Timeline %*À@: ~ [Svegliati] ~

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Hal aprì gli occhi molto lentamente, si sentiva stanco e infastidito da ogni piccolo rumore.
Anche se dove si trovava non poteva percepire neanche un suono.
D'un tratto una Voce, lontana, come un eco risuonò nelle sue orecchie.

-Svegliati ho detto.-

Una fitta alla nuca lo sorprese, cominciò a peggiorare in un terribile mal di testa, man mano che la Voce formulava altre frasi.

-Ce l'abbiamo fatta, sei tornato...-
"Voglio vedermi." disse, o meglio, la sua bocca si mosse, ma senza produrre alcun suono.
Uno specchio apparve davanti a lui: grande, come una finestra su un altro mondo.
Solo in quel momento riuscì a mettere a fuoco ciò che lo circondava: attraverso la superficie riflettente vide la stanza bianca in cui si trovava. Cercò di scorgere un angolo colorato in quel mare candido, ma l'unico che trovò fu la poltroncina rossa a cui era incatenato.
"Buffo." commentò, scordandosi di nuovo di non aver voce.

Tra tutte le cose che poté vedere, quella che lo colpì maggiormente fu il suo aspetto.
Il velo di sarcasmo che aveva tenuto calato finora crollò in una frazione di secondo.
Con uno sforzo non indifferente si alzò, mantenendo attaccata la poltroncina al fondoschiena, e si avvicinò al grande specchio, così vicino da poter vedere ogni minimo dettaglio del suo volto.

I lineamenti sottili, i grandi occhi azzurri e luminosi, i capelli neri scompigliati.
Non gli sembrava vero di esser tornato giovane, così giovane: sedici anni, vissuti così bene da sembrare davvero troppo lontani.
"Com'è possibile?"
La Voce fece un profondo respiro, quasi al limite dell'esasperazione: -È grazie a Lei, vuole che tu la salvi, o meglio, vendichi.-
Ridacchiò.
-E ti conviene sbrigarti, non è bello far aspettare le signore.-
Hal sorrise, non capiva neanche cosa stesse succedendo, ma tutta quella situazione, così surreale, aveva qualcosa di maledettamente comico.

-Suppongo che alcune delle tue memorie siano alquanto confuse.-
Lui annuì, gli occhi puntati verso l'alto cercando di intravedere da dove la Voce venisse.
-Sei Hal Foster, giusto?-
"Sì."

-Quanti anni hai?-
"Dovrei averne trentacinque ma sembro un..."

-Che anno è?-
"Il 2061."

-Qual è il tuo obbiettivo?-
"Il mio... obbiettivo?"

-Non puoi averlo dimenticato, sei stato tu stesso a chiedere di...-
"A-aspetta un attimo."

I ricordi cominciarono a riaffiorare alla sua mente, come schegge taglienti.
Le catene si spezzarono e la poltroncina cadde con un tonfo.
Hal si mantenne la testa fra le mani, come in preda ad una crisi.

Una scena gli si propose davanti, la stanza bianca sparì attorno a lui e tutto divenne buio.
-Hal.- una voce femminile lo chiamò, ancora in preda alla crisi riuscì solo a spostare la testa nella sua direzione e a scorgere i banchi di una classe.
Sembrava quasi di non essere lì, come in un film.
C'erano due figure a qualche metro da lui: la prima era l'immagine distorta di un teschio deforme e copriva l'altra agli occhi di Hal; essa era una ragazza dai lunghi capelli castani e con indosso un'uniforme scolastica.
Questo era tutto ciò che riusciva a vedere, a causa del dolore molte cose gli erano offuscate alla vista.
Lui raccolse le forze e si spinse in avanti, per vederla.
Lo scheletro estrasse da una costola qualcosa di tagliente, Hal indietreggiò spaventato.
La ragazza si rivolse direttamente a lui e gridò in tono gioioso: -Ce ne hai messo di tempo per venirmi a salvare! Peccato che ormai...-
Lo scheletro tirò fuori del tutto il coltello e lo alzò sul suo petto.
-È...-
Affondò il colpo, freddo e deciso.
-Troppo...-
Non appena raggiunse la carne esplose in una cascata di sangue, contro ogni fisica.
-Tardi.- concluse lei, con un fil di voce, mentre cadeva all'indietro, sparendo nel buio.
Il mal di testa cessò, Hal si buttò in ginocchio, ricoperto di sangue.
Sentì di star per vomitare.
Lo scheletro conficcò il coltello a terra e si accucciò al suo fianco: -Vuoi sapere chi sono?-
Annuì.
-Allora torna indietro.-

-Svegliati.-
Ancora una volta Hal aprì gli occhi, lentamente. Era incatenato alla sedia come la prima volta.
"Cos'è successo?"

-Ascoltami, la farò breve.- sospirò -Tu sei l' Hal del 2035 nel corpo del te sedicenne.-
"Perché?"

-Clare Mitchell.-
Quel nome lo colpì come un sonoro schiaffo, spalancò gli occhi ed un altro ricordo gli tornò alla mente.
"Lei è... la ragazza morta un attimo fa e..."
-La donna che ami.-
La Voce ridacchiò nuovamente, come se la situazione la divertisse.

"La donna che amo."

Ripeté, prima di essere colto da una nuova crisi.
Più tremenda della prima.

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