver fatto una cavolata, ormai era troppo tardi. Aveva già premuto il tasto "INVIO". Ma perché non era riuscito a controllarsi?? Celeste non lo aveva più considerato ed era uscita con un altro subito dopo che si erano visti, e lui si metteva pure a scriverle?

Mosso dalla stizza, uscì per fare una passeggiata. La giornata era molto bella. Attraversava un grande viale alberato, dove gli alberi erano rivestiti di un verde che illuminato dai raggi del sole sembrava dorato. Camminava velocemente, e a un certo punto gli sembrò di sentire la vibrazione del cellulare in tasca. Lo tirò fuori ma niente, era solo la sua immaginazione.

Aspettò tutto il giorno, ma arrivarono solo messaggi del suo gestore telefonico e di sua madre che gli chiedeva, con un tempismo da Oscar, come stava, dato che era tanto che non lo sentiva. Infatti lui era uno studente fuori sede che viveva da solo.

Tornò a casa e cominciò ad apparecchiare la tavola. Quella sera avrebbe cucinato lui, e il menu prevedeva la sua famosa pasta alla Carbonara, pollo al curry e gelato fatto in casa alla stracciatella. Amava molto cucinare, lo rilassava. Mise il suo servizio da tavola migliore, non che ne avesse molti essendo fuori sede, ma di certo non poteva utilizzare i piatti sbeccati che usava lui tutti i giorni. Come centro tavola mise un candelabro in stile moderno e un piccolo vaso con dei fiori. Era così concentrato che lo stress per Celeste gli passò.

Alle 20.00 suonò il campanello. Eccola, finalmente! Cominciava a sentirsi un po' nervoso per la serata, e voleva che iniziasse al più presto.

<<Ciao Giulia, come stai?>> Gianluca indossava dei jeans chiari e una camicia bianca, leggermente sbottonata sul davanti. Sentiva di aver azzeccato il look.

<<Tutto bene grazie>> rispose lei, vestita con dei pantacollant neri, degli stivali col tacco anch'essi neri e un top fucsia con una profonda scollatura a V. I suoi capelli emanavano un buonissimo profumo di... Gianluca non riusciva a capire di cosa, ma ne era inebriato.

La accompagnò al tavolo, e lei si sedette con compostezza.

<<Cosa le posso portare signorina?>> chiese lui fingendo di essere un cameriere.

<<Champagne ed escargot, s'il vous-plaît!>> rispose lei divertita. "Sta andando bene come inizio di serata" pensò Gianluca.

Iniziarono a mangiare e lei gli fece i complimenti per la cena. Lui si sentiva orgoglioso della sua cucina, e sentiva che in quel momento non gli mancava nulla.

<<Allora Giulia, mi hai detto che stai per cambiare Facoltà giusto?>>.

<<Si, Psicologia non fa per me, voglio cambiare. Lunedì andrò in segreteria a chiedere i moduli per il trasferimento>>

<<Ah, e cosa pensi di fare?>>

<<Mah, non so, deciderò in questi giorni...>>

"Ma come, non sa ancora cosa fare? Vuole cambiare ma non ha ancora deciso dove andare?" pensava Gianluca.

<<Ma... mentre studiavi Psicologia c'era qualcos'altro che pensavi che ti avrebbe appassionata? Cioè non sai cosa scegliere perché ci sono più cose che ti ispirano?>>.

<<No in realtà non ho proprio idea di cosa fare al momento>>.

Lui rimase interdetto, ma cercò di nasconderlo. Non si capacitava del fatto che lei fosse così alla deriva, che si sarebbe buttata a caso in un'altra università. Va bene che non tutti maturano alla stessa età, e ci vuole più o meno tempo per capire cosa ci interessa davvero, ma vedeva in Giulia una certa...vacuità. Si vergognava a giudicarla così, perché sapeva che non era giusto giudicare una persona senza conoscerla bene, ma si sentiva effettivamente un po' deluso. Le disse che andava un attimo in bagno e così fece, solo che non ci andò perché ne aveva un bisogno effettivo. Si sedette sul bordo della vasca e si mise a pensare. O meglio, il suo cervello era come se galleggiasse, non riuscendo a trovare un punto fermo. Chi era questa ragazza davanti a lui? Chi era lui, un ragazzo che giudicava una ragazza sentendosi quasi superiore, solo perché lui aveva deciso fin da ragazzino di voler studiare Fisica? Si rese conto che l'eccitazione per la serata stava lasciando spazio ad una leggera inquietudine, ad un'insoddisfazione che forse era causata nientemeno che da...Celeste. Stava proiettando il senso di rifiuto che sentiva su Giulia e questo non era giusto. Allora cominciò a salirgli la rabbia perché non riusciva a comunicare con Celeste e capì che doveva risolvere la situazione in qualche modo. Prese con un gesto repentino il suo cellulare e le inviò un altro messaggio:

<<Senti. Non so perché tu non mi risponda ma ti scriverò lo stesso. Voglio chiarire alcune cose con te e vorrei vederti. Ti aspetto domani alle 15.30 al Caffè della Libreria Almandi>>. Non si aspettava una risposta, o forse non voleva vederla. Quindi spense il cellulare e tornò da Giulia.

Fiori celesti tra i sassiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora