Timeline %*À@: ~ [Poe] ~

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-Dimmi, ora ricordi tutto?-

Era la terza volta che Hal si ritrovava incatenato a quella dannata poltroncina, sentiva di star per diventare matto.

"Alec..." mormorò silenziosamente, stanco per lo sforzo mentale.
"Abbiamo finito con questi ricordi, giusto?"
-Mmh-Mmh- rispose lui, fastidiosamente felice.

-Penso sia ora.- si intromise Adaline:
-Pronto?-
Hal dovette raccogliere tutte le sue forze per fissare in mente per cosa dovesse essere pronto.

"Prontissimo." disse infine, spalancando gli occhi.
Uno strano rumore di circuiti ed ingranaggi si diffuse nella stanza.
Quelle pareti bianche erano una tortura per il cervello, aveva sentito parlare di cose del genere: prigionieri rinchiusi tra quattro mura candide, senza alcun minimo rumore erano impazziti dopo appena qualche ora.
Lui che era lì da meno di mezz'ora si sentiva già morire.

Ancora una volta tutto divenne confuso e la nausea si fece sentire, più forte della prima volta.

"Ho paura che dovremo iniziare dalla seconda metà dei ricordi, non vogliamo certo che tu riviva tutti quei momenti inutili nella vita di una ragazza morta."

Avrebbe voluto protestare, quei piccoli attimi di felicità gli mancavano così tanto, ma in quel momento non avrebbe potuto controbattere.
Era troppo preoccupato a precipitare lungo una specie di spirale claustrofobica, nudo come un verme.
Le sue urla erano sovrastate dal frastuono di vetri rotti, che veloci come frecce si scagliavano contro di lui, scomponendo le pareti del tunnel.

D'un tratto divenne tutto completamente nero.

-Hey!-
Hal sentì la sua schiena sbattere contro una superficie dura, una ragazza aveva perso l'equilibrio spingendolo verso il finestrino.
Riconobbe subito il cellulare che aveva in mano, con quella strana cover fucsia di un mostro con la coda da diavoletto e gli occhi stilizzati.
Clare alzò lo sguardo verso di lui, che manteneva le sue spalle.
-Hai una presa salda.-

Clare.

Non poteva credere ai suoi occhi.
Poter rivedere la ragazza che per troppo tempo gli aveva levato il sonno sembrava impossibile, eppure era proprio lì davanti a lui, spinta contro il suo torace.
Le sue mani cominciarono a tremare, solo ora si accorse di trovarsi nel treno della metro, con cui tornava sempre da scuola assieme a lei; il posto era dannatamente affollato.

Clare doveva essersi accorta della sua agitazione, tanto che posò il palmo della mano destra sulle sue, stringendole con quelle bellissime dita affusolate.
-Cosa ti prende?-
-Io...- era la prima volta che sentiva la sua voce dopo quell'esperimento, era giovane seppur profonda, con un tono d'innocenza piuttosto strano.
Fece un profondo respiro, come ormai era abituato a fare in queste situazioni bizzarre, e disse: -Lascia stare, ho solo dei brutti pensieri per la testa.-
Lei non sembrò dare molto peso alla cosa, anche se nel profondo non era probabilmente convinta.

D'un tratto il cellulare cominciò a vibrargli in tasca, tra le note di Dream It Possible. Era tra le suonerie predefinite del suo cellulare, ma a quei tempi la adorava comunque.

La chiamata era di una certa "Abby", non ricordava chi potesse essere.
L'immagine mostrava una liceale occhialuta, non particolarmente attraente, con una frangetta perfettamente dritta.

-Pronto?- chiese, aspettandosi una voce gioiosa in risposta.
Essa però, fu tutt'altro.
In un tono serio ricevette una risposta  inquietante: la ragazza dall'altra parte del telefono scandì ogni singola parola.

-La gente era partita per le guerre, affidando ai miti occhi delle stelle, a notte, dalle alte torri azzurre, la custodia di quei fiori.-

La sorpresa di Hal per una simile risposta trasparì in un sonoro "Eh?", la ragazza ripeté semplicemente la frase.
L'aveva già sentita, forse era una delle poesie che stava studiando in quel periodo, ma perché? Perché quella persona gliene avrebbe dovuto recitare una parte?

Tuu... tuu...

L'avviso della Chiamata Interrotta lampeggiava di rosso in basso allo schermo come un semaforo rotto.

-C'è qualcosa che non va? Hai un'aria abbastanza sconvolta.-
La voce piacevole di Clare lo riportò alla "realtà" e al suo obbiettivo fisso.

-C'è qualcosa che non va? Hai un'aria abbastanza sconvolta.-

"Uhm?"
-Perché lo ripeti...?-

-C'è qualcosa che non va? Hai un'aria abbastanza sconvolta.-
L'immagine slanciata della ragazza cominciò a deformarsi, sparendo a macchie.
-Cosa succede...?- non si sentiva spaventato o sorpreso, solo confuso.
Molto confuso.
Lentamente le persone attorno a loro svanirono.

-C'è q@uÀlc%osa cH3 non vÀ? H@i un ar%ia abbastÀn#za sc0...-

Fu trascinato nella spirale, precipitando verso un punto imprecisato dei ricordi di Clare.

"Hal!" sentì la fastidiosa voce di Alec chiamarlo, "A quanto pare c'è stata un'anomalia, una specie di distorsione temporale." disse, come se colui a cui stava parlando avesse qualche conoscenza nel campo.
"In pratica verrai risputato in un momento precedente a questo.
Buon viaggio!"
Aggiunse, tagliando corto.

Ormai abituato a quelle cadute cominciò a meditare sul perché fosse successo.
"Che sia colpa di quella strana telefonata?" Pensò, un attimo prima di essere spinto ancora più forte, verso un nuovo ricordo.

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