Chapter three

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Appena riesco, finalmente, ad arrivare a casa mi butto a peso morto sul letto. Mia madre non è ancora tornata, ultimamente deve fare turni doppi, a causa della mancanza di personale. Non ho neanche più fame, mi è passata completamente dopo la mia disavventura, avrei solo voglia di riposarmi un po'.

Resto pochi secondi a fissare il soffitto, poi la mia attenzione viene catturata dalla vibrazione del mio telefono. È un messaggio da Luke: "Principessa, stasera ti porto ad una festa, puoi anche dirmi di no, tanto ti ci porto di peso." Adoro il fatto che Luke cerchi di farmi divertire, lo apprezzo, ma c'è solo un piccolo lato negativo, odio le feste. Non capisco perché tutti siano sempre così euforici, quasi sempre così sbronzi da non ricordarsi nulla il giorno dopo. Inoltre la maggior parte delle volte non conosco nessuno e quasi sempre qualcuno cerca di mettermi le mani addosso, l'unica cosa positiva, adesso che ci penso, è effettivamente solo e solamente l'alcool.

Rispondo al suo messaggio con un semplice "no", una risposta semplice, diretta, chiara, impossibile fraintendere, mentre da lui ricevo solo questo: "Va bene principessa, hai scelto il modo di peso, ottima scelta."

Sorrido istintivamente per il messaggio, non per il fatto di andare alla festa, quello non mi entusiasma molto, ma per la voglia di Luke di farmi divertire e socializzare con il mondo, nonostante le mie risposte fredde e brusche.

Ripongo il cellulare sul comodino, i miei occhi cadono sull'origami a forma di cigno, posato lì accanto. Un semplice foglio di carta spiegazzato, ma con un grande significato, rappresenta un giorno molto importante della mia vita, il giorno in cui ho iniziato piano piano a risalire, dopo aver toccato il fondo, arrivando fin qua, è stato come lo slancio per risalire in superficie. E con calma ce la sto facendo, piano piano inizio a stare bene, una sensazione troppo sottovalutata a volte.

Mentre fantastico con la mia mente, mi accorgo del tempo che passa e della montagna di libri che mi attendono impazienti di essere studiati, o almeno lo sperano, conoscendomi. Indosso gli occhiali, mi lego i capelli con un elastico e mi armo di tutta la pazienza e forza di volontà che ho in corpo, mi attende un lungo pomeriggio, tra libri, quaderni, esercizi, qualche serie TV di pausa e cibo. Devo ammettere che adoro prendere e ricopiare gli appunti, il problema è che poi non ho mai voglia di studiarli.

Dopo alcune ore, do un'occhiata al cellulare per guardare l'ora, le 19:37. Non posso permettermi di saltare anche la cena, ma è già tardi, in più se non fossi pronta per l'arrivo di Luke, è il classico ragazzo che non ci penserebbe due volte a portarmi fuori da casa mia in pigiama o nelle peggio condizioni, a lui basta che io esca sostanzialmente.

Decido di iniziare a prepararmi per la festa, a cui tutt'ora non sono molto entusiasta di andare, diciamo che l'unica cosa che mi attira è la presenza di Luke. Faccio una doccia veloce, anche se di solito ci passo delle ore sotto l'acqua calda che mi toglie tutte le preoccupazioni di dosso.

Di solito non mi trucco molto pesantemente, quindi decido di applicare solo un filo di mascara e un po' di cipria, indosso un tubino nero, semplice e pratico, e per un secondo l'idea di indossare le mie amate Vans mi passa per la mente, ma decido di far felice Luke e indosso un paio di tacchi, non altissimi per fortuna, anche essi neri.

Noto allo specchio che i tacchi slanciano la mia figura, e risaltano le mie gambe magre, però, nonostante i miei 17 anni, resto comunque bassa. Infatti non brillo di un'innata altezza da supermodella. Prendo cellulare, giacca e borsa, e scendo le scale, in tutto il mio pomeriggio di studio, non mi sono neanche resa conto dell'arrivo di mia madre.

"Ciao mamma, come stai?" le chiedo sorridendole, probabilmente è stanca, quindi non vorrei stressarla ancora di più.

"Tutto bene tesoro, stai uscendo?" mi domanda, sfilandosi il capotto nero dalle spalle.

"In realtà sì, posso andare ad una festa con Luke, vero?" chiedo per educazione, sono sempre chiusa in casa che mia madre pagherebbe per potermi mandare fuori a calci.

"Certo tesoro, mi piace il tuo amico, almeno ti fa uscire da quel buco di camera tua! Non mangi?" afferma ridacchiando. Poi mi chiede, aprendo il frigo in cerca di qualcosa da preparare.

"Ehm...no, mangerò qualcosa lì." le dico scrollando le spalle. Entrambe sentiamo il suono del campanello riecheggiare in tutta la casa, segno che Luke sia arrivato.

"Ciao mamma, io vado." le do un bacio sulla guancia, ricevendo come risposta un "stai attenta, e divertiti".

Apro la porta e la richiudo subito dopo dietro di me, appoggiandomici con le spalle. Una ciocca di capelli mi cade sulla fronte, così la soffio in su per spostarla, tentativo fallito.

"Wow sei bellissima! Bene, farai ingelosire quella del quarto anno con cui ci voglio provare, e che non sa della mia esistenza..." ridacchio per l'affermazione di Luke, non ha avuto molta fortuna con le relazioni negli ultimi mesi.

Saliamo in macchina e dopo qualche istante partiamo. Dopo qualche decina di minuti, passata a canticchiare le canzoni che passavano in radio, arriviamo davanti ad una grande casa, con un enorme giardino, un po' il contrario della mia casa insomma. Non mi lamento, ma questa non è una casa è direttamente una villa.

"Stai scherzando? Queste persone saranno ricche sfondate!" dico sorridendo ancora di più, guardando tutto ciò che io non avrò mai, per ora almeno.

"Si, Tyler è un mio compagno di classe e abbiamo fatto una specie di "patto", lui mi aiuta con le ragazze ed io gli faccio prendere la sufficienza in storia." Afferma, e il fatto che io trovi questa cosa così carina, mi preoccupa.

Scendiamo dalla macchina e iniziamo a dirigersi verso l'entrata, ci sono già un sacco di bicchieri e altre cose sparse per tutto il giardino, e qualche ragazzo che non regge bene l'alcool, evidentemente.

"Principessa, vado un attimo a cercare Tyler, torno subito, promesso." mi fa l'occhiolino e inizia ad infilarsi tra la folla scatenata. Non può abbandonarmi nel bel mezzo di una villa piena zeppa di persone sconosciute! Perché si sa, che quando qualcuno da una festa, la maggior parte delle persone presenti si sono imbucate, come al solito.

"Stasera rimorchierai vestita così!" lo sento urlare questa frase, poi lo perdo del tutto di vista. Mi viene da ridere per la sua affermazione, ci sono molte ragazze più belle di me qui dentro e di sicuro non sono tipa da rimorchiare qualcuno ad una festa.

Decido di dirigermi al bancone per bere qualcosa, è una festa, no? Allora festeggiamo come si deve.

"La signorina qui presente desidera qualcosa?" mi chiede un ragazzo molto giovane, sorridendomi, lo chiamerei barista se non fosse semplicemente messo dietro un tavolo a riempire bicchieri su bicchieri.

Sto per rispondere, ma una voce a me sconosciuta mi precede.

"È minorenne." mi volto di scatto per vedere il volto della voce misteriosa. Quasi non mi soffoco con la mia stessa saliva. È lui, appoggiato al bancone che mi guarda con un sorrisetto compiaciuto, si diverte a darmi fastidio vedo.

"Andiamo Dylan, è una festa!" risponde il ragazzo, mettendomi davanti a me un bicchierino pieno di un liquido che non ci metto tanto a riconoscere, vodka.

Dylan. Questa parola mi resta impressa nella mente. Lo bevo in un solo sorso, sentendo all'inizio la gola bruciare leggermente. Appena finito, sbatto il bicchierino sul tavolo, sorridendo trionfante al ragazzo di fianco a me, che a quanto pare si chiama Dylan. Fatto questo, mi volto e mi immergo nella folla, in cerca di Luke.

𝐁𝐚𝐝 𝐛𝐨𝐲, 𝐠𝐨𝐨𝐝 𝐥𝐢𝐩𝐬 ✘ 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧 𝐎'𝐁𝐫𝐢𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora