Timeline %*À@: ~ [Effetto farfalla] ~

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Hal si ritrovò steso su un letto comodo, il suo sguardo era puntato verso il soffitto dove era attaccato con dei pezzi di scotch un poster delle Twice. Un gusto musicale originale.
Se non avesse capito dalle mura cipria chiaro l'appartenenza di quella camera ad una donna ne sarebbe stato perfino turbato.
-Comodo?-
Poco davanti a lui c'era Clare, seduta a qualche centimetro dalla sua testa; la prima cosa che vide fu la maglietta a maniche corte lilla, aderente ai fianchi stretti.
Nella camera faceva davvero molto caldo.
Nonostante si fosse ritrovato lì all'improvviso, quella calda atmosfera non poteva far altro che rilassarlo;
Hal provava un senso di leggerezza indescrivibile stando disteso lì con lei.
-Puoi ricordarmi come sono finito qui?- chiese, non curandosi delle parole.
Lei in risposta ridacchiò, ma senza aggiungere altro.

Rimasero immobili per molto, non era certo il genere d'intimità in una coppia, ma nemmeno quello tra due amici.
-Ora che ci penso...- arrangiò lei, intrecciando le dita. -Potresti comprare delle bevande o qualcosa da mangiare per stasera.-
-Facciamo una festa?- domandò, cercando di suonare il meno strano possibile.
Lei lo guardò limitandosi a sorridere, ma quando lui non ricambiò iniziò a spiegare: -Non so come tu abbia fatto a scordartelo visto che ne parliamo da tutto il giorno. Stasera Abby e Jace verranno da me.-

Abby?

La ragazza della strana chiamata?

Jace?

Che probabilmente si stava chiedendo dove fosse finito, magari appendendo volantini?

Doverli vedere entrambi lo faceva sentire terribilmente a disagio.
-Avanti!- esclamò Clare, buttandolo giù dal letto. -Non ho certo voglia di uscire di notte.-
Hal prese il cellulare:

21:03

Acconsentì ad uscire, dopotutto voleva dare un'occhiata a quel nuovo, strano mondo.
Un mondo fin troppo dettagliato, per i suoi gusti.

"I ricordi non dovrebbero essere indefiniti perché difficili da rimembrare con esattezza?"
Si morse il labbro.
Questo mondo era invece perfetto sotto ogni punto di vista. Identico a quello reale.

Uscì dalla piccola casa dei Mitchell, un sacchetto di plastica arancione stretto in una mano e un pezzo da cinquanta dollari nell'altra, giusto per non "ritrovarsi con le tasche vuote".

L'alimentari era a qualche isolato dall'area residenziale, nel giro di venti minuti avrebbe già finito di far compere.

Si ritrovò a saltellare come un bambino tra le strade deserte, sereno come non mai.
Doveva ammettere che stava perdendo di vista il suo obiettivo, soprattutto perché quel calore della vita quotidiana lo avvolgeva a tradimento, come fosse reale.

Poter uscire con i propri amici, aver tempo per amore e altre stupidaggini...

Restare a fianco a Clare, la Clare viva, gli sembrava l'unica cosa davvero importante.

Poi, un nuovo senso di turbamento lo assalì.
Quel posto era davvero troppo, troppo dettagliato.

"E se non fosse solo un ricordo?"

Questo pensiero si fissò nella sua mente, senza lasciarlo più.

Spinto dalla curiosità si avviò verso le scale antincendio di uno squallido appartamento simile a quello in cui lui stesso viveva.
Sbirciò da una delle piccole finestre sporche, piene di manate, e intravide un uomo di mezza età steso sul pavimento con un paio di birre tra le mani e la TV accesa su un canale in bianco e nero. Forse a rievocare i vecchi tempi.
Hal si sedette sui gradini di ferro della scala, pensieroso.
"Questo non può essere assolutamente un ricordo, lei non può aver visto quella patetica scenetta e, beh, non se la sarebbe potuta immaginare, dopotutto dovrebbe essere un ricordo, non la sua fantasia."

"Che io sia tornato indietro nel tempo?"
Si sedette sulla ringhiera della scala, con le gambe a penzoloni.

"Però, se davvero così fosse, potrei salvare Clare."

Gli rimaneva un unico modo per confermare la sua teoria.

Quando Hal si ritrovò per la seconda volta nella spirale, nel caos Alec farfugliò qualcosa sul "Rispedirlo in un momento precedente a quello in cui si trovava", quindi nella linea temporale, o cronologica dei ricordi, si sarebbe dovuto trovare prima della metro e della strana telefonata.

Buttò la banconota da cinquanta dollari nella busta di plastica e tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans il cellulare.
La rubrica era piena zeppa di contatti, gente con cui aveva smesso di sentirsi dopo le superiori e con cui, almeno in maggior parte, non aveva più intenzione di incontrarsi;
scorrendo per la lista, trovò il profilo di Abby, cliccò sulla sua icona e la chiamò.

Il telefono continuò a squillare per un bel po' prima che la ragazza rispondesse: aveva un tono acido, peggiorato dalla scarsa qualità del segnale.
-Pronto?-
-Abby, giusto?- balbettò più di quanto pensasse, forse insospettendola.
-Foster? Cosa c'è, la festicciola è stata rimandata?-
-No.- strinse la ringhiera nella mano destra.
-Devo chiederti un favore.-
-Parla.-
-Potresti chiamarmi domani? Verso le due circa, mentre sono ancora in treno da scuola.-
Lei emise un suono strano, simile ad un "Mmh-Mmh" e una smorfia di disappunto, Hal concluse che avesse acconsentito e continuò.
-Dobbiamo anche scegliere una frase in codice, qualcosa di lungo. Cosicché la riconosca subito.-
Lei stranamente non fece domande, si limitò a lamentarsi: -Proprio ora che devo studiare Poe?- sentì un fruscio di pagine sfogliate. -Bene, allora che ne dici di...-

In quel momento, il ragazzo sentì che le sue teorie furono fondate.

-La gente era partita per le guerre, affidando ai miti occhi delle stelle, a notte, dalle alte torri azzurre, la custodia di quei fiori.-

-Da "La valle dell'inquietudine".- mormorò infine Abby.

Ora, Hal aveva la conferma di aver cambiato il futuro.
Ciò che Alec ed Adaline gli avevano riferito riguardo i "ricordi" era una menzogna.
Lui, in quel momento, aveva modificato il corso degli eventi.
L'effetto farfalla, giusto? Con la famosa frase: "questa azione avrà delle conseguenze."
Ma in quel momento non poteva pensare alle ripercussioni, ma solo alla gioia immensa che quella rivelazione aveva portato.
Chiuse la chiamata immediatamente e si lanciò in una corsa senza meta.

Continuò a ripetersi di avere una speranza a cui aggrapparsi, di poter riportare Clare alla sua vita quotidiana.

"Posso salvarla, posso salvarla, posso salvarla, io..." saltò qualche gradino del ponticello sull'autostrada e gridò con quanto fiato aveva in gola:

-Posso salvarla!-

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