7.La Banshee

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Aprì gli occhi ma non c'era abbastanza luce per vedere, allora li richiuse, prese un bel respiro e si calmò. Sapeva che sarebbero venuti a salvarla, e lei non voleva. Sarebbero caduti nella loro trappola e non voleva farli morire. Si alzò, aveva le gambe tremanti e solo in quel momento si accorse di avere un enorme graffio sulla coscia sinistra, doveva essere avvenuto durante il combattimento. Si appoggiò al muro e cercò di calmare le gambe. Fatto questo si mosse verso la porta. Da prima provò ad aprirla normalmente, ma aveva capito subito che non sarebbe stato così semplice. La testa prese a girarle, forse per lo sforzo o perché non mangiava da due giorni, ritrovò l'equilibrio e posò le mani sul metallo della porta. Poi urlò. Il metallo scricchiolò sotto le sue mani e si ruppe. Con fatica attraversò il varco che aveva appena fatto, il corridoio era vuoto e buio. Fece un passo che rimbombò nell'oscurità ed un brutto presentimento la fece rabbrividire. Qualcuno stava per morire.
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Si svegliò senza fiato, gli occhi si spalancarono e le pupille si rimpicciolirono all'improvviso. Prese un bel respiro e si tirò su. Doveva calmarsi o avrebbe urlato. Si mise a sedere e posò una mano sul petto ed iniziò a contare i battiti, poi, piano piano, prese a respirare con calma. Quando si fu ripresa portò i capelli indietro e si alzò dal letto. Cos'era quel sogno? Un presagio futuro? Stava arrivando qualcosa a Beacon Hills? Sospirò, forse era meglio se si fosse fatta una doccia, aveva ancora i nervi a fior di pelle e quella sensazione che aveva provato nel sogno continuava a persistere sulla sua pelle. Prese il cambio dall'armadio e andò in bagno. Aprì l'acqua e la regolò, con qualche difficoltà, sul tiepido. Si tolse la canottiera con cui aveva dormito e chiuse la porta del bagno. Mentre si accertava che l'acqua fosse ancora tiepida e preparava i prodotti per lavarsi, il leggero vapore proveniente dalla doccia appannò lo specchio. Non ci fece caso e spogliarsi del tutto entrò nella doccia. Appena l'acqua toccò la sua pelle si rilassò, ed il sogno le sembrò lontano anni luce. Lavò con calma e cura i capelli rossi, si passò la spugna prega di bagno schiuma per il corpo, passò con calma sulla coscia sinistra, quasi fosse convinta di averci davvero un enorme e profondo graffio lì sopra. Si sciacquò ed uscì, prese l'accappatoio rosa e si avvolse i capelli in un asciugamano, il vapore si era espanso per tutta la stanza, così decise di aprire la porta. Finì di sistemare la roba che aveva usato e poi si mise il cambio portato. Sembrava che tutto fosse tornato normale, quasi non fosse successo niente e quella fosse una delle solite mattinate che precedevano la colazione. Si tolse l'asciugamano dal capo e prese il phon, lo attaccò alla spina vicino allo specchio ed impugnò la spazzola, ma quando il suo sguardo si concentrò sullo specchio le cadde la spazzola di mano e le gambe tornarono a tremare, quella era lei. Quella ragazza dai capelli rossi riversa in un pavimento pieno di sangue in quel corridoio buio era lei, sola nell'oscurità con uno squarcio sul petto. Il sogno tornò con prepotenza nella sua testa e questa volta non riuscì a trattenersi, quindi urlò. Fu l'urlo più difficile e acuto che avesse fatto, aveva appena preannunciato la sua morte.
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Stiles quella mattina si svegliò prima del solito. Alle cinque era in piedi e già iperattivo. Aveva preso la sua quotidiana tazza di caffé e poi aveva riletto i casi studiati il giorno prima. Così, alle sei spaccate era di già pronto per andare a lavoro. Da quando aveva iniziato a lavorare nell'unità Investigazioni Speciali* del FBI non c'era momento in cui non pensasse a Beacon Hills, a suo padre, a Scott, a Melissa, al branco, a... scosse la testa, era tornato a pensarci! Chiuse a chiave la porta del suo appartamento e si avviò verso l'ascensore. Non vedeva l'ora che arrivasse la fine della settimana così che potesse prendersi un paio di giorni di permesso per andarli a trovare. Ora che ci pensava non aveva avvertito nessuno, forse nel pomeriggio avrebbe chiamato Lydia per dirglielo. Le porte dell'ascensore si aprirono e Stiles era pronto per una nuova giornata di lavoro.
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Erano le due ed ancora non s'era schiodata dal suo letto, nemmeno quando sua madre le aveva detto che usciva e che quindi avrebbe pranzato da sola. Erano le due e lei era terrorizzata, non aveva mangiato e non aveva fame, doveva calmarsi, dimenticare l'accaduto e andare avanti, magari se avesse disegnato qualcosa si sarebbe calmata. Prese l'album sul comodino e recuperò gomma e lapis. Prese un bel respiro e disegnò. La mano passo sul foglio creando ombre e luci di una sagoma nera, al centro della testa dell'ombra c'era un occhio cieco. Il braccio dell'essere impugnava un arco mentre con l'altro prendeva una freccia dalla faretra. Lydia inclinò la testa confusa, non sapeva chi fosse, posò il lapis e prese la penna lasciata sul comodino, senza motivo premette al centro dell'occhio con la penna rossa, fece una riga che prese a scendere e salire fino a raggiungere i bordi dell'occhio, ne fece un'altra parallela e poi due trasversali, in fine fece un cerchio all'interno del quadrato creato e ci scrisse "Ai" poi ci fece una x sopra. Staccò la penna, la mano le tremò e la penna cadde sul materasso rotolando e cadendo per terra, facendo rumore. Cosa le stava succedendo?
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Erano le cinque quando Stiles tornò a casa, posò la tracolla piena di fascicoli sulla poltrona del soggiorno, andò a cambiarsi, a casa gli piaceva stare comodo, ma quando entrò in camera urlò. Prima spaventato, poi sconvolto.《Che ci fai in camera mia?》 Indietreggiò sotto lo sguardo della non più piccola Hale.《Te non eri in Messico?》Lei sbuffò ed alzò gli occhi al cielo, si sedette sul letto del ragazzo ed accavallò le gambe. 《Stiles non ti preoccupare, non sono qui per mangiarti.》L'altro sospirò senza sapere perché e la raggiunse sul letto. 《Allora, perché sei qui? È avvenuta qualche catastrofe sovrannaturale che aspetta il mio intervento per essere risolta?》L'ironia nella sua voce era palpabile e anche se Cora l'aveva percepita, rispose secca.《Sì.》
《Davvero? Questo non mi è nuovo.》 l'altra lo guardò di striscio e Stiles capì. 《Okay la smetto, su dimmi, cos'è successo stavolta?》
La guardò dritto negli occhi e l'Hale sospirò stanca ricambiando lo sguardo.《Non è ciò che è succeso il problema, ma quello che sta per accadere... Stiles dobbiamo tornare subito a Beacon Hills o potrebbe succedere un casino...》Stiles era confuso, cosa stava per accadere? Non fece in tempo a porre la domanda, che Cora gli rispose.《Ti spiegherò strada facendo...》










Investigazioni Speciali* = L'ho spudoratamente inventato

Dawid-Il tempo di un momentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora