1. Lo sceriffo

160 9 0
                                    

Voglio raccontarti una storia.
La storia di un ragazzo di quattordici anni, senza casa e senza meta, non conosce questo mondo e ne è spaventato, è stato catapultato in una realtà non sua perdendo la sua famiglia, è alla ricerca di una persona, deve fermare questa persona.

La luna sembrava osservarlo attraverso le fronde degli alberi, gli occhi verdi brillavano a contrasto con il manto scuro. Il giovane Lupo camminava senza fare rumore, il fiato usciva in volute di bianche nuvolette dalle mascelle possenti. I muscoli fremevano, l'elettricità della sera gli era entrata sotto pelle, sentiva il sapore della sua preda sulla lingua e l'acquolina gli stava irrigando le papille gustative, facendolo sbavare. Alzò il naso, una traccia flebile della preda aleggiava ancora nell'aria, prese un profondo respiro, gli occhi brillarono di un verde acceso nella notte, riflettendo i raggi cerulei della luna piena.

Il ragazzo era portatore di un segreto, segreto che si celava nel suo nome, nel suo aspetto e nel suo passato.

Si leccò le labbra togliendo i rimasugli di sangue e carne attaccati al pelo, nell'aria la notte si faceva silenziosa e lui come padrone di quel silenzio camminava senza fare rumore sulle foglie secche, correva attraverso gli alberi, saltava le radici nodose che sporgevano dal suolo mentre la luna, lenta, calava tornando a dormire e il sole, piano piano, si svegliava in una rosea alba. L'adrenalina della caccia era passata ed ormai era un lieve formicolio sui polpastrelli, era il rimasuglio della luce lunare che gli illuminava il manto grigio in argento, la caccia era rilegata alla notte e nella notte correva uno splendido lupo grigio dagli occhi verdi. Si arrestò al limitare del bosco sulla strada, un potente ululato gli sfuggì dalla gola salutando per il momento, la libertà del mondo selvaggio. Un ringhio profondo gli percosse le viscere, lo fece vibrare dall'interno, le zampe graffiarono la terra e i polpastrelli si ammorbidirono sul terreno, il ringhio fuoriuscì come l'ululato, senza che lui ne avesse il controllo.

C'era un motivo se all'inizio ci ha ricordato 'qualcuno', un motivo che mi fa sorridere ora che ci penso, perché assomigliava davvero molto ai suoi genitori.
Arrivò con la notte, gli occhi scintillanti e una spalla ferita, l'aconito si era scurito e gli appiccicava la felpa, non lo conoscevo ancora.

《Esci allo scoperto, sono lo
sceriffo, non ti succederà niente.》 Noah mosse il fascio di luce della torcia schiarendosi il passaggio tra gli abeti, sentiva che qualcuno lo osservava, era una presenza nuova e non lo stava minacciando. Sentì il respiro leggero della presenza, era morbido e lento.
La torcia gli stava illuminando il suolo quando li vide, due occhi verdi, brillavano come smeraldi al sole. La sua mente gli diede un nome, ma quando la torcia illuminò il viso della presenza se lo scrollò di dosso, non era lui.
《Ragazzo tutto bene?》 Gli si avvicinò poggiando una mano sulla spalla del ragazzo, gli occhi continuavano a brillare di un verde acceso, troppo innaturale per essere umano.
《Ehi ragazzo, ora devi fermarti.》 Spostò la mano sul viso del giovane che chiuse gli occhi abbondandosi contro il suo palmo ed aprì le labbra rosee.
《Ma... ma...》 sospirò abbandonandosi addosso allo sceriffo, Noah mise l'altra mano sul braccio del giovane ed appena gli mosse la spalla il ragazzo riaprì gli occhi, erano più luminosi di prima e un ululato lamentoso di dolore gli lasciò la gola. Lo sceriffo tolse la mano constatando che era piena di vischioso sangue nero. Prese il ragazzo in collo, doveva portarlo subito alla clinica veterinaria.
《Ma... mamma...》 Mugolò svenendo.


Scott era ancora alla clinica, il barboncino della signora James non aveva alcuna intenzione di rientrare nella sua gabbietta, aveva dovuto usare il suo potere da Alpha per convincerlo. Aveva appena chiuso la porta della stanza dei cani quando avvertì la macchina di servizio dello sceriffo fermarsi con un potente stridio davanti alla clinica. Andò ad aprire la porta, correndo verso l'uomo.
《Tutto bene?》 Chiese, ma appena vide il ragazzo tra le braccia dell'uomo si ammutolì. 《Lui è...》 mormorò ma Noah si mise a correre verso l'entrata. 《Non lo so... ma sono sicuro che quello è aconito.》 Scott lo seguì a ruota dentro chiudendo la porta a chiave.

Prima che tu possa finire il racconto, c'è una cosa che devi sapere, questa storia non parla d'amore, o meglio, parla d'amore ma è un'amore che non si può definire tale perché 'amore' lo sminuirebbe solo.
Quindi ricorda, non è una storia d'amore.

Dawid-Il tempo di un momentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora