stop it

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Apro leggermente gli occhi, sentendo qualcosa sfiorarmi la pancia nuda e scendere sempre più giù, fino ad arrivare alla coscia.

Un brivido risale lungo la mia schiena, realizzo subito dove mi trovo, e con chi.

«Dylan.» sussurro con la voce impastata dal sonno, ancora mezza addormentata.

Mi giro verso di lui mentre sento subito il contatto caldo contro il suo petto, mi guarda tutto il mio corpo, specialmente alcune parti forse un pò troppo in evidenza, tranne che negli occhi.

«I miei occhi sono più su.» dico tossicchiando leggermente, mi sento leggermente a disagio quando mi guarda intensamente, tutto tranne che in faccia, e invece, quando mi guarda negli occhi, sembra che scavi nella mia anima, nella mia parte più vulnerabile.

«Oh lo so.» afferma alzando le sopracciglia, spostando la testa di lato, sorridendo maliziosamente, mentre io alzo gli occhi al cielo.

«Guarda pure, perché è l'unica cosa che puoi farmi, non verrò mai a letto con te.» sentenzio io, convinta della mia affermazione, arrossisco solo all'idea di cosa lui stia pensando di farmi.

«Tecnicamente sei già nel mio letto, manca solo che io ti tolga i pochi vestiti che indossi.» mi mordo il labbro alla sua affermazione, mentre abbasso immediatamente lo sguardo.

Lo sento ridere leggermente, quasi inudibile, ma io l'ho sentita quella risatina per obiettare la mia affermazione.

«Come se non lo volessi anche tu.» dice un secondo prima di posizionarsi sopra di me, baciandomi un secondo dopo, senza darmi la possibilità di ribattere.

E mentre mi bacia, la sua mano si ferma saldamente sulla mia coscia, dove poi la fa salire sempre più su, spostando leggermente il tessuto di ciò che indosso, provocandomi sempre quei maledetti brividi che inizio ad odiare.

Quando poi posiziona anche l'altra mano sull'altra mia coscia, mi fa scivolare completamente sotto di lui, portando le mie mano sopra la mia testa, intrecciandole con le sue, ma non dandomi la possibilità di muoverle.

Forse è un suo vizio non darmi la possibilità di muovermi sotto le sue grinfie.

Sono ancora senza maglietta dalla sera prima, ma ho su un paio di pantaloncini che credo che lui se ne voglia liberare presto.

Si stacca dalle mie labbra solo per lasciarmi dei baci, più che baci, morsi, in linea retta sulla mia pancia, facendomi inarcare la schiena.

Mi lascia una mano libera perché sposta la sua sul mio fianco e poi sempre più giù, sfiorando la mia pelle, è un contatto morbido, ma lui sembra graffiarla.

E nell'esatto momento in cui io ho una mano libera lo fermo, io sta volta.

«Ieri sera ti sei fermato.» affermo con voce decisa, perché ieri no e adesso si? Cos'è cambiato? Non può giocare così con me, soprattutto dopo aver scoperto cosa lui faccia, e chi coinvolga.

«Ho cambiato idea.» dice facendo per riprendere il suo "lavoro" in cui si stava sbizzarendo un secondo prima, ma io lo fermo una seconda volta.

«Perché? Io invece non ho cambiato la mia di idea, scordatelo.» affermo sicura di me stessa e sicura di quello che sto facendo, forse la posizione in cui sono può far pensare altro però.

«È una sfida? Perché sei consapevole che io vinca.» patetico. Idiota.

Lo fermo una terza volta, sta volta l'ultima perché non rinizierà mai quello che sta facendo ora, e che mi piace da impazzire.

«No.» scandisco bene la parola, facendo schioccare la lingua sul palato verso la fine, per tutto il tempo osserva le mie labbra, ribadisco, patetico.

«No? Oh non fare la bambina.» dice alzandosi, mettendosi davanti a me, con le braccia conserte, mentre io mi reggo con i gomiti sul suo letto, decido di rimettermi la maglia, l'unico indumento che mi manca.

Poi mi alzo e mi posiziono anche io davanti a lui, guardandolo in segno di sfida.

Lui alza le sopracciglia sorpresa, poi sorride compiaciuto.

«Spogliati.» dice dopo secondi eterni che ci fissiamo negli occhi.

«No.» affermo io, non posso fare a meno di usare un tono di sfida, ma tenergli testa è eccitante, in tutti i sensi.

«Non è una richiesta, è un ordine.» un ordine? Devo ribadirlo per la terza volta? Patetico. Crede davvero che io mi pieghi alle sue volontà?

Alzo le spalle e lo fisso compiaciuta, ma un semplice mio gesto mi tradisce spudoratamente, involontariamente mi mordo il labbro, cosa che lui nota e sfrutta a suo vantaggio.

È consapevole che io, forse, almeno un pò, mi piaccia questa situazione.

Mi squadra da testa a piedi poi sembra che pensare a qualcosa di preciso.
Scuote leggermente la testa e scioglie le mani dalla posizione precedente.

«Seguimi, ora voglio vedere se dici di no.» mi prende la mano ed usciamo dalla stanza, mi trascina lungo tutto il corridoio ed io ovviamente lo seguo perché non posso fare a meno, visto le la sua presa è veramente forte.

Arriviamo infondo al corridoio.
Le nostre mani sono ancora incastrate l'una nell'altra.

Si gira verso di me e mi cinge i fianchi con le sue mani fredde.
Mi attira a sé, inizia a camminare all'indietro entrando dentro il bagno.

Si avvicina sempre di più alle mie labbra, soffia appena per poi torturasi il labbro tra i denti, cosa che mi fa eccitare ancora di più.

«Credo- fa scivolare le sue mani al di sotto dei miei fianchi e mi alza da terra- che questi- indica con gli occhi i miei vestiti- non servano in questo momento.»

Con un gesto veloce mi mette giù e mi sfila la maglietta buttandola in qualche angolo sconosciuto.

Mi bacia con foga, come se aspettasse quel bacio da molto tempo.
Dentro di me sento l'adrenalina salire e l'eccitazione farsi spazio.

Mentre le nostre lingue si scontrano, le sue mani mi bottonano i jeans, si stacca da me, e con una lentezza estanuante fa scorrere il tessuto dei jeans via dalla mia pelle, seguita da una scia di baci prima sulla coscia e poi sul polpaccio.

Mi lascio scappare un gemito, mi mordo il labbro fin quando lui non ritorna a torturare le mie labbra, le morde, le succhia.

Riesco a malapena ad respirare. La sua tortura continua sul mio collo, lasciandomi tante piccole macchie violacee, mentre gioca con le mie mutandine, sfilandomele subito dopo.

Mi slaccia anche il reggiseno, mentre mi trascina all'interno del suo box doccia.
La situazione inizia a piacermi sempre di più.

Mi sbatte contro il muro e per sbaglio apro il getto d'acqua che ci bagna all'istante.

Mentre lui mi bacia tenendomi stretta a se, io gli sfilo la maglietta ormai bagnata.

Il mio cuore perde un battito, molto probabilmente non mi sono mai sentita così viva. Solo lui in qualche strana maniera riesce a farmi sentire così.

Il contatto freddo delle piastrelle viene sovrastato dal calore della sua pelle contro la mia, delle sue labbra contro le mie.

Ormai non c'è più nulla che ci divide, ne i vestiti, ne delle pareti. Solo noi, ed una grande nuvola di vapore.

«Questo non vuol dire che verrò a letto con te.» riesco a dire tra gli ansimi, mentre una mia mano si appoggia alla parete quando lui morde più forte un punto del mio collo, non baciandolo semplicemente.

«Sta zitta e baciami.» dice mentre i nostri nasi si sfiorano, ripetutivamente, e i nostri ansimi si mescolano, fino a quando io non unisco le mie labbra con le sue.

È la prima volta che sono totalmente nuda davanti a lui, ma non sono a disagio, mi sento al sicura, protetta.

Le sue mani viaggiano per tutto il mio corpo mentre andiamo a sbattere contro la parete, forse per la troppa con cui ci baciamo, mentre l'acqua calda scorre in entrambi i nostri corpi.

Non voglio pensare a nulla ora.

𝐁𝐚𝐝 𝐛𝐨𝐲, 𝐠𝐨𝐨𝐝 𝐥𝐢𝐩𝐬 ✘ 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧 𝐎'𝐁𝐫𝐢𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora