Due grandi occhioni azzurri gli apparvero appena aprì gli occhi. Ma chi era questa persona? Che era successo?
<<Ehm... si grazie sto bene, ma tu chi sei??>>
<<Ciao. Mi chiamo Celeste. Stavo tornando dal lavoro quando ti ho visto disteso a terra. Eri vicino ad un palo e hai un gran bernoccolo in fronte. Ho fatto due più due e non mi è stato difficile capire che avevi sbattuto contro questo palo, perdendo poi i sensi! Ma chi è che non vede un palo mentre cammina per strada?>> Quella ragazza lo stava prendendo in giro per l'accaduto, ma lo faceva senza malizia, sorridendo con dolcezza per farlo sentire a suo agio.
<<Allora grazie di esserti fermata, Celeste. Si, non era un buon momento, ho avuto una brutta giornata.>>
<<Ti capisco, capita purtroppo che delle giornate non vadano come vogliamo.>>
<<E anche le cose. Anche le cose non vanno spesso come vogliamo, Celeste, è così che ti chiami vero? Scusa ma sono ancora un po' confuso.>>
<<Si, mi chiamo Celeste, e purtroppo succede a volte. Ma ora lascia che ti aiuti ad alzarti, non vorrai mica passare la serata seduto su di un sasso!>> Di nuovo il sorriso scherzoso ma dolce.
Lo aiutò a ritrovare l'equilibrio perduto e quando lui cominciò di nuovo a camminare come una persona normale, lo accompagnò comunque per un pezzo, voleva essere sicura che stesse bene.
<<Ma non ti preoccupare, ora sto bene, vai pure a casa!>> disse Gianluca cercando di rassicurarla.
<<No, tranquillo, tanto non ho niente da fare...>> "Anche se effettivamente dopo il lavoro avrei bisogno di buttarmi sul letto a riposare... ma non posso lasciare questo ragazzo qua da solo dopo una grande botta in testa... va contro i miei principi morali!" pensò lei.
Per le successive due ore (o tre? O quattro? Avevano perso il conto) continuarono a camminare parlando del più e del meno, andando ben oltre casa di lui. Gianluca era così preso dalla conversazione (e rimbambito dopo la botta) che era passato davanti al suo appartamento senza accorgersene. Si accorse però di una cosa: avevano davvero una grande intesa.
Erano circa le 21.00 di sera, e si era alzato un certo venticello. A un certo punto lo stomaco di Gianluca emise un borbottio piuttosto rumoroso.
<<Ehhmmmm...>> Gianluca era un po' imbarazzato <<ho un po' fame... mi sa che andrò a casa a mangiarmi una cosa... mi ordinerò una pizza penso... a proposito, abbiamo superato casa mia, scusa ma non sono tanto in me oggi... ma non importa, mi sono orientato, torno da solo a casa.>>
<<Eh in effetti è tardi...>> le dispiaceva salutarlo, ma forse anche lui aveva bisogno di riposarsi. Poi a un certo punto anche il suo stomaco emise lo stesso suono di quello di lui, forse anche più forte.
<<Vedo che anche te a fame non sei messa tanto bene! Sentì devo essere sincero, non sono tanto in vena di cenare da solo. Non vorrei essere indiscreto ma visto che anche te hai fame se ti va potremmo mangiare quella pizza insieme, conosco un posto carino qua vicino...Ma da amici, ovviamente, non sono un marpione, tranquilla!>> Non voleva infastidirla e farla sentire a disagio.
<<Certo, va benissimo, no macchè d'altronde abbiamo parlato un sacco, si può dire che un po' ci conosciamo già...>> ma intanto pensava "Da amici? Vabbè, tanto i ragazzi la consideravano sempre un'amica e basta" Celeste si era rassegnata ormai. "Peccato perché era carino... ma cosa mi posso aspettare, ha appena battuto la testa, e dice che ha avuto una brutta giornata, meglio essere gentile, probabilmente ha bisogno di un po' di compagnia. Avere un amico in più è comunque una bella cosa..." Si stava autoconvincendo, come sempre.
Entrarono in questa pizzeria che li accolse con un'atmosfera calorosa, il giallo e l'arancione brillavano dalle pareti e dai tavoli, e i camerieri erano molto accoglienti e disponibili. Li accompagnarono ad un tavolo accanto ad un camino, che rendeva l'atmosfera ancora più familiare e "accesa", sebbene il camino fosse spento.
Dopo aver ordinato, cominciarono a chiacchierare, ma ora non più solo del più e del meno, erano entrati più in confidenza.
<<Prima ti ho detto che ti capisco, perché purtroppo anche io tempo fa ho avuto delle brutte giornate. Circa un mesetto fa il mio ragazzo mi ha lasciata, e ci ho messo un po' a rimettermi in sesto>>. Forse aveva rovinato il tono piacevole della conversazione? Ma è che si sentiva di poter dire tutto a questo ragazzo così semplice e gentile... Sentiva un'aria familiare tra loro.
<<Ah, mi dispiace tantissimo Celeste, ma come mai? Se non sono indiscreto a chiedertelo...>>
<<No no, non ti preoccupare, sono io che mi sono aperta per prima. Il mio ex mi ha accompagnata in un pub del centro di Genova, il Birrificio Genovese, abbiamo preso la nostra solita birra scura doppio malto, siamo andati a berla in un tavolino in fondo al pub, e in mezzo a un pezzo musicale irlandese mi ha detto che doveva parlarmi. Mi ha detto che non era più innamorato di me e che non poteva più continuare a nasconderlo. Al che io mi sono infuriata, anche per la situazione, perché ero stata lasciata volutamente in un pub dove non potevo fare scenate! Ma non ci ho visto più, ho cominciato ad alzare la voce e siamo usciti in strada, davanti al locale. Gli ho urlato che era un falso, che mi aveva presa in giro per tutto l'anno che eravamo stati insieme. Lui mi ha detto che all'inizio le cose andavano bene, ma che poi aveva cominciato a perdere l'interesse per me. Mi ha fatta sentire inutile e poco interessante, scialba. E tutti quei messaggi che mi ha inviato, in cui mi scriveva che mi amava? Quindi mentiva. Ora ho cominciato a superarla e a capire che se non doveva andare, pazienza, non era destino>>.
<<Accidenti che storia triste, mi dispiace. Anche io ho avuto un momento brutto oggi, per questo ero così giù. Per la terza volta ho chiesto a una ragazza di uscire e lei mi ha detto definitivamente che non le interesso, e che devo smettere di ossessionarla. E' che mi aveva illuso un po', aveva fatto la gatta morta con me quando l'avevo conosciuta in un pub, circa un mesetto fa, ah fra l'altro mi sa che era proprio il Birrificio Genovese>>.
<<Ah si? Quando sei andato>>. Per un attimo la aveva stuzzicata l'idea che potesse essere stata la stessa sera, ma era un pensiero più divertente che reale, perché era decisamente poco probabile.
<<Mah, mi pare che lo stesso giorno avessi festeggiato con i miei genitori il compleanno di mio padre, quindi era il 10 Maggio credo. Si, si, era proprio il 10 maggio>>.
<<Il 10 Maggio?? Ma è proprio lo stesso giorno in cui sono stata lasciata! Si, è proprio lo stesso. Sei sicuro di non aver sentito nessuno che urlava come un matto – anzi una matta, visto che ero io – lì fuori dal pub?>> Ormai Celeste si era lasciata andare ad una risata liberatoria. Gianluca si accorse che i suoi occhi avevano una luce particolare, magnetica, ed erano ancora più belli sotto la luce flebile della candela, che in essi si rispecchiava.
<<Mmmmh devo essere sincero, ero molto preso da questa ragazza, non ci ho fatto troppo caso, anche perché spesso per strada c'è gente che urla... - fece una pausa per riflettere - però aspetta. Ora che mi ci fai pensare, Giulia a un certo punto ha fatto una smorfia e ha detto qualcosa tipo "Ma chi è questa disperata che fa sentire a tutti i fatti suoi? E chi se ne frega se quello là l'ha lasciata, l'avrà fatto perché è una psicopatica, si sente da come urla". Mi sa che parlava di te allora! Non è stata molto carina effettivamente a dire così...>>
<<Ma che str**za! Ma che vuole da me? Psicopatica?? Ma non sa cosa vuol dire stare male per amore? Mamma mia, menomale che non è voluta uscire con te, non ti merita. Si capisce subito che sei un ragazzo gentile e sensibile, sei addirittura andato a sbattere su un palo per lei!>>
A quel punto ridevano entrambi.
<<Si, è davvero una str**zetta snob!>> lo riconobbe anche Gianluca, che ormai aveva capito di non aver davvero "perso". Anzi ci aveva guadagnato queste belle e limpide risate con Celeste.
Dopo cena, lui decise di fare il galantuomo e di accompagnare Celeste a casa sua. Si scambiarono il numero con l'accordo di rivedersi nei giorni seguenti e si salutarono con un bacio sulla guancia.
Gianluca si avviò verso casa sua, quasi saltellando, con un sorriso sul viso che andava da una guancia all'altra. Stava svoltando l'angolo della strada per raggiungere il portone, quando vide lì davanti ad aspettarlo nientemeno che...Giulia.
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Fiori celesti tra i sassi
RomanceGianluca, ragazzo dal cuore dolce e sensibile, è determinato a rincontrare Giulia, un'attraente ed espansiva ragazza, nonché donna dei suoi sogni. La rincorre su per la collina di Castelletto, nella bellissima città di Genova. Niente riuscirà a fer...