Ormai erano passati giorni dall'incontro nel cortile.
Nathan iniziò ad essere una parte integrante del gruppo: ogni weekend Abeline lo trascinava nei locali, a casa di Clare o per le stradine dei piccoli quartieri in cui gli amici si ritrovavano.Riguardo Hal, non si può dire che abbia passato i giorni spensierati che aveva tanto sperato.
Cominciò a sentirsi solo, circondato da persone ignare del disastro imminente.
Desiderò addirittura di ritrovarsi, durante il sonno, in quella stanza bianca che da sempre aveva odiato.Eppure non sentiva né Alec né Adaline da molto tempo. In un certo senso gli mancavano, dato che erano gli unici ad essere a conoscenza delle sue intenzioni.
Un'ultima cosa che ebbe modo di constatare fu l'innegabile interesse tra Nathan e Clare, la quale sembrava tenergli continuamente gli occhi addosso.
"Possibile che abbia dimenticato un tipo come lui?"
Questa era la domanda che Hal si riproponeva ogni volta che lo vedeva, con quello sguardo assente perso in un altro mondo.Aveva raccolto alcune informazioni su di lui, soprattutto grazie a Clare.
Nathan suonava meravigliosamente il pianoforte e veniva da una famiglia di musicisti, molto rigorosa e severa riguardo il suo comportamento.
Inoltre, era un asso nelle materie scientifiche, che amava come un'ossessione.Da diversi punti di vista il ragazzo gli sembrava interessante, ma, allo stesso tempo, odiava l'idea che si fosse messo in mezzo proprio mentre cercava di salvare l'unica persona a cui avesse mai tenuto.
Quella sera si erano riuniti al quinto piano di un grande palazzo abbandonato, il loro ritrovo preferito.
Sarebbe stato anche quello di Hal, se le giornate, molto corte, non avessero lasciato spazio alla notte e le sue stelle subito dopo le cinque, facendo sprofondare il luogo nell'oscurità.
Aveva accettato solo dopo aver saputo che Jace sarebbe rimasto a casa: non avrebbe sopportato qualche stupido scherzo.Hal aveva paura del buio.
Eppure che senso poteva avere?
Gli alberi lungo i viali erano in fiore e le aiuole colorate.
Delle giornate così corte in primavera?Fu colpito dietro la nuca con uno schiaffetto mentre era preso dai suoi pensieri.
Tirò il collo all'indietro, per vedere chi lo avesse colpito.
Vide la figura di Nathan ribaltata, con le mani giunte ai fianchi e i gomiti allargati.
La camicia con le maniche a sbuffo gli dava un'aria ottocentesca che, in realtà, gli stava benissimo.-Sei sempre preso dai tuoi pensieri.- cercò di sorridergli amichevolmente:
-Perché non li condividi con noi?-
Hal fu alquanto spiazzato da quella proposta ma, a sua volta, gli offrì un falsissimo sorriso a trentadue denti:
-Non è niente di così speciale, meglio non perdere tempo a raccontarlo.-
Nathan annuì a capo chino, tanto cupo da sembrare quasi deluso dalla risposta.
Quando poi Foster posò lo sguardo su Clare, quasi istintivamente, la vide rivolgergli uno sguardo preoccupato, come potesse leggere nei suoi pensieri.
Abeline rimaneva sempre attaccata a Nathan, ma non ne sembrava innamorata.
Era come se avesse già capito che lui avesse occhi solo per un'altra.Il luogo era rischiarato da una muraglia di torce, puntate verso l'alto.
-Hal.- lo chiamò lei.
L'altro rispose con un cenno del capo, spostando la sua attenzione sulla minuta ragazza.
-Devo parlarti un attimo. In privato.- sorrise, con una punta di tristezza.~~~
Salirono sul tetto dell'edificio, separandosi dal resto del gruppo senza dare spiegazioni, dopotutto non c'erano dubbi sul fatto che avessero tutti sentito la richiesta di Abby.
Ora i due si trovavano davanti alla sporgenza del palazzo, l'una con le gambe a penzoloni sul dirupo e l'altro ad osservarla, a debita distanza dal confine con il vuoto.
-Cosa dovevi dirmi, quindi?- chiese, un po' spazientito da quel silenzio immotivato.
-So che può sembrare una domanda stupida, da classica ragazzina.- fece una nuova pausa, girandosi di scatto, in un modo piuttosto pericoloso per la sua posizione.-Credi che io sia così... brutta?-
Hal calmò i nervi, aveva pensato fosse qualcosa di più grave di una piccola crisi adolescenziale.
L'unico problema era come avrebbe risposto.
Come l'Hal di sedici anni avrebbe risposto.
Per quanto si sforzasse non gli veniva in mente nessuna risposta giovanile, con la spensieratezza di quel tempo.A quel punto, decise di comportarsi come il trentacinquenne che era:
-Non credo che dovresti affliggerti per cose del genere.- si inginocchiò avvicinandosi a lei:
-Forse non potrai essere perfetta, ma non sarai mai brutta.-Si sentiva quasi un padre con la sua fragile bambina.
Non avrebbe saputo dire se la cosa lo facesse sentire saggio, o fosse terribilmente strana.Abby gli sorrise, seppur non del tutto convinta.
-Sembri mio padre.-
Hal tossì nervosamente, poi, sviò l'argomento.
-Piuttosto, Nathan...-
Lei si tirò su, sistemandosi la gonna.
-Se ti stai chiedendo se mi interessi, beh, ti sbagli di grosso.-
Detto questo al sorriso sbilenco di Abeline prese posto la solita espressione di sufficienza.-Voi due!-
Una voce maschile ringhiò contro di loro.
Non ci volle molto prima che una luce li illuminasse, come criminali scoperti ad evadere da un carcere.-Cosa ci fate qui a quest'ora?-
Hal non riuscì a vedere chi fosse a causa della torcia che gli veniva puntata contro, quasi accecandolo.
Suppose fosse una guardia notturna.-Hal.- lo chiamò Abby, con voce tremolante.
Era molto più vicina a quella figura di quanto lo fosse lui, forse riusciva ad intravedere chi potesse essere quell'uomo.
Il ragazzo sussurrò un "Cosa c'è?" sommesso, come avesse paura di essere sentito.
L'altra non rispose.L'uomo con la torcia se la passò da una mano all'altra:
-Diamine, non avrei mai pensato di trovare qualcuno in questo posto.- camminò verso i due, molto lentamente:
-Ormai sono qui, non posso di certo tornare un altro giorno. Non ne avrei il coraggio.-Lasciò cadere la torcia, che rotolò ai piedi di Abeline, poi si diresse verso la sporgenza, accanto ad Hal.
Il ragazzo riuscì a vedere appena la maglietta stracciata e i capelli biondi.
L'uomo si girò un attimo verso di lui sorridendo.In quello stesso momento, avvertì di nuovo una distorsione.
Allargò le braccia e chiuse gli occhi, a un passo dalla sporgenza.
Si lasciò cadere nel vuoto.
Sembrava essersi liberato da un peso tremendo.Abby ed Hal non avrebbero mai potuto udire il rumore di quel corpo spiaccicato contro il suolo.
Eppure avrebbero giurato di poter descrivere quel suono perfettamente.Hal sentì delle urla dal piano di sotto, poi guardò dritto negli occhi l'amica, come paralizzato.
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Il Peso del Tempo
FantascienzaChi non vorrebbe tornare indietro, per riparare ai danni commessi in passato? Cancellarli in modo che non esistano più: far sì che tutti se ne dimentichino. Un diletto concesso solo agli dei, o almeno così si può pensare ai giorni nostri. - 2061 - H...