Chapter one

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Margot

Tre anni dopo...

Mi chiedo se il tempo possa risarcire le ferite. Me lo chiedo spesso, sapete? Ma ciò che ho capito è che non devi sprecarti. Non sprecarti, non pensare che tutto abbia perso interesse, non vivere senza stimoli ma prendili ovunque. Cambia tutto. La rivoluzione è nella tua testa, sei tu padrona di te stessa, ci vuole coraggio, ci vuole desiderio. Non sprecarti, non farlo mai. 

Mi ci è voluto un po' di tempo per capire, per comprendere la reale situazione della mia vita. Ho incontrato persone che mi hanno ferita, mi hanno rotto e lasciato cadere come se per loro fossi un semplice oggetto per arrivare ad un loro fine, mi hanno trattata come se io non fossi una persona con dei sentimenti e delle emozioni, emozioni che poi hanno finito per divorarmi dentro, un po' alla volta, lentamente.

Il mio passato mi ha resa così impaurita di perdere ciò che amo, che adesso mi rifiuto d'amare. Se qualcuno provasse a leggere la mia mente in questo momento, probabilmente si metterebbe a piangere. Le persone non capiscono mai, non comprendono il tuo dolore finché loro non provano lo stesso.

Ho capito che al mondo non esistono persone cattive o persone buone, semplicemente esistono scelte sbagliate e scelte giuste. Ognuno di noi ha sia una parte di male e una parte di bene all'intero, per il semplice fatto di ottenere un equilibro con noi stessi, per il semplice fatto di darci la possibilità di scegliere da che parte agire. Ed ora io ho deciso, voglio ricominciare, voglio sentirmi bene, voglio essere solo me stessa. Io e nessun altro.

Immersa nei miei pensieri, non mi sono neanche accorta di essere arrivata davanti scuola, quell'edificio che ha contribuito a parte del mio dolore. Lo fisso per un attimo e mi sento rabbrividire. Chiudo gli occhi lentamente e faccio un respiro profondo.

"Sorridi, perché sei
bellissima quando
sorridi."

Quella frase, quella dannata frase mi ha salvato da tutto e da tutti, è come se ogni volta che io la ripetessi mi desse forza, la forza di andare avanti. Non credevo che qualcuno facesse mai una cosa del genere per me, basta veramente poco per aiutare una persona ma nessuno sembra accorgersene.

Sono pronta. Entro all'interno e volti a me sconosciuti mi passano davanti, in parte, ovunque, sembra che indossino delle maschere. Il battito del mio cuore inizia ad aumentare e, secondo dopo secondo, riesco a sentire solo quello.

"Ciao principessa!" una voce calma mi fa girare di colpo, ma ringrazio dio di averla sentita.

"Luke! Mio dio, mi hai spaventata." dico arrossendo, ma almeno divento sempre più calma e rilassata.

Luke non saprei neanche come definirlo in realtà, non è proprio il mio migliore amico ma a lui ci tengo moltissimo, forse perché è l'unico amico che ho, o meglio, l'unico amico vero di cui mi posso fidare.

"Non mi rispondi da tre giorni Margot, mi sono preoccupato." Ammette, facendomi sentire in colpa. Credo sia uno dei tanti miei difetti, allontano le persone che provano a starmi accanto, forse per rendermi più facile la sopportazione del dolore che dovrei provare quando si allontana realmente; perché sì, le persone vanno e vengono, prima o poi tutti si allontanano.

"Mi dispiace, sono stata impegnata con lo studio" cerco di giustificarti, nonostante lui continui a scrutarmi, come se volesse leggermi nel pensiero.

"Non ti credo, per niente. Ma siccome siamo amici, e ti conosco fin troppo bene, ci passerò sopra, principessa." Conclude, facendomi sorridere d'istinto. Forse non mi rendo veramente conto di quanto lui possa conoscermi bene.

"Vado, devo andare a lezione di fisica." mi da un leggero bacio sulla guancia, gesto che mi fa sentire strana nonostante lo faccia da anni. Mentre io rabbrividisco alla sola parola "fisica", che orrore.

Abbozzo un sorriso e mi dirigo anche io verso la mia lezione, letteratura inglese. L'aula non è lontana da dove mi trovo, per cui ci arrivo in pochi minuti, ed entro. È quasi vuota e l'insegnante non è ancora arrivata.
Mi siedo tra gli ultimi banchi e mi sistemo con un quaderno davanti a me, giocando con una ciocca dei miei capelli nell'attesa dell'arrivo del professore. Mi piace particolarmente questa materia e anche il professore che la insegna, il signor Scott.

Il mio sguardo vaga tra i banchi in cerca di qualcosa di interessante da osservare per far passare il tempo. Di solito non arrivo mai così in anticipo, mi sento come se fossi un po' spaesata. Con mia sorpresa, i miei occhi vengono attratti da un ragazzo a cui non avevo mai fatto caso, anzi, non avevo proprio mai visto. È seduto in modo poco consono per la situazione, sembra essere irritato.

Indossa una camicia nera con le maniche arrotolate su, nonostante sia febbraio e faccia fin troppo freddo, la sua pelle è veramente chiara, non chiara come la mia ma si avvicina, sul braccio scoperto riesco ad intravedere le vene abbastanza evidenti. Ha molti tatuaggi e, a dire il vero, gli donando e lo fanno apparire con un'aria così oscura ma elegante, misteriosa.

Guarda ripetutamente il cellulare, forse sta aspettando un messaggio, anzi quasi sicuramente aspetta qualcosa, oppure non ha semplicemente voglia di essere in quest'aula.

Sono come incantata nell'osservarlo, neanche me ne rendo conto, ma ad un tratto il ragazzo si guarda intorno, facendomi subito spostare lo sguardo altrove, forse lo stavo letteralmente mangiando con gli occhi che se ne sarà accorto. Dicono che le persone abbiano un sesto senso, ovvero quello di percepire quando si è osservati.

Provo a rigirarmi verso di lui e per una frazione di secondo incrocio il suo sguardo, mi sorride compiaciuto, e io ritorno subito a guardare le tende che sono diventate estremamente interessanti. È sempre stato un mio difetto, osservo troppo. Una smorfia fatta col labbro, un sorriso, un silenzio, il modo di camminare, di muovere le mani, un neo, una minuscola cicatrice, un tatuaggio, un libro, un colore, lo sfondo di un telefono, un quadro, una fotografia, la scritta su di un muro, un tramonto, una canzone, il testo di una poesia. Mi perdo nei dettagli e non me ne liberò più.








𝐁𝐚𝐝 𝐛𝐨𝐲, 𝐠𝐨𝐨𝐝 𝐥𝐢𝐩𝐬 ✘ 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧 𝐎'𝐁𝐫𝐢𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora