[Passato ~ 03 ~]

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"La scuola è sempre stata così noiosa?"

Hal appoggiò il mento sul palmo della mano destra, annoiato dalla lezione.
La letteratura non era mai stata il suo forte.
In realtà, i suoi voti cominciarono a precipitare con il passaggio dalle medie a quell'orrenda prigione chiamata "Scuola Superiore".

Posizionato com'era in fondo alla classe, poteva vedere Clare che, seppur girata di spalle, non mancava di rivolgergli sorrisetti compiaciuti tra un'ora e l'altra.
Anche Jace faceva parte della 4E, ma passava la maggior parte del tempo con quelle piccole bande delle quinte, impegnato nel combinare solo ed unicamente guai.
Abby, invece, era di un anno più piccola degli altri, ma frequentava comunque la quarta, nella sezione A.

L'insegnante d'italiano interruppe il suo flusso di pensieri mentre cercava di riordinare le poche informazioni che era riuscito a ricavare sui suoi vecchi amici:

-...E da te ora separandomi,
lascia che io ti dica
che non sbagli se pensi
che furono un sogno i miei giorni...-

Riconobbe subito quel verso: "Un sogno dentro un sogno", di Edgar Allan Poe.
Forse una delle poche poesie serene, o che accennassero minimamente al sereno, che lui avesse mai letto di questo poeta.
Tutto sommato gli piaceva, anche se non lo avrebbe mai ammesso con se stesso.
Se non altro, ora aveva la certezza che in quel periodo lo stessero studiando, come aveva dedotto dalla scelta di Abby l'altra sera.

Tirò fuori dallo zaino un taccuino per gli appunti e una penna nera dall'astuccio.
Cominciò a disegnare i profili paffuti di coloro che aveva incontrato finora, partendo da Alec fino ad arrivare ad Abby, l'ultima novità in quell'assurdo scenario.

Trovandoli tutti allineati con quei sorrisetti un'idea gli balenò per la mente:

"E se stilassi una lista dei sospettati?"

Scrisse velocemente le iniziali dei nomi sotto i rispettivi ritratti, poi posizionò la "S" di "sospettato" sulle teste di Alec ed Adaline.
A ragion di conto erano probabilmente i più sospettabili.

Ma allo stesso tempo, perché avrebbero dovuto far sì che Hal scoprisse che proprio uno di loro era l'artefice dell'omicidio?
Forse per ridergli in faccia quando lo avrebbe accusato?

Non riusciva a spiegarsi molte cose, ma quell'atmosfera da giallo gli piaceva, in un certo senso.

Alzando lo sguardo notò subito che lo sguardo della professoressa era puntato su di lui, perforante come pochi.
Gettò in modo disordinato il taccuino, spiegazzando i foglietti che lo componevano.
Aveva scordato quanto essere uno studente fosse difficile.

La campanella bloccò l'insegnante diretta verso il suo banco.
Tutti gli alunni si alzarono e veloci come fulmini si diressero verso il cortile;
Hal cercò di fare lo stesso, seguendoli, ma Clare lo prese per mano un attimo prima che raggiungesse il corridoio:
-Dobbiamo aspettare gli altri.-

-Siamo già qui!-

Jace corse incontro ad entrambi, trascinando un'infastidita Abeline per il braccio.
-Perfetto.- commentò Clare, tirandolo per il lembo della camicia verso l'entrata principale della scuola, tramite cui si accedeva al cortile.
Il posto pullulava di ragazzi d'ogni età, perfino di allievi delle medie, venuti dall'istituto che si trovava a qualche passo dalle superiori.

Il gruppo si sedette sotto le querce ai bordi della recinzione di ferro, dove c'era un muretto non molto alto.
Quel piccolo spazio verde dietro la scuola sembrava sbucare dal nulla, considerata la grigia figura dell'edificio.
Hal fissò malinconicamente gli amici con i loro portapranzo; dato che si era scordato il suo aveva cercato di rubare qualche pezzo di carne da Clare, che glielo aveva ceduto senza troppe storie.

-Odio questa parte della giornata.- cominciò Abby, stiracchiandosi.
-Sono tutti così spensierati. Per qualche motivo lo trovo sgradevole.- L'uniforme che indossava, bianca con un fiocco blu sotto il colletto, sembrava troppo grande per lei e l'effetto che questa produceva era a dir poco comico.
Hal stava quasi per chiederle il perché di quelle taglie in più, ma Clare avvicinò il viso al suo, sussurrandogli:
-Guarda dritto davanti a te.-

Lui seguì l'indicazione, eppure non vide nulla se non una muraglia di ragazzi e ragazze presi a discorsare. Scosse quindi la testa, senza dir nulla.

L'altra, a quel punto, sollevò il braccio ed indicò un punto nel grande cortile: precisamente sotto uno degli alberi della fila opposta.

Hal riuscì a scorgere, tra uno studente e l'altro, il profilo di un ragazzo dai lineamenti dolci: era seduto a terra e stava leggendo un libro, con l'aria di chi è sinceramente preso dalla lettura.
Fece per chiedere a Clare chi fosse, ma lei lo anticipò:
-È il ragazzo di cui ti ho parlato la sera scorsa.- sorrise innocentemente:
-Quello che mi sono messa a fissare, come hai detto tu.-
Lo disse forse in un modo troppo normale, ma Hal non ci fece caso.

-Ah.- commentò, mostrandosi distaccato. -Lo immaginavo diverso.-

-Di cosa state parlando?- Jace saltò sul muretto trai due ragazzi, dividendoli. Bisognava dire che era stato da sempre il tipo atletico e, trovandosi a confronto con le braccia muscolose del ragazzo, Hal si sentì piuttosto gracile.
Abeline si esibì in un sorriso malizioso che di certo, con l'apparecchio che portava, non la rendeva più bella:
-Di un ragazzo che la cara Mitchell ha visto l'altro giorno.- ridacchiò, come se sapesse già quale sarebbe stata la risposta di Jace.
-Ah sì?-
-È proprio lì, vedi?-
Intuendo la futura mossa dell'amico, Clare cercò di prenderlo per la camicia, ma lui, veloce, subito scattò in piedi:
-A questo punto dobbiamo assolutamente conoscerlo!-
Prima che chiunque potesse fermarlo si precipitò nella direzione del fantomatico ragazzo, seguito dal resto del gruppo.

                            ~ ~ ~

Con una pacca non molto delicata dietro la schiena, Jace approcciò il poveretto che, sorpreso, fece ruzzolare a terra il libro che stava leggendo.
"Il Giardino delle Farfalle".

Alzò lentamente gli occhi, posandoli sul viso sorridente di colui che lo aveva colpito:
-Cosa vuoi?- aveva uno sguardo glaciale, eppure non sembrava cattivo, al contrario.
Forse un po' malinconico.

Non appena vide il resto dei ragazzi avvicinarsi si corresse: -Anzi, cosa volete?-
Abby sorrise timidamente da dietro le robuste spalle di Jace.
-C'è qualcuno che vuole conoscerti, sapientone.-
A giudicare da quell'attegiamento amichevole dovevano conoscersi.
-Chi...?-
Non appena vide Clare, con gli occhi bassi e le guance rosse, si zittì.
Sembrava aver capito tutto, sorprendentemente.

Tirandosi su porse la mano alla ragazza, ignorando il sorriso sbilenco che Hal gli aveva rivolto.
-Piacere di conoscerti.- disse, addolcendo l'espressione infastidita.
-Piacere mio...- rispose timidamente lei, allungando la mano destra verso la sua.

-Possiamo sapere il tuo nome?- Hal li interruppe un attimo prima che si toccassero.
-Dovreste essere voi quelli tenuti a farlo.- rispose lui, con una fastidiosa punta d'acidità.

Non proferirono parola per qualche attimo, chiusi in un silenzio teso.

-Il mio nome è Clare Mitchell.-
Iniziò lei, invitando gli amici a presentarsi.
Lo fecero tutti, finché il ragazzo rimase l'unico a non essersi identificato.

-Il mio nome è Nathan.- rivolse a Clare un sorriso gentile. -Nathan Hunt.-

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