L'inizio

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È notte fonda, e nel cielo notturno si vedono ancora le luci dei fuochi e nell'aria si sente ancora l'odore del sangue versato durante la battaglia. Solo il capitano, dell'esercito sconfitto, si è salvato.
Ora, quel capitano, quella lupa, corre. Corre nella notte, sconfitta, umiliata, distrutta dal dolore per la perdita del suo esercito, del suo branco.
Il suo manto nero si confonde tra le ombre della foresta avvolta dalle tenebre. Si notano soltanto i suoi occhi dorati e i suoi denti scintillanti. Le sue enormi ali nere, sono coperte di sangue, che tiene incollate le piume tra loro, rendendole più faticoso volare. Gli occhi pieni di lacrime le impediscono di vedere bene, mentre viene inseguita dal comandante nemico. Quella lupa, sono io.

Le ferite mi fanno male, i miei muscoli stanno cedendo, ma continuo a correre. Corro per salvarmi la vita, corro, per dimenticare.
Il capo del clan nemico mi sta inseguendo da ore. Il suo manto è bianco e i suoi occhi, rosso sangue. Io lo vedo benissimo, ma lui, fatica a distinguere il mio manto dalle ombre della foresta. Lo so, perché è già successo una volta. Allora, però, non ci fu nessun massacro. Mi fermo per un istante ad ascoltare: il mio udito è migliore di quello degli altri lupi. Non sento niente. I passi che mi inseguivano hanno cessato di farsi sentire. L'ho seminato, ma non è prudente abbassare la guardia.  Riprendo a correre, ma non riesco a fare neanche una falcata, che vado a sbattere contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno. Non faccio in tempo ad aprire gli occhi, che già ho capito chi è: riconoscerei quell'odore ovunque. Sa di legna e aghi di pino. È mio fratello maggiore, Arrow. Ora sono al sicuro. Soffocata dalle lacrime, affondo la testa nella folta pelliccia del suo collo, in cerca di conforto.
"Arrow...."
"Stai tranquilla, Light. Ora sei al sicuro. Ci sono io, tranquilla."
"No..... Loro..... Il mio esercito...... Tutti quanti...... Li ha uccisi tutti..... Io....."
"Sei salva adesso. Ora, è l'unica cosa importante. A Fayker ci penseremo più avanti, ora devi riposare, sei ferita."
Annuisco tra i singhiozzi, mentre lui mi appoggia una zampa argentata sulla spalla, in segno di conforto.
"Vieni, ti riporto a casa"
Annuisco di nuovo, cercando di ricacciare in gola i fiumi di lacrime che mi scendono dagli occhi.
Si alza, ma non si sposta. Rimane vicino a me, in attesa che mi alzi anche io. Non ho la forza di seguirlo. Arrow si siede di nuovo di fronte a me e mi solleva dolcemente la testa con una zampa, in modo che possa guardarmi negli occhi. Mi Sottraggo al suo sguardo, riaffondando la testa nel suo petto.
"Hey.... Tranquilla, Light. È tutto finito..... Nessuno può farti del male, adesso."
Mentre parla, la sua zampa porta i miei occhi ad incontrare i suoi. Sta volta lo guardo. Perché so che è quello che vuole. Perché so che mi aiuterà a calmarmi e perché so che lo renderò felice. Lo so, perché è già successo.
Lo guardo, dritto in quei suoi occhi argento, tendenti all' azzurro. Lui sorride. Forse crede che non me ne sia accorta, so che a stento trattiene le lacrime. Lo so, perché è mio fratello. Lo so, perché ho imparato a leggere gli occhi. Ma so anche, che lui sa che ho capito cosa prova in questo istante, ma continua a fingersi forte, per darmi conforto.
"Forza, andiamo a casa."
Mio fratello non ha le ali. Sono l'unica ad averle. Ma so, che se le avesse avute, non avrebbe lasciato che le mie zampe, che ancora portano tagli e ferite della battaglia e che sono ancora imbrattate di sangue nemico, toccassero terra.












Si. Se velo state chiedendo sono completamente consapevole che nell'immagine non si vede assolutamente nulla, ma se la toccate si vede. Scusate per l'inconveniente. Buon proseguimento. Spero che la storia vi piaccia.

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